Sorengo

Una nuova casa per gli studenti della Franklin University

Via agli scavi del nuovo campus, che vedrà la luce fra due anni - Oltre alle residenze prevista una sala polifunzionale e una palestra - L’Istituto festeggia anche una donazione record da 4 milioni
Da sinistra la sindaca di Sorengo Antonella Meuli, il presidente del CdA della Franklin University Kim Hildebrant, il presidente della Franklin University Gregory Warden, Laurent Belet e Cabell Goolsby West nel momento simbolico del primo colpo di pala. (Foto Putzu)
Federico Storni
19.05.2019 10:32

SORENGO - Un simbolico primo colpo di pala con alle spalle uno di quei grandi assegni che si vedono nei film e che porta impressa una cifra importante: quattro milioni di franchi, la maggior donazione mai ricevuta nei (quasi) cinquant’anni di storia dell’istituto. Aveva di che festeggiare oggi, malgrado la pioggia, la Franklin University Switzerland di Sorengo: dopo anni di progettazione è finalmente tutto pronto per iniziare a costruire il nuovo campus per studenti in via Ponte Tresa 18a. Campus che, salvo intoppi, potrà essere inaugurato nell’agosto del 2021. E che non sarà solo un dormitorio, in quanto oltre a trenta unità abitative supplementari conterrà pure spazi educativi, uffici e un’area fitness, oltre a due piani di parcheggi interrati (che dovrebbero anche essere a disposizione del Comune, che sta lavorando a un accordo in questo senso). La nuova ala sarà composta da due blocchi architettonici con funzioni differenti, e sorgerà davanti a uno dei sette spazi residenziali dell’Istituto già esistenti.

«Si è trattato di un iter complesso - ha detto il presidente della Franklin University Gregory Warden, - ci è voluto parecchio tempo per concretizzarlo. Ne abbiamo parlato per anni e, ora, eccolo qui. È una giornata davvero speciale».

«Per noi si tratta davvero di un evento storico - gli ha fatto eco il presidente del CdA Kim Hildebrant, - di un passo strategico per il nostro futuro e a favore del crescente corpo studenti».

Il nuovo campus, progettato dallo studio Flaviano Capriotti Architetti di Milano (il coordinamento dei lavori è stato affidato alla AF Toscano SA di Rivera), rappresenta per la scuola un investimento attorno ai 18-20 milioni di franchi. Di questi, otto si spera di raccoglierli tramite donazioni. Cinque sono già arrivati, di cui quattro da una singola persona, che ha deciso a questo stadio di mantenere l’anonimato: «Spero che fra qualche anno potremo dire di chi si tratta - ci ha detto Warden. - È una persona che ci conosce benissimo e che ci ha sostenuto altre volte nel corso degli anni. Una persona che crede in quello che facciamo e capisce l’importanza della residenza per i nostri studenti, che è l’identità centrale della Franklin». Dei 350 studenti che frequentano oggi l’Istituto (ma l’obiettivo è di arrivare a 500), l’83% vive infatti in una delle sette residenze del campus e dintorni. A lavori terminati il nuovo edificio potrà ospitarne 147, in stanze singole, doppie e quadruple.

Alla posa della prima pietra erano presenti anche le autorità comunali. La sindaca di Sorengo Antonella Meuli ha detto che «stiamo per dare il primo colpo di pala per piantare nel nostro territorio l’ultima e forse più profonda radice di questo ateneo internazionale». «Per Sorengo la Franklin University significa autonomia», ha poi aggiunto in risposta a una nostra domanda. Il Comune, in questi anni in cui si parla sovente di aggregazioni, ha sempre difeso con vigore la propria indipendenza, sostenendo di poter camminare sulle proprie gambe. E la Franklin in questo senso lo aiuta non poco.

Meuli ha anche sollevato un auspicio: «Che questa nuova, grande e moderna costruzione strutturata anche nell’ottica di favorire il dialogo tra l’Università e i suoi frequentatori con il tessuto urbano circostante possa aiutare nella ricerca di una reciproca interazione e integrazione. Due fattori sempre perseguiti da ambo le parte, finora invero con successi modesti, ancorché incoraggianti, tenuto conto dell’impegnativa barriera linguistica». Fra gli esempi portati dalla sindaca vi sono degli studenti che hanno insegnato inglese ai bambini delle Elementari nei doposcuola e degli aperitivi organizzati dall’Università e dal Comune per conoscersi. Anche se forse gli effetti migliori non si ottengono nell’immediato: «In tanti ritornano e si sposano qua», ha detto Meuli. Altri invece mettono radici. Lo stesso Hildebrant è un ex alunno.

Questo desiderio di accessibilità e di scambio si riflette anche nelle forme della nuova ala, ci hanno spiegato gli architetti Guido Cuscianna e Flaviano Capriotti, che hanno immaginato due blocchi distinti per materiali e forme. Quello più pubblico che ospiterà la sala polifunzionale e la palestra presenta rotondità, luminosità e morbidezza ed è caratterizzato dall’uso del vetro che nelle intenzione invita a entrarci. Mentre quello più residenziale è più formale e caratterizzato dal cemento, volutamente più massiccio. Ad alleggerirlo un primo piano luminoso che richiama il blocco accanto e i motivi incisi nel cemento della facciata che alludono alla stratificazione delle pagine di un libro, «emblema di cultura e comunicazione».