«Una carta cultura pure per la Città»

In Svizzera, secondo l’Ufficio di statistica, nel 2019 l’ammontare del tasso di rischio di povertà era del 15,7%. Una situazione grave sotto molteplici aspetti. Anche i Comuni possono e devono fare la loro parte. Tra le varie conseguenze di (soprav)vivere con un basso reddito c’è la quasi impossibilità di partecipare alle classiche offerte culturali e sociali presenti sul territorio, provocando di conseguenza l’isolamento stesso delle persone. Per far parzialmente fronte a questo problema, dal 2003 è stata lanciata la «CarteCulture», una carta che permette di accedere a svariate offerte culturali, educative e sportive anche a persone con un reddito al limite della povertà.
La «CarteCulture» è rilasciata dalla Caritas e permette alle persone domiciliate in un Comune associato all’iniziativa, che hanno un reddito basso (tra cui anche gli studenti), di avere accesso ad attività culturali, sportive ed educative con riduzioni dal 30% fino al 70% nel proprio Cantone e in altre regioni della Svizzera. L’ingresso a basso costo a musei, cinema o a lezioni di danza può essere un raggio di luce nella vita quotidiana di molte persone. Nel 2015 un sondaggio tra più di 3.000 utilizzatrici e utilizzatori della CarteCulture ha rivelato che il 69% delle persone coinvolte ha potuto accedere a offerte che altrimenti non sarebbero mai state in grado di concedersi.
In Svizzera sono solo tre i Cantoni che non hanno aderito all’iniziativa, tra cui uno è il Ticino. Nonostante ciò, «crediamo che questo tipo di progetto vada riproposto; iniziando da Bellinzona, dove le offerte di certo non mancano, ma rientrano ancora spesso in una “logica di mercato”, e quindi vanno pagate, a volte anche caro. Musei, teatri, corsi di lingua, di canto o di danza, cinema, abbonamenti a giornali, eccetera. Sono solo alcune delle proposte esistenti ma spesso troppo costose per essere accessibili a che lo desidera», scrive il gruppo Verdi-FA-MPS-POP nella mozione attraverso la quale propone di introdurre pure nella Turrita la carta cultura. Che «non avrebbe solo il vantaggio di includere più persone in attività sociali, sportive o culturali, ma permetterebbe anche a chi le offre di aumentare il proprio pubblico. Un reciproco beneficio che dovrebbe invogliare un gran numero di organizzazioni ad aderire alla proposta». La sinistra alternativa domanda inoltre all’Esecutivo di instaurare «un dialogo con tutte le associazioni culturali, sociali e sportive presenti sul territorio con lo scopo di presentare il progetto sopra citato al fine di coinvolgere il maggior numero di offerenti possibile».
