Una cooperativa può salvare la «Botega» dalla chiusura

Una cooperativa per salvare la Botega di Prato-Sornico. È con questa idea che Anna Pedemonte si rivolge alla comunità della Lavizzara per cercare di scongiurare la chiusura dell’attività di vendita di prodotti alimentari freschi e confezionati nell’unico negozio rimasto aperto in valle. Per motivi familiari - presto sarà mamma - Anna non riuscirà più a proseguire l’attività della Botega da sola, come ha fatto in questi ultimi tre anni rilevandone la gestione da Fabrizia Sandrini. E con l’intento di salvare posti di lavoro, valorizzare tradizioni locali, puntando su artigianato e accoglienza, la gerente si appella alla comunità per cercare la partecipazione di tante persone per uno scopo comune: costituire una cooperativa, sul modello ad esempio di altri commerci «periferici» come a Moghegno, sempre in Vallemaggia o a Dalpe, in Leventina, che possa poi affidare la nuova gestione del negozio e soprattutto sostenere l’attività commerciale, in particolare d’inverno, quando necessariamente il volume delle vendite cala. «La Botega è più di un negozio, è un luogo di sosta «obbligato» per gli escursionisti ma soprattutto un punto di riferimento per la comunità locale. Ma è anche un ritrovo per socializzare, per incontrarsi, per scambiare qualche parola mentre si acquistano beni di prima necessità. Per questo motivo Anna Pedemonte ha organizzato un incontro aperto a tutti domani, mercoledì 10 gennaio, a partire dalle 20, nella sala multiuso della scuola di Sornico, proprio di fronte alla Botega. Lo scopo è contrastare la concreta minaccia della chiusura del negozio, obiettivo che può essere raggiunto appunto con il sostegno attivo e l’aiuto dei cittadini della valle. «È affascinante la sfida di preservare e promuovere ulteriormente lo sviluppo delle piccole comunità. Se la Botega ce la farà, sarà una vittoria che si trasformerà in un esempio per altre realtà periferiche e discoste», ci dice Anna Pedemonte.
Cambio di rotta
Di origini svizzero-tedesche, la gerente ha deciso di affrontare questa nuova avventura per lei circa tre anni fa, ancora in piena pandemia. Ha studiato design d’interni all’Università di Lucerna, ma una volta approdata in Lavizzara ha deciso di cambiare radicalmente rotta e avvicinarsi al suo amore per il cibo e la natura. Dopo aver lavorato in diverse aziende nel settore alimentare, ha colto l’opportunità di rilevare il negozio di Prato Sornico e di creare un ambiente accogliente e un’offerta di prodotti locali e biologici, facendosi apprezzare dai turisti di passaggio e da tutta la comunità locale. «Non è semplice tenere aperta la Botega: si è impegnati tutto il giorno e non c’è certo il volume di vendite di un negozio di città. Anche un’apertura stagionale è impraticabile per la deperibilità della merce. Spero sia accolto il mio appello di trovare una soluzione condivisa per mantenere in vita un piccolo negozio di valle che può dare ancora molte soddisfazioni».
Per sopravvivere
Non è semplice tenere aperto un negozio in valle. Con qualche virtuosa eccezione come a Moghegno, in Vallemaggia, grazie a una cooperativa di consumo, fondata nel 1927, si mantiene in vita il negozio in centro paese. O come a Dalpe, in Leventina, dove una cooperativa con 150 soci ha raccolto i fondi necessari per riaprire la «Botea da Dalp».