L'intervista

«Un turismo transfrontaliero? Perché no, con Lanzo d'Intelvi il dialogo è aperto»

Dagli investimenti futuri al timore di altri referendum, passando dalla collaborazione con le autorità italiane, al turismo fino al marketing territoriale: il nuovo sindaco di Val Mara, Jgor Zocchetti, si racconta
Il sindaco di Val Mara, Jgor Zocchetti. © CdT/Chiara Zocchetti
Giuliano Gasperi
31.08.2024 06:00

Dagli investimenti futuri al timore di altri referendum, passando dalla collaborazione con le autorità italiane, al turismo fino al marketing territoriale: il nuovo sindaco di Val Mara, Jgor Zocchetti, si racconta

Sindaco, non ha fatto in tempo a sedersi sulla sua nuova «poltrona», che ha subito dovuto affrontare un referendum. Si sono visti esordi più tranquilli.
«Sì, diciamo che è stato un inizio col botto. Gestire il referendum ed essere molto sollecitato dai media, comunque, è stato un trampolino di lancio per affrontare il mio nuovo ruolo. Peccato per il risultato, ma il popolo giustamente è sovrano».

Dopo il voto ci disse: «Speriamo che ora non ci sia un referendum su ogni progetto», visto anche il precedente «no» alla ristrutturazione della sala multiuso di Rovio. Ha ancora questo timore?
«Difficile dirlo. Pensando ai prossimi quattro anni, gli investimenti di un certo rilievo sono due: il rinnovamento del centro sportivo di Melano, dove vogliamo offrire spazi anche per altri sport, non solo per il calcio, e la famosa ristrutturazione dell’edificio che accoglie l’ala materna a Rovio, un edificio di valore che, in futuro, vorrei ospitasse anche altre scolaresche grazie all’inserimento di un ostello. Credo che il rischio di referendum sia minore, se condividiamo di più i progetti con la popolazione e le commissioni di quartiere, ed è quello che faremo».

Ad avere una casa anziani sul territorio di Val Mara ci avete rinunciato?
«Di terreni pubblici idonei a Melano non ce ne sono, è difficile trovare un’altra soluzione. Inoltre, verrebbe meno il principio di fondo del progetto pensato nel nucleo di Melano: creare degli scambi intergenerazionali in paese. Mi spiace che questo spirito non sia stato colto. Qualcuno suggeriva di trattare con privati proprietari di terreni, ma i tempi si allungherebbero e i costi lieviterebbero. Mi è stato trasmesso il valore di non fare il passo più lungo della gamba».

È quindi un discorso chiuso al cento per cento?
«Non ancora. Ci proviamo, ma è dura, proprio come ho detto prima della votazione».

E per la sala multiuso a Rovio?
«Quello sì, è un discorso chiuso. Abbiamo spostato i servizi finanziari nella ex casa comunale di Maroggia. A Rovio rimane lo sportello multifunzionale, abbiamo fatto un piccolo investimento per migliorare solo quella parte».

Val Mara fa marketing territoriale per attirare nuovi cittadini, magari contribuenti facoltosi?
«Al momento no. Il nostro moltiplicatore all’ottanta percento è abbastanza concorrenziale, in più offriamo tutti i servizi necessari per le persone fisiche e giuridiche. Senza dimenticare la bellezza del paesaggio del nostro territorio incastonato tra il Monte Generoso e il Ceresio, oltre alla comodità di trovarsi tra Lugano e Milano».

A tal proposito, non crede che il suo Comune, a livello turistico, abbia un potenziale inespresso?
«Certo: si potrebbe fare di più valorizzando il lago, la montagna e alcuni beni e monumenti di valore».

Anche collaborando con le autorità italiane? Val Mara e Lanzo Intelvi possono far parte della stessa esperienza turistica.
«Con il comprensorio di Lanzo d’Intelvi si è aperto un tavolo per sviluppare collaborazioni e, perché no, favorire un turismo transfrontaliero, magari sfruttando l’affollamento di visitatori che c’è sul Lario. Ci vuole però la volontà di tutti gli enti coinvolti».

Guardando al Ceresio, recentemente vi siete dotati di un nuovo pontile. È utilizzato?
«Il nostro Comune offre la carta gratuita estiva per i battelli, e qualcuno la usa, anche se la tabella delle corse è un po’ complicata. Ci sono anche persone che si fermano a Maroggia e vengono a fare una passeggiata. Il servizio in sé funziona e sviluppa un movimento turistico. Non mi sembra sia usato regolarmente dai lavoratori che arrivano da Porto Ceresio, come era negli auspici iniziali. Probabilmente servono incentivi maggiori».

I discorsi di mobilità ci portano inevitabilmente al progetto di potenziamento dell’autostrada. Da cittadino, cosa ne pensa?
«Sugli intenti del progetto, che mira a fluidificare la A2 e sgravare la cantonale, il Municipio non può far altro che seguire la Confederazione. Le conseguenze territoriali, tuttavia, con il noto semisvincolo fra Melano e Maroggia, sono importanti per noi. Come Comune chiediamo che questo manufatto sia il più ‘nascosto’ e il meno impattante possibile, così come tutto il tratto autostradale tra l’uscita della futura Galleria Bissone-Maroggia e il semisvincolo. L’Ufficio federale delle strade sta facendo un grande lavoro architettonico e paesaggistico, come per la riduzione dell’inquinamento fonico. Inoltre, stiamo lavorando molto come Municipio per ottenere delle misure compensatorie di valore».

Restiamo nella «terra». I problemi geologici sono quest’anno di drammatica attualità. Il vostro Comune, con le sue «pendenze», non ne è immune. Come vi state organizzando?
«Negli anni passati Val Mara, insieme ad altri enti, ha investito parecchio per prevenire le inondazioni e nella posa di camere di contenimento che, durante gli ultimi forti temporali, si sono riempite completamente. Hanno funzionato quindi, proteggendo il territorio. I versanti lungo la strada cantonale per Rovio e Maroggia presentano sempre qualche problema, ma anche il Cantone sta facendo grossi investimenti. Di altre opere difensive, a breve e medio termine, non ne sono previste, ma come abbiamo visto la natura è imprevedibile».

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