Una famiglia, un’azienda, i novant’anni di Plastifil

Chi ha frequentato un qualsiasi istituto scolastico del cantone negli scorsi decenni, ha probabilmente studiato su un tavolo prodotto a Mendrisio. Il medesimo discorso può essere fatto per chi, allestendo la propria cucina, si è affidato a una nota fabbrica Svizzera che produce forni: le griglie provengono sempre da Mendrisio. Allargando ancor più il discorso, se oggi doveste entrare in una nota catena di caffè in qualsiasi parte del mondo, sappiate che il fondo grigliato della macchina del caffè è fatta, anch’essa, a Mendrisio. Tre esempi che evidenziano quanta strada abbia fatto la Plastifil, l’azienda con sede in città che pochi giorni fa – il 27 aprile – ha compiuto 90 anni. Novanta candeline per un’azienda familiare arrivata alla quarta generazione. Al timone, in qualità di presidente del Consiglio di Amministrazione, oggi c’è Martino Piccioli. Dell’area marketing, invece, se ne occupa la sorella Cristina. A loro, insieme a un team di manager, il ruolo di continuare quanto fatto da genitori e zii e dal nonno: Mario Snozzi.

Tutto ebbe inizio a Capolago
Novant’anni s’è detto. È infatti il 27 aprile del 1934 quando, a Capolago, Dante Ronchetti – zio di Mario Snozzi – comincia a produrre i primi articoli firmati «Facta», ovvero Fabbrica articoli casalinghi, tele e affini. «Si producevano articoli per la casa in ferro» ci racconta Martino Piccioli. Nel 1943 l’azienda si trasferisce a Mendrisio in uno stabile che oggi ha lasciato il posto all’edificio Botta, proprio a fianco del Centro di Pronto Intervento. Undici anni dopo, nel 1954, cambia il nome dell’azienda: nasce la Plastifil (da «plasti», plastificazione e «fil», filo d’acciaio). «I prodotti di punta, allora, erano i cestelli come pure gli espositori per i negozietti di paese, ma anche porta cartoline». Altri tempi, verrebbe da dire, ma che sicuramente sono impressi nella memoria di molte persone. Nel 1958 nonno Mario (classe 1925, venuto a a mancare nel 2022) assume la direzione generale dell’azienda e, nel 1964, la Plastifil si amplia con un nuovo stabilimento nella zona industriale 7 a Mendrisio, dove tuttora è presente. Sono anni d’oro per la ditta momò: «si producevano i cestelli per le lavastoviglie. A quell’epoca si lavoravano volumi importanti. Basti pensare – ci ricorda il presidente – che nel 1965 era stato costruito un binario di raccordo: dall’azienda partivano giornalmente interi vagoni di nostri prodotti». E dai «semplici» cestelli per lavastoviglie il passo verso la realizzazione di elementi più sofisticati è breve: «Plastifil negli anni ‘80 – descrive Cristina – ha cominciato a produrre cestelli per l’alta gamma orologiera, ma pure per tutti i lavaggi tecnici dell’industria meccanica di precisione. Quel settore è diventato, cammin facendo, la nostra expertise». Fino ad arrivare agli anni 2000, quando dall’azienda di Mendrisio escono i castelli per il lavaggio degli strumenti in ambito medicale. Senza dimenticare il settore food, con cestelli per le friggitrici, grigliati per forni e macchine da caffè dei marchi internazionali.
«Facciamo tutto in casa»
Oggi la ditta di Mendrisio annovera all’incirca 180 dipendenti (e 10 apprendisti impegnati nei vari settori: commerciale, progettazione, programmazione macchine, logistica e IT) e una peculiarità sta nel fatto che il processo produttivo è gestito dall’inizio alla fine. «Facciamo tutto in casa – sottolinea Martino –: piegare il filo, saldare, l’elettropulitura. Negli ultimi anni abbiamo investito parecchio sui macchinari, rinnovare i macchinari proprio per tenere tutta la produzione ‘in casa’». Un concetto che sta a cuore all’azienda: «Abbiamo sempre voluto fare il possibile per rimanere qua. Salvo l’approvvigionamento della materia prima e servizi non abbiamo molti fornitori». Insomma, una realtà familiare con radici ben salde nel luogo dal quale tutto è partito.
Orientati al futuro
Le sfide che riserva il futuro di certo non mancano. «Oggi le condizioni per il nostro tipo di industria – rileva il CEO Michele Matis – sono profondamente cambiate rispetto a 15-20 anni fa. Si è reso necessario trovare nuove soluzioni per rimanere competitivi a fronte delle mutate condizioni e della concorrenza internazionale». Anche per questo motivo, negli ultimi anni non sono mancati investimenti nei macchinari. «Senza dimenticare – fa presente Piccioli – il know-how dei nostri collaboratori storici (uno andrà in pensione quest’anno dopo 47 anni in azienda, ndr.) e le competenze portate da manager, provenienti da altre realtà, ci hanno aiutato a fare un bel passo avanti in certi ambiti dell’organizzazione.». Pure il CdA è al lavoro al fine di «consolidare il nostro ruolo di leader europeo nella nostra nicchia di mercato, con un pensiero già rivolto alla prossima generazione». Già la prossima generazione. Piccioli, che è anche presidente di AIF Ticino (l’Associazione delle Imprese Familiari) ha le idee chiare: «È importante pensare molto presto alla successione. Questo non vuol dire individuare ‘il successore quando ha il pannolino’. Ma definire delle regole in modo che la prossima generazione potrà scegliere se entrare in azienda, saprà a che condizioni potrà farlo, senza obblighi».

Emissioni? Riduzione volontaria
Sostenbilità ambientale. Un concetto che è stato fatto proprio anche da Plastifil. L’ultima implementazione, in ordine di tempo, riguarda il tetto della fabbrica. In funzione v’è infatti un impianto fotovoltaico composto da 2011 moduli. 915kWp di energia pulita che permettono, stando ai dati raccolti, di evitare ogni anno l’immissione di CO2 pari a 442 tonnellate. «Con questo impianto – spiega Martino Piccioli – copriamo all’incirca il 45% del nostro fabbisogno energetico. Il 75% dell’energia che produciamo viene utilizzata internamente. Mentre il sabato e la domenica, avendo i macchinari spenti, immettiamo in rete». Il fotovoltaico, come detto, è solo l’ultimo tassello: «L’azienda è impegnata in un programma nazionale volontario per la riduzione delle emissioni a effetto serra».