Circonvallazione

Una strada tutta in superficie che non costi più di 300 milioni

La probabilità diventa certezza: il Cantone sta progettando un collegamento completamente a cielo aperto – La scelta è prima di tutto economica: andare sottoterra anche solo per un tratto farebbe esplodere i costi – Il tram mette «pressione»
Passerà vicino al lago, ma non troppo. © CdT/Chiara Zocchetti

Sta prendendo forma la nuova variante per la circonvallazione di Agno, e le sue geometrie appaiono sempre più chiare. Cominciamo da quella che fino a ieri descrivevamo come una probabilità e che nel frattempo, in base alle informazioni da noi raccolte, è diventata una certezza: i tecnici stanno progettando una strada totalmente in superficie fra la Piodella e il Vallone.

Salta subito alla mente il manifesto esposto dal movimento Vivi Agno, che raffigura una lingua d’asfalto dritta e protetta da ripari fonici che ricordano le alte recinzioni di un carcere. A scanso di equivoci, non è un rendering ufficiale. È un disegno fatto per esprimere contrarietà al principio urbanistico. La strada, ammesso che il progetto vada in porto, non sarà così. Però non sarà nemmeno troppo diversa e questo, sempre secondo nostre informazioni, in base a una precisa scelta economica da parte del Cantone. Per l’intera opera, l’autorità superiore vorrebbe spendere al massimo trecento milioni di franchi: duecento milioni in meno di quelli necessari per far scendere la circonvallazione sottoterra e tutelare il territorio.

Ragionando in linea puramente teorica, sarebbe possibile trovare un compromesso a livello tecnico (con una parte del collegamento interrata e una parte in superfice) e di conseguenza finanziario (quattrocento milioni?) ma parliamo come detto di teoria. La possibilità di cambiare tracciato, ad esempio con un tunnel fra il Vallone e Bioggio, è invece stata esclusa categoricamente dal Dipartimento del Territorio nella sua ultima lettera al Comune di Agno.

Il motivo è legato al flusso attuale del traffico proveniente da Ponte Tresa che, numeri alla mano, ha «bisogno» di poter fluire sia verso Bioggio, sia verso Lugano. Privandolo di un’uscita fluida in direzione di Sorengo e della città, si rischierebbe di sovraccaricare la zona di Besso e riportarla a com’era prima che aprisse la Vedeggio-Cassarate.

Tornando sulla variante tutta in superficie, la domanda principale rimane sempre la stessa: da dove diavolo passerà, in una zona comunque abbastanza costruita come quella vicina al lago? Chiaramente il Cantone dovrà espropriare ampie fette di terreno, ma avrebbe dovuto farlo anche per la variante da cinquecento milioni, dato che costruire quella galleria sotterranea avrebbe richiesto una sorta di trincea di cantiere anche in superficie. La sfida, ora, è quella di tracciare un percorso che deturpi il meno possibile il paesaggio (di miracoli non se ne possono fare) e crei il minor numero possibile d’interferenze, in particolare per le persone che vorranno continuare ad accedere alla riva del lago. Occorre poi una soluzione per il punto in cui il tragitto della futura strada, in zona ex Tropical, incrocia i binari della FLP.

Il passaggio del trenino pone però anche un’altra questione non di poco conto. Quando il nuovo tram vedrà la luce, al passaggio a livello di Agno le sbarre scenderanno non più ogni trenta, ma ogni quindici minuti. Che impatto avrà questo sulla viabilità, senza una circonvallazione che assorba almeno una parte del traffico? Ecco perché la realizzazione dell’opera, a questo punto, è anche una corsa contro il tempo.

Il consigliere di Stato Claudio Zali vorrebbe arrivare con una soluzione condivisa entro la fine di quest’anno anno, e una tappa fondamentale del percorso sarà il confronto con la comunità di Agno, dove per il momento l’umore non è dei migliori. Senza dimenticare che bisognerà tornare in Gran Consiglio per aggiornare il credito di costruzione (a suo tempo, per una variante precedente, erano stati stanziati «solo» 134 milioni di franchi) con il rischio sempre presente di andare incontro a un referendum, vista la situazione finanziaria del Cantone e i tagli che ne stanno derivando a tutti i livelli. Soldi, consenso, tempo. Siamo sul piano, ma la strada è in salita.

«Stufi di non essere coinvolti nell'allestimento delle varianti»

La posizione del Municipio di Agno è sempre stata chiara: sull’idea di una circonvallazione a cielo aperto è stampata a caratteri cubitali una X. Un niet su tutta la linea. Non ci siamo mai chiesti, invece, se tutti gli abitanti di Agno, ma più in generale i malcantonesi, siano effettivamente contrari a questa variante, dopo la rinuncia del Cantone a realizzare il tratto sotterraneo fra l’aeroporto e il Vallone per via dell’esplosione del preventivo.

Un sondaggio condotto da Il Centro di Agno, e indirizzato a tutta la popolazione del Comune, è una base di partenza per interrogarsi su questo aspetto e tastare il polso di una parte dei cittadini: il 60% di chi ha risposto sarebbe favorevole a una variante non completamente interrata. In aggiunta, il 90% pensa che con l’arrivo del Liceo 3 a Serocca, il traffico veicolare senza circonvallazione non sarebbe gestibile. Beninteso, il campione utilizzato per il sondaggio non è rappresentativo e non può avere valore statistico. Non per questo, tuttavia, non deve essere considerato come uno spunto di riflessione sul tema. Così come non è da ignorare «il silenzio più totale calato dal Cantone» e il «continuo non coinvolgimento dei Comuni nell’allestimento delle varianti», rimarca con fermezza il sindaco, Thierry Morotti.

In altri Comuni forse...

Dicevamo: ma ad Agno sono tutti contrari a questa variante in superficie? E nei Comuni vicini? Lasciamo volontariamente aperta la seconda domanda, chissà che possa fungere da motore per far recapitare ai vari Esecutivi la volontà popolare. Per quanto riguarda la prima, diversi cittadini e varie forze politiche (se non la maggior parte) non vedono di buon occhio un «corridoio fra l’abitato e il lago» – citando le parole del Governo, che qualche settimana fa aveva risposto alle preoccupazioni di Agno promettendo che il Comune sarebbe stato "regolarmente informato" sugli sviluppi del progetto. «Non credo che i cittadini di Agno vogliano una soluzione a cielo aperto – rileva Morotti –. Forse i malcantonesi sono stufi di rimanere in colonna tutti i giorni e vogliono la circonvallazione in superficie. In ogni caso, se ci dovesse essere una chiara volontà popolare, bisognerebbe capire come muoversi». Allo stato attuale risulta difficile, per il sindaco, esprimersi su un progetto che banalmente ancora non ha visto. Anzi, di cui paradossalmente non sa proprio niente. Ma le domande aperte, al netto di tutto, sono oggettivamente tante.

«Quello che ha sempre dato fastidio – conclude il sindaco Morotti – è il silenzio e il non coinvolgimento dei Comuni nell’allestimento delle varianti che il Cantone sta portando avanti. Sarebbe opportuno che ci dicano almeno qualcosa». Ad Agno, come visto, il «silenzio» del Dipartimento del Territorio crea parecchi malumori. Il tempo passa, ma il messaggio del Comune è sempre lo stesso: «Varianti a cielo aperto, noi, non le vogliamo».

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