La storia

Una volta giravano le carrozze e c’è chi le ha ancora in garage

Una Victoria e un Landau di fine Ottocento usati un tempo come taxi e fino a pochi giorni fa erano al buio in garage sono stati donati alla Fondazione Pianspessa che si occuperà del restauro. Poi saranno esposti al Museo della civiltà contadina di Stabio.
©CdT/Chiara Zocchetti
Lidia Travaini
18.09.2025 21:54

Sono cresciuta con due carrozze e una locomotiva in garage. Davvero: nelle rimesse della mia casa di famiglia a Mendrisio, c’erano dei veicoli d’epoca. La locomotiva si chiamava «Ticino 2», ha contribuito ai lavori di bonifica del Piano di Magadino, il mio nonno Guido l’aveva salvata dalla demolizione e portata a Mendrisio all’inizio degli anni Sessanta, trasportandola in garage dopo averla messa in funzione nella corte di casa. Ne è uscita solo una decina di anni fa, grazie a un appassionato d’Oltralpe. Le due carrozze hanno fatto un percorso simile mercoledì, vedendo la luce per la prima volta dopo decenni e prendendo la strada del Museo della civiltà contadina di Stabio. Erano «posteggiate» in un capanno e nel garage in via Motta, dove tra la fine dell’Ottocento e gli anni Ottanta aveva sede l’attività di famiglia: di servizio postale, taxi e pompe funebri.

Io le ho sempre viste lì, al chiuso e impolverate, senza mai notare dettagli che solo la luce del sole può mostrare: scritte, decorazioni, colori. Non le avevo mai viste muoversi, tanto che gli scricchiolii delle ruote l’altro giorno mi hanno fatto temere qualche cedimento. Non parliamo di quando mi è stato proposto di salire e sedermi.

Anche mio papà non le ha mai viste in movimento, ad eccezione di qualche «viaggio postumo». È capitato, ma parliamo di decenni fa, che venissero prestate per eventi organizzati nel borgo: «Veniva a prenderle Rodolfo Galfetti, con i suoi cavalli», ha raccontato mio papà Francesco ai presenti l’altra mattina, tra cui il municipale Paolo Danielli, capodicastero Cultura eventi e sport a Mendrisio. L’ho scoperto anche io per la prima volta. Durante la mattinata i ricordi sgorgavano come una sorgente. Ad esempio «quando con i bambini del quartiere venivamo a giocare con le carrozze nelle stalle, noi le rimesse le chiamavamo così». «L’ultimo cavallo è morto alla fine degli anni Quaranta, poi le carrozze sono state messe in pensione perché sono arrivate le auto».

Una veloce, l'altra elegante

Quelle che sono partite in direzione di Stabio, grazie a un’iniziativa della Fondazione Pianspessa, sono una Victoria e un Landau risalenti agli ultimi anni del XIX secolo. La prima da passeggio, più veloce, a un cavallo; alla seconda più elegante e prestigiosa, con tetto apribile e finestrini, potevano essere anteposti anche 4 cavalli.

Ora le carrozze saranno restaurate e valorizzate. Se ne occuperà la Fondazione Pianspessa, da cui è nata l’iniziativa a cui l’ente si sta dedicando con una passione contagiosa. «Queste testimonianze evocano momenti forti della vita sociale del nostro territorio, con i suoi riti, i suoi simboli e i suoi significati profondi. Cedendo questi importanti oggetti alla Fondazione Pianspessa, Francesco Travaini, Giovanna Imperiali e Lorenzo Imperiali compiono un gesto di grande valore che testimonia la loro consapevolezza del patrimonio collettivo rappresentato da questi cimeli, il loro senso di responsabilità e la loro generosità», tiene a sottolineare Luca Cereghetti della Fondazione.

Terminato il restauro, le due vetture saranno esposte in Museo. Non si nasconderanno più.

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