Insediamento

Una sede nella nuova ala per essere vicini ai momò

Grazie all’ampliamento dell’ospedale di Mendrisio la Lega ticinese contro il cancro è riuscita a realizzare un desiderio che aveva da tempo: avere un punto di appoggio nel distretto – La presenza del borgo permetterà di ottimizzare la prossimità, aiutando i pazienti e i loro familiari
©Chiara Zocchetti
Lidia Travaini
17.05.2022 06:00

La malattia oncologica può stravolgere la vita di una persona. Anzi, di più persone. Ha infatti impatto su diverse sfere dell’esistenza di chi ne soffre e di chi gli sta vicino. Per questo la presa a carico di un paziente non si limita al suo percorso medico.

Lo sa molto bene la Lega ticinese contro il cancro, che da oltre 85 anno si occupa di chi è confrontato nel suo quotidiano con la malattia tumorale, a 360 gradi. Ma si occupa anche di sensibilizzare sul tema, perché tra i suoi scopi figurano altresì la diagnosi precoce e la riduzione del numero dei casi di cancro.

Il desiderio di prossimità

Per essere il più efficace possibile nel suo agire, l’ente fa della prossimità uno dei suoi principi base. Per questo è particolarmente felice e orgoglioso di un progetto concretizzato di recente: l’apertura di una sede nel Mendrisiotto (che si affianca a quelle di Lugano, Bellinzona e Locarno). Da qualche giorno la Lega ticinese contro il cancro ha degli spazi tutti suoi nella nuova ala dell’OBV di Mendrisio (inaugurata di recente, vedi CdT del 30 aprile). «Cercavamo uno spazio in questa zona già da prima che si iniziasse a parlare della nuova alla dell’ospedale. L’ampliamento dell’OBV è stata l’opportunità perfetta per concretizzare questo desiderio di vicinanza anche nel Mendrisiotto», premette la direttrice dell’ente Alba Masullo. L’abbiamo incontrata nei nuovi spazi mendrisiensi, insieme a Vittoria Espeli, dottoressa specialista in oncologia, membro di consiglio direttivo della Lega ticinese contro il cancro e medico responsabile dell’ambulatorio di oncologia IOSI dell’OBV e a Cristina Steiger, assistente sociale, da decenni referente dell’ente per la regione del Mendrisiotto. «Con questo ufficio abbiamo un punto di appoggio molto prezioso nel distretto, che ci aiuterà nel percorso di accompagnamento dei pazienti oncologici», spiega Steiger.

Volontariato prezioso

Il percorso di accompagnamento di cui si occupa la Lega ticinese contro il cancro, coordinandosi con i servizi sociosanitari presenti sul territorio, tocca, come anticipato, sfere differenti. Partendo da quella medica, e abbracciando quella psicologica (presa a carico di pazienti e familiari), quella riabilitativa, quella lavorativa – «Il cancro è una malattia con cui bisogna spesso imparare a convivere, anche in ambito lavorativo», ci sviene spiegato –, ma includendo anche gli aspetti amministrativi e il servizio sociale. Dell’attività fanno poi parte le campagne di informazione e il volontariato. Quest’ultimo è un servizio che l’ente offre dal 1989 e che è molto prezioso, perché concorre a creare capillarità e prossimità, ma anche perché permette di accompagnare fisicamente i pazienti oncologici in svariate attività quotidiane: «I nostri volontari possono occuparsi di un aiuto per fare la spesa o altre commissioni, di corsi e attività – per cui ora all’OBV l’ente ha anche a disposizione una sala apposita, ndr –, di portare i pazienti in ospedale o anche solo di fare compagnia e ascoltare. Sono persone preziosissime ed estremamente motivate», ci viene spiegato. Ivolontari sono organizzati in gruppi regionali (ne esistono cinque), e sono presenti su tutto il territorio cantonale. Sono circa 120 e lo scorso anno hanno garantito oltre 6.500 ore di attività.

Obiettivo: alleggerire

Le molte attività di cui si occupa l’ente – a cui di recente si è aggiunto l’aiuto ai profughi ucraini malati di cancro giunti in Ticino – hanno un unico grande obiettivo: aiutare il paziente nella gestione della malattia, «alleggerire» il carico di cui deve occuparsi per permetterci di concentrare le sue energie sulle cure.

La Lega cancro Ticino è solo uno degli enti «esterni» che si sono insediati nell’ampliamento dell’ospedale del capoluogo momò.

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