Viganello

Un ventaglio di opzioni per il deposito ARL

Una mozione che chiede di istituire una zona di pianificazione ha trovato supporto in Commissione pianificazione - Ma il Municipio invita prima a parlare con i proprietari dei terreni - Intanto la Città ragiona sui beni culturali tout court
Il piano del Municipio per tutelare il deposito coinvolge anche gli edifici a fianco. ©CDT/GABRIELE PUTZU
Red. Online
24.10.2020 06:00

«Si sta replicando quanto successo con il Canvetto Luganese. E anche in questo caso c’è spazio per tutelare il bene culturale senza condizionare negativamente le aspettative di edificabilità della zona e senza compromettere i valori immobiliari». Le parole sono del municipale di Lugano Angelo Jelmini, e sono un buon riassunto delle intenzioni dell’Esecutivo riguardo al futuro del deposito ARL di Viganello. L’ultima parola spetterà però al Consiglio comunale, forse già nella prossima seduta. Queste le opzioni: respingere la proposta di istituire una zona di pianificazione (cioè bloccare per cinque anni qualsiasi progetto), approvarla, o accogliere il suggerimento del Municipio.

Il deposito ARL, come noto, potrebbe essere demolito. ARL aveva raggiunto un accordo con Artisa per la cessione del terreno, e quest’ultima intendeva costruire un albergo. Contro la demolizione dello stabile, citato come degno di conservazione nell’inventario ISOS, si sono però mossi cittadini e politica, con una petizione firmata da 1.700 persone e una mezza dozzina di atti parlamentari, fra cui una mozione (prima firmataria Morena Ferrari Gamba) che chiede appunto l’istituzione di una zona di pianificazione per dare il tempo di rivalutare il da farsi.

Boulevard solo sulla carta

In estate il Municipio ha commissionato uno studio per individuare criticità nel Piano regolatore (PR) su via La Santa. Studio che è stato alla base sia del rapporto della Commissione della pianificazione, favorevole alla zona di pianificazione e all’elaborazione di una variante di PR, sia del parere del Municipio. Il PR in vigore prevede sulla via una sorta di «boulevard» con palazzi alti sette piani ma, nota lo studio, l’impostazione è risultata troppo rigida e la cosa non si è realizzata. Tanto per fare un esempio: il nuovo campus USI-SUPSI ha potuto essere realizzato solo modificando il PR e rinunciando in quell’area all’idea di boulevard. Lo studio suggerisce quindi di fare un passo indietro, permettendo sì di costruire fino a sette piani, ma senza imporlo. E per lo stabile ARL e i tre terreni circostanti (uno di proprietà della Città) si propone di pensare a un Piano di quartiere che tuteli da un lato il deposito e dall’altro permetta di densificare il costruito attorno a esso. Come fatto ad esempio con il Mizar vicino al Canvetto Luganese.

Ed è sulla scia di queste considerazioni che il Municipio propone di verificare il PR su via La Santa a moduli - con precedenza al deposito ARL - ma sentendo i proprietari interessati prima di prendere decisioni pianificatorie. Starà ora al Consiglio comunale decidere che strada imboccare.

Nuova caccia ai beni da tutelare

Il Municipio di Lugano intende dotare il Consiglio comunale di una nuova Commissione dedicata all’urbanistica: «Andrebbe a sostituire la Commissione nuclei tradizionali e si occuperebbe di tutto il territorio cittadino», ci ha detto il municipale Angelo Jelmini. L’idea è figlia di una crescente attenzione sul tema nella popolazione (il deposito ARL dell’articolo a fianco è uno degli esempi principali) che ha portato l’Esecutivo a coordinare le competenze interne all’amministrazione cittadina (in particolare nei Dicasteri sviluppo territoriale e immobili e presso la Divisione cultura) sulla tematica dei beni culturali e più in generale su quella del patrimonio storico immobiliare.

Entro fine anno

I primi risultati di questa operazione si dovrebbero vedere entro fine anno, si legge in risposta a un’interrogazione sul tema della tutela dei beni culturali. (primo firmatario Nicola Schoenenberger). «Stiamo riguardando i vari cataloghi ISOS per vedere se non abbiamo dimenticato qualcosa», ci ha spiegato Jelmini. Il riferimento è alla variante di Piano regolatore per la tutela di 103 oggetti sul territorio cittadino, di cui sei contestati, nel senso che il Tribunale amministrativo cantonale ha chiesto approfondimenti alla Città, accogliendo dei ricorsi. Approfondimenti che sono in corso e che stanno prendendo più tempo del previsto in quanto, appunto, il Comune nei quartieri Centro e Castagnola sta «valutando diversi altri immobili» per capire se possano essere degni di protezione. Stessa operazione si sta facendo nelle varianti o revisioni in corso dei PR di Bré, Cadro, Barbengo e Villa Favorita. Quanto al timore degli interroganti che, in attesa di decisioni, i proprietari di stabili potenzialmente tutelati presentino domande di costruzione, l’Esecutivo afferma di aver facoltà di attivare le misure di salvaguardia previste dalla Legge sullo sviluppo territoriale.