Un risarcimento in extremis che gli evita il carcere

Nei processi per reati finanziari l’obiettivo primo è recuperare l’eventuale maltolto. Non capita spesso che ciò accada, ma un raro esempio - anche se la restituzione è avvenuta «al novantesimo minuto», per citare il presidente delle Assise criminali Amos Pagnamenta - è sbarcato in aula penale oggi. E il tacitamento degli accusatori privati, che si sono di conseguenza disinteressati del processo, ha permesso all’imputato di evitare guai giudiziari ben peggiori. La Corte gli ha infatti inflitto una pena pari a due anni sospesi, come proposto dalla procuratrice pubblica Chiara Borelli e dall’avvocato dell’uomo, John Dell’Oro, che avevano trovato un accordo al riguardo. Senza la restituzione del maltolto, ha rimarcato il giudice Pagnamenta, «la pena sarebbe stata ben superiore ai tre anni». Dunque almeno in parte anche da scontare.
Di nobili origini
’imputato è un italiano di nobili origini di sessant’anni, residente nel Luganese da un decennio. Era accusato di ripetuta amministrazione infedele aggravata, reato che ha riconosciuto in aula: «Potendo tornare indietro avrei evitato determinate scelte poi rivelatesi sbagliate - ha detto. - Per leggerezza e fidandomi ero convinto che l’operazione fosse del tutto coperta». L’imprenditore è attivo in particolare in ambito immobiliare e l’operazione problematica, risalente al 2014, è legata a una villa a Montecarlo per cui era stato raccolto del denaro che in parte ha utilizzato per suoi scopi personali, fra cui l’acquisto di un loft a Londra. L’accusa, concretamente è di aver diminuito a suo favore il patrimonio di una società per 3,3 milioni e di averne danneggiata un’altra per 2,6 milioni. Il tutto tra il 2014 e il 2017. L’incarto in Ticino è stato aperto nel 2019.
La spiaggia in Sicilia
Delle vicende giudiziarie dell’imprenditore si era occupata anche la stampa italiana, essendo l’uomo relativamente noto nella Penisola per passate storie amorose. Ultimamente ha fatto notizia perché una società a lui riconducibile ha (legittimamente) chiuso al pubblico un’apprezzata spiaggia siciliana che delle associazioni ambientaliste vorrebbero tutelare.