«Un timido passo, ma nella giusta direzione»

«Questa diminuzione è dovuta a vari fattori, tra cui una crescente pressione politica a livello nazionale a cui il Canton Ticino ha contribuito». Così il consigliere di Stato Raffaele De Rosa, durante una conferenza stampa indetta dal Dipartimento della sanità e della socialità per commentare la riduzione dei premi di cassa malati. «Riteniamo si tratti di un timido passo nella giusta direzione, che dà un po’ di tregua in un momento di incertezza e difficoltà. Tre gli strumenti per contenere l’onere dei premi: la riduzione volontaria delle riserve (quest’anno da 14 assicuratori malattia, l’anno scorso era uno solo), la restituzione dei premi incassati in eccesso (che ammonta a 3 milioni in Ticino) e infine la deduzione dei redditi da capitale».
E ancora: «Il 2 settembre 2020 avevamo espresso forte disappunto sull’aumento dei premi 2021, la situazione pandemica richiedeva un intervento straordinario. Per questo avevamo chiesto premi invariati, come avevamo chiesto di attingere alle riserve degli assicuratori, che erano lievitate. Inoltre, era evidente che la spesa Lamal sarebbe stata molto più bassa rispetto a quanto preventivato. La variazione del premio medio per il 2022 per il Ticino ha il segno meno, del -0,1%, molto vicino al dato nazionale. Possiamo osservare come sarà l’evoluzione per le tre categorie: per gli adulti -0,2%, per i giovani adulti -0,7%, per i minorenni -0,3».
«I costi delle cure sono aumentati in Ticino di oltre il 100% nei 24 anni di esistenza della Lamal, del 130% a livello nazionale» sottolinea dal canto suo Paolo Bianchi, direttore della Divisione della salute pubblica. «Nel 2020, in Ticino, questi costi sono diminuiti del 2% rispetto a un aumento a livello nazionale. È l’effetto della pandemia. Per il biennio 2021-22 il KOF si aspetta una crescita dei costi a livello svizzero attorno al 3% annuo, con un effetto di recupero in Ticino che causerà un aumento più elevato nel 2021 e moderato nel 2022». In generale, prosegue Bianchi, «i cantoni latini hanno costi sanitari e premi più elevati». Santésuisse, chiarisce, «ha valutato l’impatto della piramide demografica sui cantoni. Il Ticino è terzo per i premi più alti ma ciò è dovuto all’età media più elevata. Nel 2020 i medicamenti non hanno subito variazioni significative, idem le case di cura. In altri ambiti si vede invece una variazione della spesa, dagli Spitex alla fisioterapia, che hanno fatto diminuire i costi dell’1,9%».
«Un primo pacchetto a livello federale è stato approvato nel mese di giugno 2021 alle due camere, con le misure meno incisive, mentre un secondo pacchetto è in discussione dagli Stati dopo essere stato approvato dal Nazionale lo scorso ottobre» chiosa Bianchi. «Un altro pacchetto è stato posto in consultazione lo scorso anno, anche come controprogetto per l’iniziativa popolare pendente sul contenimento dei costi. Il consigliere federale Berset anche oggi in conferenza stampa ha indicato la presentazione di questo pacchetto nel primo trimestre 2022, con il controprogetto entro la fine dell’anno. Sono queste le misure federali che dovrebbero comportare una diminuzione dei costi».
Una maggiore concentrazione
«L’anno prossimo – dice Matteo Veri, collaboratore scientifico Area di gestione sanitaria – passeremo da 36 a 31 assicuratori a seguito di fusioni. In particolare Intras e Sanagate si fonderanno in Arcosana. Progres verrà consolidata da Helsana, Compaq entrerà in Sanitas e la KVF entrerà in OKK. È un trend che prosegue negli anni. In Ticino Helsana e Arcosana assicurano più del 40% delle popolazione ticinese, quindi il trend di una riduzione delle casse e una concentrazione degli assicurati prosegue. Da un lato ciò comporta un livellamento dei premi, un effetto positivo dunque, dall’altro forse viene un po’ meno la concorrenzialità. Tra i 12 principali assicuratori malattia la differenza è minima, meno del 10%. Nel 2015 la differenza era ancora del 45%, il cambio cassa era dunque più attrattivo qualche anno fa».
