L'iniziativa

Una raccolta fondi per gli olivi di Gandria che è «un atto d'emergenza»

La Città ha smesso di sostenere economicamente la cura delle piante e l’Associazione Viva Gandria ha lanciato un «crowdfunding» per garantirla nel breve periodo, mentre lavora per cercare una soluzione più strutturale
©Ti-Press/Archivio
Federico Storni
Federico StornieAriela Garetto
21.08.2025 06:00

Simbolo di saggezza e di fertilità, di resistenza alle avversità della vita, di pace, l’olivo ha rappresentato per secoli nella mitologia e nella religione un elemento di purificazione e di forza. Valori che l’associazione Viva Gandria sta cercando di tenere vivi a fronte della decisione della Città di tagliare i fondi per la cura degli olivi, cosa che in prospettiva mette a rischio l’ormai tradizionale raccolta delle olive e la conseguente produzione dell’olio.

Necessità di fondi

L’Associazione, in collaborazione con la Bottega di Gandria, sta portando avanti comunque la raccolta e ha intenzione di assumersi l’impegno anche di quella nell’oliveto di San Domenico, che finora era sempre stata svolta dalla Città. A questo scopo ha fra le altre cose avviato una raccolta fondi per ovviare alla decisione della Città di Lugano di sospendere, a partire da quest’anno, il sostegno finanziario per la cura e la potatura dei due oliveti di Gandria e di quello di San Domenico, per un totale di circa 150 alberi. Il motivo sono delle misure di risparmio che si legano a più profondi tagli che hanno preso avvio a inizio 2024 e che sempre in zona hanno portato ad esempio ad «appaltare» un vigneto (cfr. l’edizione del 16.2.2024). Sebbene la raccolta delle olive sia da anni interamente presa a carico da Viva Gandria, con aiuti puntuali da altre associazioni, il venir meno della manutenzione delle piante la mette a rischio. «Anche se a inizio secolo il progetto si è sviluppato grazie al Fondo per il sito naturalistico e archeologico di Gandria, creato apposta, di fatto la manutenzione degli oliveti è sempre stata presa a carico dall’ente pubblico, anche dopo l’aggregazione di Gandria con Lugano - spiega Flavia Sutter, membra dell’Associazione. - Questo ha permesso di svolgerla regolarmente». Finora.

Il progetto

La raccolta fondi è già attiva e per accompagnarla sono stati posati dei cartelli nell’area (chi fosse interessato a donare può scrivere a [email protected] per avere maggiori informazioni). Serve in particolare a garantire l’attività mentre l’Associazione lavora a un progetto dettagliato per la gestione sul lungo tempo degli oliveti. Questo crowdfunding è, spiega Sutter, «un atto d’emergenza perché non abbiamo avuto abbastanza tempo per riorganizzarci dalla comunicazione dello stop ai sussidi per la manutenzione degli olivi». L’Associazione sul breve tempo sta dunque portando avanti la raccolta delle olive e in parallelo sta lavorando alla realizzazione di un dossier dettagliato contenente la storia dei terrazzamenti e della tradizione della raccolta, così da poter cercare partenariati e nuovi fondi. La speranza è comunque quella di poter continuare a dialogare anche con la Città per trovare qualche altra forma di sostegno all’attività.

Intanto, anno dopo anno, la raccolta delle olive è diventata un appuntamento sempre più apprezzato in paese. «Piace perché unisce il gesto agricolo al valore sociale - spiega Massimo Pedrazzini, pure membro di Viva Gandria. - Oltre agli abitanti del villaggio attira anche persone da Oltralpe e dalla Lombardia, nonché turisti e persone migranti.» L’unico «compenso» è l’ormai tradizionale zuppa di ceci a fine giornata, che è anche un piatto perfetto per assaggiare l’olio nuovo.

Un patrimonio da conservare

Durante i lavori in corso per allestire il nuovo Piano direttore comunale di Lugano, si è parlato di riconoscere l’area degli oliveti quale patrimonio naturale da conservare, valorizzare e ampliare proprio perché sorge su terrazzamenti storici, in parte ancora da recuperare. Per secoli, infatti, gran parte del monte Brè è stata ricoperta da muretti a secco; i resti ancora oggi visibili sono una testimonianza dei metodi agricoli utilizzati in Ticino in passato. «Senza questo patrimonio storico - argomenta Sutter - Gandria non sarebbe quella che è: meta luganese prediletta dai turisti e luogo d’importanza nazionale». Gli oliveti di Gandria e di San Domenico sono infatti fra le attrazioni del Sentiero di Gandria. La creazione di questo sentiero così come la raccolta delle olive sono due attività fortemente volute dalla comunità di Gandria, che a inizio secolo, su spunto di Enrico Besomi, procedette alla piantumazione di nuovi alberi, trovando sia il sostegno dell’ex Comune, sia quello della popolazione. Già allora il ripristino della raccolta fu reso possibile anche grazie alla generosità dei singoli.