Un'altra condanna per la «truffa dei garage»

È ormai noto dal 2016 che la maxi inchiesta coordinata dal procuratore generale sostituto Andrea Maria Balerna avrebbe raggiunto, prima o poi, tutte le persone coinvolte nella cosiddetta «truffa dei garage». Stiamo parlando di migliaia di casi, più di un’ottantina di persone condannate negli anni tramite decreto d’accusa e diversi responsabili che hanno già fatto i conti con la giustizia (non ancora tutti). Questa mattina, a questa lunga lista si è aggiunta un’altra condanna. Un 43.enne del Mendrisiotto, all’epoca attivo nel ramo delle assicurazioni, ha agito in correità con uno dei responsabili della «truffa dei garage», nonché proprietario di un’officina e di una carrozzeria della regione (è già stato raggiunto da un atto d’accusa e a breve dovrà comparire in aula, ndr).
Collisioni create in officina
In buona sostanza l’imputato, tra il 2015 e il 2016, ha creato ad arte dei falsi sinistri (come danni da grandine o collisioni) che venivano annunciati all’assicurazione per poi ricevere in cambio, dal correo, parte del risarcimento assicurativo sulla base della fattura emessa dal garage. Il tutto, per un indebito profitto di circa ventimila franchi. Per il presidente della Corte delle assise correzionali, Marco Villa, «i fatti, così come descritti nel decreto d’accusa, sono chiari e lineari», motivo per cui il 43.enne è stato condannato per truffa e complicità in truffa a una pena pecuniaria di 90 aliquote giornaliere sospesa per tre anni. La Corte, però, ha deciso di ridurre la pena di 130 aliquote giornaliere per un periodo di prova di 4 anni proposta da Balerna perché «ha tenuto conto del ruolo maggioritario del correo rispetto all’imputato, del poco valore dell’importo totale della truffa e del tempo trascorso dai fatti».
Previsione meteo in anticipo
Il modus operandi della «truffa dei garage», che poggia sostanzialmente sul raggiro delle assicurazioni, è sempre il medesimo. Sinistri inventati, incidenti creati appositamente dentro le mura delle officine, contratti di leasing facilitati. Durante l’interrogatorio, l’uomo ha contestato sia i fatti che le imputazioni. Il procuratore generale sostituto, parlando sempre della correità dell’imputato con uno dei responsabili della truffa, ha raccontato in aula una dinamica che fa ben capire quanto la macchina del raggiro fosse collaudata nei minimi dettagli. «Nell’inchiesta contro il correo dell’imputato, i cui fatti si intrecciano con questo procedimento penale, è emerso che se si voleva annunciare all’assicurazione un danno da grandine, si cercava un giorno dove le previsioni prevedevano effettivamente della grandine. Peccato, però, che la macchina non era nel luogo dove veniva dichiarato». Il difensore dell’uomo, l’avvocato Andrea Rigamonti, ha chiesto il proscioglimento del suo assistito in virtù del principio in dubio pro reo, anche perché «le ipotesi di reato stanno insieme solo grazie alle dichiarazioni di una persona (il correo, ndr) che verrà processato a breve».