Un ristorante dove rimettersi in gioco

È un ristorante con un menu molto speciale il Parco Maggia. Vi si trovano sì delizie gastronomiche legate alle stagioni e al territorio, ma anche – e soprattutto – cura, sicurezza, fiducia, voglia di rimettersi in gioco. Ingredienti non tanto dedicati ai clienti, quanto alle persone che nella struttura lavoreranno. Si tratta, infatti, di una nuova impresa sociale della Fondazione Pedroncini, l’ente che nel 2005 aprì l’ormai notissima Casa Vallemaggia a Locarno (la cui gestione è, nel frattempo, passata alla Pro Infirmis) con l’intento di offrire un’opportunità lavorativa (ma anche di relazioni umane) a persone con disabilità di vario tipo. L’evoluzione della realtà ticinese ha poi spinto il Consiglio di fondazione ad ampliare i proprio obiettivi, estendendo il campo d’azione anche al disagio sociale. Ed è in tale ambito che opererà Parco Maggia, come hanno spiegato – presentando la struttura – il presidente della fondazione Alberto Agustoni, il membro di comitato (nonché presidente di Pro Infirmis Ticino e Moesano) Paolo Rimoldi, il segretario Enrico Matasci e Lisa Sabatini che , con formazioni sia in ambito alberghiero che sociale, è alla testa del ristorante.
Vicini a Pro Senecute
L’idea, come detto, trae le sue origini da Casa Vallemaggia. E anche dal progetto «figlio» di quello locarnese: la Cà Stella di Bignasco. Aperto durante un triennio, in collaborazione con l’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento, il garni ha permesso di offrire un’opportunità di rilancio a 18 persone, che hanno così evitato l’esclusione anticipata dal mercato del lavoro. Chiuso quel capitolo per motivi di forza maggiore, la Fondazione Pedroncini ha colto al volo la proposta dei proprietari del complesso Parco Maggia. Questi ultimi hanno già accolto il Centro diurno di Pro Senectute aperto da poco e avevano auspicato di affiancarvi un’impresa sociale. Da qui la nascita del ristorante (il quale, fra l’altro, si occupa anche di fornire i pasti al vicino centro).
Si colma una lacuna
«In Vallemaggia ad oggi – hanno chiarito i promotori – vi sono una sessantina di persone in situazione di disagio. A 8 o 10 di loro speriamo di offrire un ambiente aperto e caloroso per un ritorno nel mondo del lavoro». I primi dipendenti sono già all’opera (Parco Maggia ha aperto lunedì scorso), altri li seguiranno. Gli ambiti di attività sono la cucina, il servizio e l’alberghieria. Un nuovo inizio, insomma, grazie alla struttura di Maggia, con l’obiettivo, per la maggior parte degli utenti, di trovare poi altrove un reinserimento professionale definitivo.
Gastronomia e alloggio
Il ristorante Parco Maggia dispone di 60 posti interni e 40 esterni ed è aperto il martedì e mercoledì dalle 8 alle 18 e dal giovedì al sabato dalle 8 alle 22 (o su appuntamento per eventi speciali). Da primavera saranno a disposizione anche 4 appartamenti che costituiranno un bed & breakfast con 16 posti letto.