Una «rivoluzione» interna che allunga la vita di 40 anni

La speranza, anzi la convinzione, è di aver dato alla realtà altri 40 anni di vita. Ce lo confida Onorato Zanini, presidente della Fondazione Presenza Sud di Mendrisio durante la visita degli spazi in trasformazione dell’omonimo centro. Sì perché in via Alessandro Manzoni 15 fervono i lavori: la struttura è sotto i ferri affinché dopo 40 anni di vocazione religiosa (e culturale) diventi idonea per poter esercitare una funzione terapeutica. Da febbraio a dare vita a buona parte delle superfici dell’ampio edificio (circa 900 metri quadri all’interno più 325 metri quadri all’esterno) sarà Pro Senectute con il proprio Centro diurno terapeutico per persone anziane affette da Alzheimer o patologie correlate che vivono sole o con la famiglia.
L’inconfondibile campanile
Sia chiaro, Pro Senectute non sarà la sola inquilina del Centro Presenza Sud. La chiesa rimarrà dov’è, (anche se ottimizzata negli spazi) così come l’inconfondibile campanile. Per ora però non è ancora dato sapere se e quando riprenderanno le funzioni religiose. La priorità attuale, spiegano Zanini e la vice presidentessa della Fondazione Patrizia Lazzeri mentre ci accompagnano nella visita del cantiere in fase di completamento, è la consegna degli spazi a Pro Senectute entro il mese di febbraio. Poi si potranno concentrare le energie sul resto. Il progetto infatti è a dir poco importante e per rispettare tempi e costi nulla deve essere lasciato al caso. Cosa che naturalmente non è stata fatta finora. Per poter accogliere un’attività come quella del Centro diurno terapeutico di Pro Senectute ci sono moltissime disposizioni da seguire, il progetto deve quindi essere concepito in funzione di queste esigenze, sottolineano le architette Anna Rosa Carnio-Quirici ed Elena Bocconi. Qualche esempio? Un’entrata separata per il cuoco, colori precisi alle pareti che possano trasmettere le emozioni giuste ai futuri ospiti, predisposizioni per accogliere le sedie a rotelle e molto altro. «Abbiamo costruito una casa nella casa», riassumono le architette per spiegare come spazi un tempo utilizzati per aree di incontro o residenziali, siano stati rimodulati e ristrutturati per poter svolgere al meglio il loro compito futuro. Entrando nel dettaglio, il centro è stato diviso in due zone: al pianterreno una zona di attesa, la palestra, zone di riposo, locali plurifunzionali (ristorazione, zona TV, aree per incontri), la cucina, servizi, l’area per il cuoco e un secondo ingresso per il personale e per gli utenti del primo piano; al primo livello i locali di consultazione e per cure particolari (podologia, attività cognitive, ecc) e i locali amministrativi. All’esterno è invece in fase di preparazione un giardino terapeutico, con zone di circolazione e altre per la coltivazione di piante aromatiche. «Fuori abbiamo voluto cambiare molto poco, dentro invece c’è stata una vera rivoluzione, non so cosa è rimasto com’era», racconta Zanini con un sorriso.
Dubbi e decisioni importanti
Con Pro Senectute la Fondazione Presenza Sud ha siglato un contratto di 20 anni. Un accordo che consente di pianificare la ristrutturazione e il futuro potendo contare su entrate certe. Il dettaglio non è di secondaria importanza perché il progetto implica un investimento di circa 3,6 milioni di franchi. «Una cifra molto importante» non hanno nascosto Zanini e Lazzeri, che sarebbe stato impossibile investire senza l’aiuto della Fondazione Promo e della Banca Raiffeisen Mendrisio e Valle di Muggio.
Importante è anche il «viaggio» intrapreso dalla Fondazione per identificare il domani del centro. Dall’incontro a fine 2021 con l’allora vescovo Valerio Lazzeri per parlare di futuro, alla chiusura del centro nel giugno 2022, alla proposta della Città di Mendrisio di coinvolgere Pro Senectute della fine del 2022. Sì perché ad aver individuato la struttura come potenziale sede del Centro diurno terapeutico è stato il Comune di Mendrisio, che poi ha proposto l’idea alla Fondazione. «Pro Senectute cercava una soluzione nel Mendrisiotto e si era rivolta alla Città», ha ricordato Zanini aggiungendo che la Fondazione, dopo averci meditato, ha deciso di collaborare con Pro Senectute ma elaborando il progetto in modo indipendente. Una scelta che oggi conferma come vincente e di cui non vede l’ora di mostrare i risultati a cantiere finito.
