Un volo indietro nel tempo per respirare l’aria di allora

AGNO - «Facciamo una bella cronistoria». L'espressione è ben conosciuta fra noi giornalisti. Quando ricorre un anniversario importante, la cronistoria è la prima cosa a cui pensiamo, o quasi. Una specie di jolly. Gli ottant'anni dell'aeroporto di Agno non fanno eccezione, ma seguendo questa tradizione una domanda rischierebbe di restare senza risposta: qual era l'atmosfera di quel periodo? Cosa si provava, dentro e fuori dallo scalo, vedendo i primi aerei svolazzare fra le nuvole? Per assaporare quel clima abbiamo fatto un viaggio nel tempo con Fernando Maspoli, classe 1938 proprio come l'aeroporto, pilota, istruttore e architetto.
Quando Fernando Maspoli accende il motore dei ricordi, il suo racconto è proprio come un aeroplano che aumenta i giri, prende velocità e spicca il volo. Lo fa con gioia, perché l'aviazione è stato il suo amore, ma quando torna ai giorni nostri, con il pensiero o varcando fisicamente i cancelli dell'aeroporto, emerge un altro sentimento, come un retrogusto. «È un po' di malinconia, perché oggi mancano l'entusiasmo e l'epicità che c'erano fra gli anni cinquanta e novanta. L'aereo è diventato un semplice mezzo di trasporto. Tempo fa proponevo a mia figlia di venire a volare con me, e lei: "Grazie papà, ma sono appena tornata da Lima, per un po' basta con gli aerei". Anche fra gli appassionati è diverso, perché non c'è più quel chiacchiericcio di un tempo, quel raccontarsi le esperienze. La gente viene, vola e va. E tra chi sceglie la professione di pilota, tanti mi sembra che lo facciano solo per una questione economica, anche se in questo settore non si può più parlare di grandi salari. Sono pagati come gli autisti dei bus. E poi credo che mediamente siano poco qualificati. Pensi che quando devo prendere un aereo di linea ho una certa paura e la situazione meteo la analizzo io: se non mi convince non parto, a costo di perdere il biglietto».