Viganello

Una soluzione su misura per la cultura indipendente

Si fa sempre più concreta l’ipotesi della Scuola d’arti e mestieri della sartoria (SAMS) che traslocherà a Chiasso – Badaracco: «Stiamo trattando con la sezione della Logista del Cantone, dopo l’estate arriveremo con qualcosa di concreto»
© Ti-Press / Benedetto Galli
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
01.07.2025 06:00

Piano piano si sta stringendo il cerchio attorno alla futura «casa» della cultura indipendente a Lugano. A emergere come ipotesi sempre più concreta è oggi la Scuola d’arti e mestieri della sartoria (SAMS) di Viganello, i cui spazi saranno lasciati vuoti a partire dall’anno scolastico 2028-2029, quando la SAMS traslocherà a Chiasso sotto il tetto del Centro professionale tecnico (CPT) del settore tessile. «Stiamo trattando con il Cantone affinché questi spazi siano destinati alla cultura indipendente», conferma Roberto Badaracco, vicesindaco e capo Dicastero cultura, sport ed eventi. «Ora - continua - si tratta di stringere i denti. Perché i tempi della politica sono lunghi. Subito dopo l’estate vorremmo comunque arrivare ad avere qualcosa di concreto».

Tra desideri e obiettivi

Stringere i denti. Badaracco non usa questa espressione a caso. Perché dalla cultura indipendente filtra un certo scoramento per non essere ancora riusciti a centrare l’obiettivo, dopo l’esperienza della Straordinaria - che a Lugano in pochi mesi tra il 2022 e il 2023 ha attirato 30 mila persone - e la Carta della Gerra sottoscritta a inizio 2024 da 707 tra associazioni, gruppi, collettivi e singoli.

Uno degli obiettivi della Carta della Gerra era infatti molto chiaro: ottenere uno spazio di diffusione, «indispensabile per garantire visibilità alle artiste, agli artisti e alla filiera culturale», si legge nella Carta, ma anche e soprattutto «uno spazio di produzione, dove i processi creativi possano svilupparsi con regolarità e continuità».

I tempi della politica

Tra il dire e il fare sembrano però esserci i tempi (lunghi) della politica. Che per arrivare «a qualcosa di concreto», per usare le parole di Badaracco, ha bisogno di trovare il consenso giusto e, nel caso della cultura indipendente, anche lo spazio adatto. Non un’impresa facile. Per più motivi. Da qui l’auspicio del vicesindaco a restare uniti e a remare tutti nella stessa direzione. Anche se le difficoltà non mancano, così come gli ostacoli.

Nonostante ciò all’interno dell’area della cultura indipendente c’è anche chi sta perdendo le speranze. Anche perché l’esperienza della Straordinaria è stata positiva da tutti i punti di vista e a sostegno della Carta della Gerra sono state raccolte più di 3.500 firme attraverso la petizione «Lugano ha bisogno di spazi dedicati alla cultura indipendente».

Tra chi oggi si sente sfiduciato si fa insomma fatica a capire come non si sia ancora arrivati alla definizione di uno spazio. Tanto più che la cultura indipendente per poter sopravvivere, necessita di spazi, appunto, dove esistere, ma anche di sostegno da parte di enti pubblici e privati, di regolamenti adatti e della buona volontà da parte di tutti gli enti coinvolti.

Badaracco e con lui Raoul Ghisletta, capo del Dicastero immobili della Città, hanno incontrato i rappresentanti dell’associazione Idra - associazione che si è fatta promotrice della Straordinaria e della Carta della Gerra - l’ultima volta il 23 maggio. Incontro durante il quale i due municipali hanno spiegato ai rappresentanti dell’associazione l’iter in maniera dettagliata, senza sottacere i tempi lunghi della politica. Forse anche per questo dall’altra parte si sono sollevati anche malumori e perplessità.

Malumori e perplessità che stanno spingendo l’associazione Idra a valutare l’idea d’informare tutti i firmatari della Carta della Gerra attraverso la convocazione di un’assemblea plenaria per fare il punto della situazione.

Si passerà dal CC

La strada che si sta facendo largo in Municipio sembra invece quella, dopo aver individuato con certezza lo spazio e raccolto i pareri positivi del mondo della cultura indipendente, di arrivare a un messaggio da presentare al Consiglio comunale. Un messaggio non soltanto di contenuti, ma anche con un credito necessario alla ristrutturazione dello spazio trovato. Perché per essere una «casa» a tutti gli effetti qualunque sarà il luogo deputato a ospitare la cultura indipendente dovrà essere il più possibile vicino alle richieste dell’associazione e di chi ha firmato la Carta della Gerra, oltre a rispettare tutte le condizioni di agibilità.

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