Una (casa) su dieci non ce la fa: Chiasso pecora nera dello sfitto

Meno case vuote dell’anno precedente. Per la prima volta dal 2014. Ma la tendenza, incoraggiante, riguardante lo sfitto nel nostro cantone presenta un’eccezione, quella che proverbialmente conferma la regola. Riguarda il Mendrisiotto, dove le abitazioni vuote continuano ad aumentare e il primo giugno di quest’anno hanno toccato quota 1.521, pari al 4,94%. Esattamente 12 mesi prima erano 1.395, pari al 4,60%. «L’occupazione media di un appartamento è di due persone o poco più», esordisce più Gianluigi Piazzini, presidente della CATEF, l’associazione ticinese dei proprietari immobiliari, quindi è come se un paese di poco più di 3.000 persone fosse disabitato. Pensate a Balerna completamente deserta. Ecco, il paragone è appropriato.
I consigli del Municipio
A svolgere lo scomodo ruolo della pecora nera è Chiasso. Sì, perché il dato relativo alla cittadina di confine è di quelli impossibili da non notare. Se tutti i Comuni del distretto registrano un calo delle abitazioni vuote (o un sostanziale equilibrio rispetto a metà 2021), la cittadina di confine ha visto esplodere lo sfitto sul suo territorio. Il verbo scelto non è azzardato, a Chiasso le case vuote hanno infatti superato la soglia del 10% (per la precisione 10,15%), raggiungendo quota 559. Sono così 167 in più di un anno prima, quando erano state segnalate 392 case vuote (il 7,17%).
Il dato è alto, il più alto del Cantone (seconda dopo Chiasso è Bodio, con il 6,79%, terza e quarta altre due località momò, Balerna e Vacallo), e l’aumento in 12 mesi è sensibile, ma «non mi sorprende – ammette subito il sindaco della cittadina Bruno Arrigoni -, questa è la nostra realtà attuale. Sicuramente si è costruito troppo». Per il Municipio chiassese quello dello sfitto è un tema sul tavolo da tempo. «Sappiamo di avere troppi appartamenti sul mercato, per questo a chi presenta progetti immobiliari consigliamo di optare per destinazioni commerciali e uffici. Per quanto concerne i progetti residenziali vediamo particolarmente bene le ristrutturazioni, i rinnovi di edifici già esistenti ma un po’ datati. Al giorno d’oggi chi cambia casa ha standard elevati, vuole ad esempio i doppi servizi, cosa che negli edifici datati di regola manca». Negli ultimi anni, prosegue il sindaco, «gli stabili ristrutturati sono stati molteplici, si veda ad esempio il quartiere Odescalchi. Più cantieri sono finiti da poco e quindi sul mercato sono arrivati molti nuovi appartamenti che ancora cercano inquilini. Speriamo arrivino nuove famiglie, anche perché i prezzi qui sono buoni».
A questa possibile spiegazione all’aumento netto delle unità abitative sfitte a Chiasso se ne aggiunge almeno un’altra paragonabile a una tendenza: «Il telelavoro ci ha sicuramente fatto perdere un po’ di residenti, parte dei lavoratori che avevano un pied-à-terre qui, lavorando da casa, ha rinunciato al tetto chiassese». Terzo fattore: il calo demografico generale che la cittadina accusa da qualche anno.
Gli altri paesi
La percentuale di abitazioni sfitte a Chiasso è circa 4 volte superiore alla media cantonale del 2,49%, pari a 6.262 unità (in calo dal 2,83% del giugno 2021, pari a 7.017 unità). E il doppio di quella distrettuale, poco inferiore al 5%. A livello comunale, come anticipato, dietro Chiasso e Bodio, i Comuni con più case sfitte sono Balerna con il 6,51% (136 abitazioni) e Vacallo (6,50%, 127 unità). Per entrambi questi paesi il dato è comunque in calo (Balerna nel 2021 era al 7,05% e Vacallo al 6,99%). Restando nel Mendrisiotto le percentuali di sfitto negli altri Comuni sono del 5,96% a Morbio Inferiore (in aumento dal 5,35%), del 4,01% a Mendrisio (in calo dal 4,14%), del 3,45% a Coldrerio (nel 2021 4,07%), del 2,82% a Novazzano (nel 2021 2,93%), del 2,51% a Stabio (nel 2021 2,46%), dell’1,24% a Riva San Vitale (nel 2021 2,85%), dello 0,79% a Castel San Pietro (nel 2021 1,20%) e dello 0,41% a Breggia (nel 2021 0,34%). Brusino ha uno sfitto pari all’1,16% (in aumento dallo 0,78%).
«A livello ticinese l’inversione di tendenza è evidente – riassume Piazzini –, il calo in un anno è stato di circa il 10%. Però il Mendrisiotto resta fuori da questo trend e non è evidente spiegare perché». Un ruolo chiave, a livello cantonale, lo stanno giocando le persone giunte dall’Ucraina, «che rappresentano circa la metà di questo 10%; inoltre da considerare c’è anche l’euforia edilizia degli scorsi anni, che sembra si stia esaurendo». A questo proposito Piazzini fa notare come i grossi cantieri siano meno numerosi rispetto al recente passato, «questo anche nel Mendrisiotto dove sono in corso più progetti commerciali, che residenziali, si vedano l’ex Trecor o l’ex Fernet a Chiasso».
«Fare squadra tra Comuni»
Ma, forse, è anche una questione di reputazione: «Certi quartieri, magari totalmente rinnovati rispetto a qualche decennio fa e con tutti i servizi primari, sono ancora associati a una reputazione passata, ad esempio a quella di periferia un po’ bruttina o mal frequentata, e questo frena i nuovi potenziali inquilini». Per Piazzini l’obiettivo dei Comuni deve essere principalmente uno: «Bisogna capire se si riesce a far fermare sul territorio più persone, e per farlo bisogna difendere quello che oggi abbiamo qui, soprattutto le aziende che vanno incontro a un periodo molto difficile. Per farlo credo sia indispensabile fare squadra tra i Comuni. Trovare strategie condivise».
I dati reali
Idati sono da prendere con le pinze, sempre e a maggior ragione in questo caso. Perché le statistiche riguardanti lo sfitto sono frutto di un’auto dichiarazione dei proprietari di abitazioni. Un formulario che «non tutti compilano, si sa – conclude Piazzini –. Le cifre reali riguardanti lo sfitto sono quindi più alte di quelle indicate dalle statistiche del Cantone, si stima di diversi punti percentuali».