Un tatuaggio non prova l'estremismo

Accolto il ricorso di un giovane ritenuto inabile al servizio militare a causa d'un simbolo fascista
Red. Online
05.06.2014 06:01

BELLINZONA - Avere tatuato sul corpo un simbolo di ispirazione fascista non significa necessariamente avere idee a tal punto estremiste da essere dichiarato inabile al servizio militare.Così ha sentenziato il Tribunale amministrativo federale (TAF) che ha accolto un ricorso presentato da un giovane residente nell'alto Ticino contro la raccomandazione di non cedergli l'arma personale emanata nel mese di luglio dell'anno scorso dal Servizio specializzato per i controlli di sicurezza relativi alle persone del Dipartimento militare federale. Raccomandazione che, confermata dal capo dell'Esercito e quindi fatta propria dallo Stato maggiore di condotta, per il giovane si era tradotta nell'inabilità al servizio militare. Dopo che nel corso della visita medica di reclutamento era stato notato il tatuaggio «incriminato», il Servizio specializzato per i controlli di sicurezza era stato incaricato di eseguire ulteriori verifiche dalle quali a carico del ragazzo erano emersi molteplici indizi di appartenenza alla scena dell'estremismo di destra.

Conclusioni, queste, ritenute del tutto arbitrarie dal TAF secondo il quale, si legge nella sentenza pubblicata negli scorsi giorni, «non si vede infatti in come un semplice tatuaggio – pur anche ammettendo la potenziale connotazione politica – e delle idee politiche piuttosto di destra o di estrema destra, possano essere di per sé sufficienti per concludere che il ricorrente potrebbe abusare dell'arma personale». E ancora: «Le sue idee non eccedono quello che in genere viene espresso nel mondo politico o dalla stessa popolazione, in rapporto alle preoccupazioni della società legate all'immigrazione». Si è ben lungi, specifica l'Alta Corte amministrativa, dall'estremismo violento che giustificherebbe un'inabilità al servizio militare in considerazione della potenziale minaccia rappresentata dal giovane per l'esercito e per la sicurezza pubblica. Estremismo violento del quale il ragazzo non si è mai reso protagonista. E nulla risulta a suo carico neppure per quanto concerne eventuali segni di aggressività o instabilità psichica. Un ragazzo normale, quindi senza pendenze di sorta con la giustizia, la cui unica colpa è di aver tatuato sul corpo un simbolo di ispirazione fascista.Se il controllo di sicurezza effettuato nei suoi confronti era legittimo, conclude il TAF, l'estensione e la natura delle indagini come pure il contenuto delle domande poste al giovane hanno chiaramente oltrepassato i limiti della legalità. Con l'accoglimento del ricorso, la posizione del ragazzo, che sarebbe disposto seppur a malincuore a rinunciare di sua sponte al servizio militare, dovrà essere rivalutata dai servizi di reclutamento dell'esercito.