Losone

Una preziosa perla salvata e tutta da scoprire

Si sta concludendo l’operazione di restauro degli affreschi quattrocenteschi nella chiesa di San Giorgio – Ora il pubblico potrà tornare nell’antico coro per ammirare i dipinti attributi dagli esperti alla nota Bottega dei Seregnesi
Il Cristo pantocratore che domina la volta dell’antico coro di San Giorgio. ©Ti-Press/Samuel Golay
Barbara Gianetti Lorenzetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
15.04.2021 20:58

Una perla nascosta allo sguardo dei più, che stava rischiando di perdere per sempre il suo splendore. Sono i pregiati affreschi quattrocenteschi racchiusi nell’antico coro della chiesa di San Giorgio a Losone, salvati dal degrado grazie all’intervento concertato fra la locale Parrocchia e l’Ufficio dei beni culturali del Cantone. Un gioiello di arte sacra testimonianza dell’attività – in Ticino e nei Grigioni – della rinomata Bottega dei Seregnesi, che ebbe sede a Lugano e che disseminò il territorio di preziose opere nella seconda metà del 1400. Oggi la lunga operazione di salvataggio (di cui il CdT aveva già riferito nel febbraio 2020) è giunta a conclusione e, fatti salvi alcuni «ritocchi» conclusivi, gli affreschi tardogotici potranno tornare ad essere ammirati (o scoperti) dal pubblico. A spiegare quanto fatto – tirando anche le prime somme della raccolta di fondi – e ad illustrare come ci si regolerà in futuro sono statibil presidente del Consiglio parrocchiale Silvano Beretta, l’esperta Lara Calderari dell’Ufficio dei beni culturali, l’architetto Renato Doninelli, coordinatore dell’intervento, e i restauratori Marcello Bagutti e Silvia Gallina della CGB Restauri di Bellinzona.

Una statua «superstar»

A San Giorgio, però, non sono stati solo i dipinti ad essere oggetto di cure particolari. Una parte degli interventi degli ultimi anni ha pure riguardato l’ormai famosa effigie lignea del santo cui è dedicata la chiesa, protagonista di importanti mostre. Anch’essa deteriorata, è stata sottoposta a un accurato restauro prima di tornare al suo posto. Nel frattempo, per custodire al meglio la statua, la Parrocchia ha provveduto alla sostituzione del sistema di riscaldamento ad aria con uno elettrico dagli effetti meno deterioranti.

L’intervento degli Anni 80

Vi era poi da pensare anche agli affreschi dell’antico coro. In particolare allo splendido Cristo pantocratore che domina la volta e al resto della Crocifissione sull’abside. «L’ultimo intervento sulle opere – hanno spiegato gli esperti – fu effettuato attorno al 1980». Da allora, però, l’intonaco esterno in cemento ha cominciato a impedire all’umidità di «sfogare», costringendola a risalire lungo le pareti interne. Ciò ha fatto emergere sali che facevano pressione sulla pittura degli affreschi, provocandone anche il distacco. Una situazione d’emergenza, insomma, che nel 2015 ha portato Parrocchia e Cantone (sotto la cui tutela parziale si trova San Giorgio) a correre ai ripari, chiedendo ai restauratori una strategia volta a bloccare il degrado della pregiata opera, «oggi – ha affermato tra l’altro Calderari – ormai attribuibile con relativa certezza ai veri maestri Seregnesi e quindi particolarmente preziosa». Da qui i vari provvedimenti messi in atto a partire dal 2017: dalla pulitura esterna con vapore al drenaggio, dagli impacchi sui dipinti al loro trattamento con una sostanza speciale. «Tutte misure – hanno ancora chiarito gli esperti – i cui risultati si vedranno a lungo termine». Già oggi, però, grazie alle tecniche utilizzate, è possibile testimoniare di una diminuzione dell’umidità di risalita e di una stabilizzazione del colore originale. «Cosa che – ha affermato Bagutti – ci rende fiduciosi per il futuro». Un futuro nel quale gli affreschi di San Giorgio saranno costantemente monitorati, verificando a scadenze regolari che i provvedimenti adottati continuino ad essere efficaci.

Una porta sempre aperta

Nel frattempo la porta dell’antico coro, situata dietro l’altare della chiesa, rimarrà sempre aperta a coloro che vorranno rivedere (o scoprire) la perla rara losonese. Un interesse e un affetto che sono già stati testimoniati dai molti fedeli che hanno deciso di sostenere il Consiglio parrocchiale nell’impegnativa operazione. «Finora – ha spiegato Beretta – 300 donatori ci hanno permesso di raccogliere 48 mila franchi dei circa 100 mila necessari per coprire l’intera spesa. Prossimamente sarà stabilito l’ammontare dei sussidi cantonali e comunali (in totale circa il 50 per cento dei soli costi di conservazione e restauro, ndr.). Per il resto – ha concluso il presidente, annunciando vari interventi anche nel perimetro esterno della chiesa – siamo certi di poter ancora contare sulla generosità della popolazione, cui siamo particolarmente grati».