Alberghi

Un Ticino per tutto l’anno? «Si può fare, ma serve crederci»

L’assemblea di HotellerieSuisse Ticino ha scelto la nuova presidente: dopo nove anni Lorenzo Pianezzi cede il testimone a Sonja Frey - Tra le priorità, la formazione dei giovani e un mercato più vasto, che apra all’Asia
Martina Salvini
01.06.2023 17:15

«Le strade sono due: o ci accontentiamo dei numeri pre-pandemici, oppure puntiamo a crescere. Ma per farlo, dobbiamo andare a sfruttare le stagioni su cui oggi investiamo meno: primavera e autunno. Forse così riusciremo a raggiungere la tanto decantata destagionalizzazione». Lo ha voluto ribadire ancora una volta oggi, Lorenzo Pianezzi, in occasione dell’ultima assemblea che lo ha visto alla guida di HotellerieSuisse Ticino. Ruota infatti tutta attorno a questo concetto la sfida maggiore per il settore turistico, e Pianezzi lo va ripetendo dal 2017. «Cosa è mancato finora per riuscirci? La spinta economica», risponde l’ormai ex presidente. «Dovremmo investire almeno un milione all’anno per tre anni . Fare cioè un’operazione massiccia di promozione invernale». Anche perché, fa notare Pianezzi, la clientela - complice il clima sempre più mite - sta già dimostrando di apprezzare il Ticino anche al di fuori del periodo estivo. «Ecco, noi dovremmo riuscire a controllare questa evoluzione, indirizzarla. E non, invece, subirla».

Questione di budget

Ma per riuscirci, è stato ribadito, occorre lavorare sull’offerta, aumentandola. «La destagionalizzazione - ha evidenziato Pianezzi - è un concetto che devono abbracciare tutti gli attori del comparto turistico: dagli alberghi ai ristoranti, passando per i negozi. Noi ci crediamo, ma serve che ci credano anche gli altri». E poi, come detto, servono finanziamenti. Di qui, l’appello alla politica: «Dovremmo andare in Gran Consiglio e chiedere un budget maggiore». Un esempio, gli ha fatto eco il vicepresidente Massimo Perucchi, arriva dai nostri vicini di casa: «Il credito quadro destinato a Ticino Turismo è di 16 milioni. Zermatt, invece, solo per promuovere i 150 anni del Cervino, ha speso per due settimane ben 15 milioni. Questo rende bene l’idea della distanza tra gli investimenti». A rovinare i piani, poi, quest’anno è arrivato anche il rincaro dell’energia: «Per alcune strutture la bolletta è triplicata. Questo ha messo in grossa difficoltà soprattutto gli alberghi che offrono il servizio wellness».

Il personale che non c'è

Tra gli elementi di preoccupazione per il settore alberghiero c’è poi la carenza di personale. La situazione, ha però precisato Pianezzi, in Ticino al momento non è ancora allarmante. «In Svizzera interna - ha spiegato - alcuni alberghi hanno perfino dovuto chiudere una parte delle strutture per la mancanza di personale. Da noi il problema inizia a farsi sentire, sì, ma non in modo così marcato». Per arginare le partenze, ha però sottolineato Pianezzi, occorre investire sulla formazione. Ma anche continuare a migliorare le condizioni di lavoro. «I minimi salariali contenuti nel contratto nazionale di lavoro (CNL) vengono aumentati del 3% ogni anno. I cambiamenti, insomma, vogliono andare a vantaggio dei dipendenti».

Tre priorità

Proprio l’ambito della formazione sta particolarmente a cuore anche alla nuova presidente di HotellerieSuisse Ticino, Sonja Frey, che ieri ha ricevuto il testimone da Pianezzi, il quale ha terminato il proprio mandato dopo nove anni. «Sono tre gli aspetti su cui vorrei concentrarmi: la formazione, la destinazione-Ticino e la sostenibilità», ha spiegato. Prima donna eletta alla guida dell’associazione di categoria, Sonja Frey è originaria della Svizzera tedesca, ma da vent’anni risiede in Ticino, nel Locarnese, dove gestisce un albergo garni a 3 stelle e una pensione con osteria. «Da formatrice - ha detto la nuova presidente - mi rendo ben conto di quanto sia importante poter reclutare i giovani, mostrando loro le opportunità che offre il settore, troppo spesso associato solo al lavoro festivo». Tra gli obiettivi di Frey, anche la promozione del Ticino come «meta per tutto l’anno»: «Da un lato, abbiamo bisogno di battelli, funicolari e attrazioni turistiche funzionanti tutto l’anno. Dall’altro, però, anche di diventare un po’ meno dipendenti dalle condizioni meteorologiche». La nuova presidente spinge inoltre per l’apertura a una nuova clientela. «Va benissimo lo svizzero tedesco, ma sarebbe bello puntare anche al mercato asiatico. Il potenziale c’è, e lo si vede guardando le altre destinazioni svizzere, conosciute in tutto il mondo». Insomma, il potenziale c’è, «ma dobbiamo saper cogliere le nuove opportunità e, soprattutto, dobbiamo crederci, anche dialogando e facendoci supportare dalle istituzioni politiche».

Che anno sarà il 2023? «Fino ad aprile i pernottamenti sono stati in crescita, mentre maggio è stato sottotono a causa del meteo», ha fatto notare Pianezzi. Guardando all’estate, «sarà interessante vedere se si manterrà in linea con le cifre del 2022 - quando i pernottamenti sono stati 2,5 milioni, dopo il record toccato nel 2021 (2,9 milioni) - o se torneremo ai livelli pre-COVID con 2,3-2,4 milioni». Se così fosse, «sarebbe un peccato. Ma non dobbiamo stracciarci le vesti, né incolpare qualcuno. Dopo il COVID, è rinata la voglia di mare, e lo abbiamo visto durante il weekend pasquale, così come durante i ponti festivi di Ascensione e Pentecoste. Il tutto esaurito non c’è stato».