Una sgargiante morbidezza che riscalda la solidarietà

È di una semplicità quasi disarmante, ma ha una forza enorme. Fra i suoi fili si intrecciano tante virtù umane (solidarietà, condivisione, tenerezza, compassione), ma anche una concreta mano tesa verso l’altro. È la Coperta della speranza. Ve la ricordate? A settembre aveva acceso dei suoi colori la corte del Palazzo civico di Lugano, riunendo – andando oltre ogni più rosea aspettativa – 2.200 quadrotti lavorati a maglia o all’unicinetto con un unico scopo: quello di contribuire fattivamente alla ricerca contro il cancro. Vista la natura dell’iniziativa, era quasi inevitabile che essa varcasse il Ceneri e approdasse sulla piattaforma di Locarno on Ice. L’anno scorso, infatti, negli igloo di piazza Grande si era dato vita alla proposta «Sferruzziamo?», che è tornata ora con un valore aggiunto. Ogni martedì pomeriggio, infatti, dalle 13 alle 16, oltre ad affinare le tecniche di lavoro con ferri o «crochet», ci si impegnerà anche per dar forma a un’altra coperta, questa volta della ricerca. Poi, il 21 dicembre, i suoi morbidi, caldi e sgargianti quadrotti saranno venduti all’asta e, ancora una volta, aiuteranno chi in Ticino si impegna nella lotta contro i tumori.
Una vera mobilitazione
A presentare l’iniziativa sono stati Samantha Bourgoin per Locarno on Ice, Elena Falaschi, ideatrice della Coperta della speranza, Claudia Morinini del comitato della Corsa della speranza, Claudia Belotti della Bottega della lana e il dottor Franco Cavalli, in rappresentanza della Fondazione ticinese per la ricerca sul cancro (FTRC). L’iniziativa locarnese, si è detto, è nata sull’onda dell’incredibile mobilitazione che ha portato alla coperta luganese, realizzata in concomitanza con la Corsa della speranza. «Per sei mesi – ha ricordato Falaschi – tantissime persone, uomini compresi, hanno lavorato a maglia da Airolo a Chiasso, da Sonogno a Lugano per partecipare alla nostra azione, rispondendo ad un appello diffusosi a macchia d’olio grazie ai social». Il risultato sono stati gli 8.000 franchi raccolti grazie alla vendita dei quadrotti, «ma anche – e forse soprattutto – il coinvolgimento molto profondo e toccante di tante persone. Gente che ha lavorato per ricordare qualcuno che si è ammalato ed è guarito o che è morto per la malattia. E parecchi malati. Perché lavorare a maglia o all’uncinetto impegna mani e cervello, aiuta a distrarsi e favorisce la creatività».
Dieci milioni in trent’anni
I proventi dell’iniziativa, come detto, andranno a favore della FTRC, il cui ruolo fondamentale è racchiuso nelle cifre illustrate dal dottor Cavalli. «L’organismo è nato una trentina di anni fa, grazie ad un milione di franchi donato da un anonimo benefattore d’Oltralpe. Oggi vive grazie ai circa 200 mila franchi versati annualmente dalla Lega contro il cancro, ad alcune donazioni private e ai proventi della Corsa della speranza (nel cui ambito è nata la coperta ticinese, ndr.), cui ogni anno prendono parte circa 3.000 persone». La fondazione è così in grado di sostenere annualmente con 300 mila franchi progetti di ricerca sviluppati in Ticino, in particolare presso l’Istituto di ricerca oncologica, l’Istituto cantonale di patologia e in vari ospedali. Inoltre si finanziano borse di studio per ticinesi che si recano all’estero con l’obiettivo di formarsi nei settori della ricerca e della terapia contro il cancro. Nel complesso, dalla sua nascita, la FTRC ha elargito oltre 10 milioni di franchi.
Appello rivolto a tutti
Fondamentale, dunque, continuare a sostenerne l’attività e ora vi sarà la possibilità di farlo partecipando alla realizzazione e poi alla vendita della Coperta della ricerca. I quadrotti (che devono avere una dimensione di 50 centimetri per 50 e possono essere prodotti con qualsiasi materiale, ai ferri o all’uncinetto) potranno essere creati da chiunque al proprio domicilio e poi consegnati il martedì pomeriggio a Locarno on Ice. Qui pure i partecipanti a «Sferruzziamo?» ne realizzeranno di nuovi o li assembleranno (ricavando coperte, ma anche borse o maglioni). Ci sarà tempo fino al 21 dicembre, giornata in cui, dalle 10, la coperta sarà distesa tutto attorno alla pista del ghiaccio, avvolgendola. Allora il pubblico potrà acquistare, all’asta, i quadrotti e gli altri lavori. Per l’occasione saranno presenti vari rappresentanti della fondazione, come lo stesso Franco Cavalli o la madrina, la fondista Chiara Devittori.