Una valutazione esterna sugli Istituti sociali di Chiasso

Il settore degli istituti sociali, segnatamente il campo relativo alle case per anziani, è sotto pressione in tutto il cantone, non da ultimo perché non è facile affrontare le conseguenze della pandemia da coronavirus. Può capitare, quindi, che il personale di cura si confronti con situazioni di tensione interna. Così dai collaboratori degli Istituti sociali di Chiasso sono partite delle segnalazioni all’indirizzo del Laboratorio di psicopatologia del lavoro. Si tratta in concreto di circostanze «inerenti potenziali disagi da alcuni collaboratori all’interno degli Istituti sociali di Chiasso». Questa affermazione è contenuta in una lettera inviata dal suddetto Laboratorio a tutti i dipendenti nella quale si comunica l’intenzione di voler procedere «ad un’analisi del benessere e del clima di lavoro».
In concreto il Laboratorio analizzerà la situazione attraverso un questionario cartaceo «che necessita di essere compilato da tutto il personale in forma anonima e confidenziale e che sarà da ritornare direttamente al nostro servizio. In seguito al questionario procederemo a condurre dei colloqui individuali con un numero significativo di dipendenti».
Sondaggio partito da Chiasso
Nella lettera viene indicato esplicitamente che il sondaggio sarà effettuato «in accordo con il direttore Fabio Maestrini e il Municipio di Chiasso, sensibili a voler approfondire la situazione».
«Certamente siamo i primi a voler capire in quali condizioni lavorano i nostri collaboratori e i contenuti delle segnalazioni. In effetti siamo stati proprio noi, con il consenso del Municipio, a contattare il Laboratorio di psicopatologia del lavoro per una consulenza. Il sondaggio sarà peraltro pagato dal Comune, con il sostegno del Cantone» ci dice lo stesso Fabio Maestrini, direttore degli istituti sociali di Chiasso.
Niente da rimproverarsi
Egli tiene a sottolineare il fatto che nessuna segnalazione di disagio è giunta alla direzione, seguendo cioè le vie di servizio. «Sono giunte ai servizi cantonali attraverso altri canali, anche ufficiali come ad esempio i sindacati. Personalmente sono molto tranquillo. Stiamo affrontando una situazione tutt’altro che facile, per cui è importante da parte nostra capire se c’è qualcosa che non va e, semmai, prendere le necessarie misure» afferma il direttore. Insomma, aggiunge, «la situazione va affrontata quando è ancora una palla di neve, non quando ormai si è trasformata in valanga».
Come detto, Maestrini ritiene di non avere nulla da rimproverarsi: «Stiamo lavorando a pieno regime. Non abbiamo posti liberi nelle nostre case per anziani. Abbiamo poi numerose richieste di alloggio, segno che sono contenti di noi. Mi risulta che in altri istituti, secondo le ultime indicazioni, ci siano ancora camere a disposizione».
Un approccio imparziale
Quindi, ben venga un’analisi esterna della situazione chiassese. «Il Laboratorio di psicopatologia del lavoro è un istituti conosciuto e riconosciuto per la sua professionalità, tant’è vero che ha portato a termine simili indagini anche in altri istituti del cantone» conclude Maestrini.
Per chi non lo conoscesse «si tratta di un servizio dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale rivolto a tutte le persone che manifestano un disagio o presentano problemi a causa di una situazione lavorativa difficile o problematica. Il nostro servizio è aperto a tutti e garantisce un approccio imparziale e neutrale operando nel pieno rispetto del segreto professionale.