Castel San Pietro

Un ricorso frena l’inizio del cantiere all’ex Diantus

Le opere dovevano debuttare in giugno, ma l’apertura del cantiere nell’ex orologeria ha dovuto essere posticipata – Il motivo è un reclamo nell’ambito delle procedure di appalto – Dopo la ristrutturazione lo stabile diventerà a vocazione comunitaria
© Ti-Press / Francesca Agosta
Lidia Travaini
08.07.2025 06:00

Ancora un po’ di pazienza. Dovranno averla gli abitanti di Castel San Pietro, i quali attendono di potersi godere la Diantus 2.0, leggasi del futuro. L’ex orologeria in centro paese si appresta infatti ad essere ristrutturata completamente in ottica comunitaria, così da diventare un punto di riferimento per tutte le generazioni.

L’inizio dei lavori all’interno dello stabile era programmato a inizio giugno. Un debutto delle opere che era stato annunciato anche nell’ultima edizione della rivista comunale «Castello informa». Così però non è stato: un ostacolo si è infatti manifestato a pochi metri dal metaforico traguardo, procrastinando l’inizio dei lavori. L’ostacolo ha la forma di un ricorso – spiega il segretario comunale Lorenzo Fontana –, nell’ambito della procedura di appalto delle opere da impresario costruttore.

Il reclamo è arrivato quasi all’ultimo momento utile, ma non può essere considerato totalmente una sorpresa. Non per niente, l’ultima frase dell’articolo dedicato al progetto sull’edizione di giugno della rivista edita dal Comune di Castello recita: «La conclusione del cantiere è prevista per la fine del 2026, ricorsi sulle procedure di appalto permettendo».

C.LAB: Castello Laboratorio

Ma cosa accadrà all’ex Diantus? La volontà del Municipio è di mettere a disposizione un edificio che funga da luogo di ritrovo e da cuore della comunità. Un punto di riferimento e aggregativo che ambisca ad essere una sorta di Filanda bis, quindi di ispirarsi al modello vincente realizzato a Mendrisio. Il nome scelto per il progetto è C.LAB. (sigla di Castello Laboratorio). Per non lasciare nulla al caso a scegliere i futuri contenuti della struttura è stato un gruppo di lavoro creato per l’occasione. Ma è anche stato promosso un sondaggio tra la popolazione. Concentrandoci sui contenuti, al piano terra troverà posto un asilo nido inclusivo gestito dall’Associazione famiglie diurne del Mendrisiotto e uno spazio curato dalla Fonazione C.LAB. Il primo piano accoglierà dal canto suo lo spazio dedicato al movimento MO-MOVI: un centro pensato soprattutto per anziani e per i disabili, per la prevenzione degli infortuni, con palestra e spazi per la riabilitazione. Sempre al primo piano ci sarà anche un’area gestita da C.LAB.

Riuso e rinascita

Il cantiere avrebbe dovuto debuttare con i lavori di bonifica dei materiali pericolosi e proseguire con le prime demolizioni. Le opere, come anticipato, dovranno però attendere.

L’investimento stimato per completare il progetto è di circa 4 milioni di franchi. In realtà, il Comune spenderà però meno. E questo, ce lo aveva spiegato la sindaca Alessia Ponti qualche mese fa, grazie al recupero e riutilizzo di alcuni materiali. Un’idea, questa, frutto di un corso di dottorato dell’Accademia di Architettura di Mendrisio, svoltosi proprio all’interno dell’ex Diantus. Saranno ad esempio riutilizzate tegole e legname, corrimani e parapetti.

Cuntitt: le firme ci sono

Ci spostiamo di poche centinaia di metri, dall’ex Diantus, alla Masseria Cuntitt, per un breve aggiornamento su un altro tema di stretta attualità a Castel San Pietro. Ci riferiamo al progetto che mira al rinnovo dell’osteria che si trova all’interno della masseria. Contro il credito di circa mezzo milione accolto dal Legislativo per realizzare le opere è stato lanciato un tentativo di referendum che ha portato alla consegna in Comune di 331 sottoscrizioni (vedi il Corriere del Ticino del 1. luglio). Dopo le verifiche della cancelleria, le sottoscrizioni valide, fa sapere il segretario comunale, sono circa 300. Il numero minimo per andare al voto è quindi ampiamente raggiunto.

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