Veri si spinge oltre: «Negli anni l’evoluzione ticinese era superiore all’evoluzione svizzera. Quest’anno invece è in linea con quella federale. In termini assoluti abbiamo un premio medio ticinese che si situa sopra la media svizzera, per via della popolazione più anziana che ha un livello di costo più elevato. Per quanto riguarda la variazione 2022, però, finalmente siamo nella media svizzera. In altri cantoni il premio medio aumenterà, ma sarà comunque contenuto. In Ticino la scelta del premio standard con il tempo è stata abbandonata, con molti assicuratori che hanno scelto franchigie opzionali più elevate o modelli alternativi come quelli del medico di famiglia. Vale comunque sempre la pena di rivalutare la propria copertura ogni anno. Entro il 31 novembre si può cambiare assicuratore, volendo, e molti l’hanno già fatto».
Gli sforzi del cantone
«Bisogna sottolineare gli sforzi del Cantone per ridurre i premi: per il terzo anno consecutivo la fornitura dei dati da parte di Berna è stata molto parziale, con gli assicuratori malattia che non hanno fornito i dati al Cantone, su esplicito invito dell’UFSP» sottolinea De Rosa. «Questo ci impedisce di fare un quadro della situazione e di rilevare anche eventuali errori e svolgere appieno il ruolo di vigilanza come fatto in passato. Nell’ambito della procedura, il 18 agosto abbiamo scritto a Berset e alla direzione dell’Ufficio federale, rivendicando premi 2022 invariati in quanto si prospettava un aumento dei premi. Avevamo quindi chiesto come minimo di correggere questo possibile aumento, chiedendo inoltre una procedura di approvazione dei premi poco trasparente e opaco. Avevamo inoltre chiesto all’Amministrazione federale di considerare anche i ricavi in conto capitale, e questa volta è stato fatto».
«Il problema del processo dei rimborsi – prosegue il consigliere di Stato – è che si tratta sempre di procedure su base volontaria. Abbiamo chiesto a Berna la possibilità di trasformarla in un obbligo, finché le riserve sono così elevate. Possiamo dire, grossolanamente, come stima, che potremmo assistere a una riduzione complessiva di circa l’1%». L’iniziativa di dare più forza ai cantoni «è stata approvata agli Stati e ora passa al Nazionale, mentre la mozione Lombardi con gli stessi principi è stata approvata da entrambe le camere. Invece la trasformazione della possibilità di rimborsare i premi in un obbligo, dopo il rifiuto con un piccolo margine agli Stati, deve essere valutata dal Nazionale. Per quanto riguarda la terza iniziativa, simile alla seconda, è stata rifiutata anche qui con pochi voti di scarto dagli Stati e deve ora passare al Nazionale».
Di nuovo: «Uno dei problemi sul tavolo, per cui stiamo cercando di convincere l’autorità federale, è che dal 2017-2018, con l’entrata in vigore della nuova legge sulle riserve, abbiamo visto un aumento molto marcato delle stesse. Questo testimonia che è importantissimo correggere il sistema. E si rispecchia anche nelle riserve eccessive sui singoli assicuratori malattia. Cinque assicuratori malattia hanno riserve oltre il 200% sopra la quota di solvibilità minima». In conclusione, i premi di cassa malati 2022 «sono condizionati dai costi della pandemia, dall’intenzione di utilizzare parte delle riserve da parte degli assicuratori e dalla forte volontà politica, cui il Ticino ha dato il la, di ridurre i premi. Questa diminuzione rimane contenuta anche per la poca trasparenza nel calcolo dei premi e nel calcolo dei redditi da capitale. La riduzione delle riserve aiuta ma rimane insufficiente perché rimane su base volontaria. I premi non sono commisurati ai costi ma speriamo che le iniziative ticinesi in merito verranno approvate. Comunque, troviamo positivo che il Consiglio federale abbia condiviso la critica del Canton Ticino sulla poca trasparenza dei redditi da capitale. Rimangono fondamentali gli interventi sul contenimento dei costi, in particolare con i due pacchetti del Consiglio federale».