Un’avventura di famiglia lunga 111 anni

Il cambio intergenerazionale è un momento delicato per lo sviluppo di un’azienda, che presenta dei rischi (secondo le statistiche infatti, non sono molte le società che superano il terzo passaggio) ma anche diverse opportunità di crescita. Ne sa qualcosa Carlo Bazzi, giovane imprenditore titolare della Bazzi Piastrelle SA, che neanche trentenne ha preso in mano le redini dell’impresa di famiglia dopo la scomparsa prematura del padre Mauro due anni fa. Da qualche mese ad appoggiarlo c’è anche la sorella Elisa, che ha deciso di entrare in azienda dopo gli studi e un inizio di carriera dedicati al mondo del cinema. La Bazzi Piastrelle con le sue 111 primavere e cinque generazioni di gestione familiare è forse una delle società ticinesi con più storia sulle spalle. All’inizio si occupava anche della produzione di marmette, come quelle che si ritrovano ancora nel pavimento piastrellato della Collegiata di Sant’Antonio a Locarno. Poi dagli anni ‘60, complice anche la forte concorrenza italiana, si è dedicata sempre di più al commercio e soprattutto, come dice lo slogan «Art & Solution», ai servizi per i clienti. I fratelli Bazzi li abbiamo incontrati nell’esposizione da 800 metri quadri nuova di zecca, si trovano più di 250 collezioni di piastrelle, mosaici e pietre naturali per tutti i gusti, così come una vasta scelta di arredo bagno. «Da noi un cliente che entra trova davvero tutto, dai materiali alle soluzioni. Ma soprattutto deve essere accompagnato nelle sue scelte, altrimenti chi non ha le idee chiare rischia di perdersi con le mode che adesso cambiano ogni sei mesi», ci spiega Carlo Bazzi nello showroom a Losone. Da quando c’è stato il cambio generazionale l’azienda punta tanto anche sugli arredi bagno, settore introdotto nel 2008 in occasione del 100. anniversario. Ma se gli chiediamo qual è il segreto di tanta longevità, col pragmatismo degli imprenditori risponde: «La passione per il nostro lavoro, che abbiamo respirato in casa fin da piccoli». E poi aggiunge: «È un vero mosaico di fattori». C’è la cura del dettaglio, filosofia dell’azienda per navigare in un mercato molto concorrenziale. C’è la curiosità per il nuovo e la necessità di innovare. Poi c’è il rapporto di fiducia costruito giorno per giorno coi clienti. «Avere un secolo di storia e di conoscenze di un settore nel nostro territorio è una ricchezza, è così che riusciamo a seguire i clienti oltre la consegna delle chiavi a lavori finiti». Tutto era cominciato nel 1908, quando Paolo Brusa era arrivato a Locarno da Malnate come posatore piastrellista. Nel 1920 era nata la «Brusa Paolo e figli», che fabbricava appunto anche marmette di cemento. La nipote Carla col marito Italo Bazzi inaugurano il primo showroom in Ticino. Seguirà poi un altro trasloco nel 1990 nell’attuale sede a Losone, sotto la guida del figlio Mauro Bazzi, un uomo tra l’altro molto attivo anche a livello di associazioni locali.

Un’occasione di crescita per tutti
«All’inizio non è stato facile entrare nelle sue scarpe. Nostro padre era molto rispettato nel settore e abbiamo dovuto fare i conti con un certo scetticismo. All’interno invece c’è stato grande appoggio da parte dei collaboratori. La cosa bella è che tutti hanno dovuto responsabilizzarsi nelle loro funzioni mettendo a frutto l’esperienza accumulata negli anni, e questo ha portato a una crescita professionale generale della squadra».
Avere le persone giuste al posto giusto è una fortuna di cui ogni imprenditore conosce bene il valore. «Purtroppo si tratta di una professione sottovalutata - continuano i fratelli Bazzi - non è facile trovare ragazzi in gamba con la voglia di avvicinarsi a questo mestiere». Eppure, in molti casi impegno e passione premiano. Ad esempio nel 2014 Davide Donati, entrato in azienda come apprendista, ha vinto il titolo elvetico dei piastrellisti agli SwissSkills, i campionati delle professioni. Lo scorso marzo invece l’Associazione svizzera delle piastrelle ha conferito all’azienda il marchio «Platinium», un riconoscimento per i risultati speciali ottenuti al servizio dell’industria ceramica. E a proposito di associazioni Carlo Bazzi commenta: «La sezione ticinese è molto attiva per quanto concerne la formazione e la carriera. Bisognerebbe fare invece di più a livello di controlli, soprattutto nel Sottoceneri dove l’offerta è polverizzata da tante imprese che durano poco e si percepisce di più la concorrenza con l’artigianato italiano». In fondo la manodopera rappresenta almeno il 60% dei costi, quindi certe disparità di prezzo che emergono a volte nei concorsi sono per forza la spia di affari poco regolari.
Ma alla fine, ognuno deve fare i conti con il cassetto di casa propria e assicurarsi che la strategia funzioni, aggiungono. «I costi sono alti, con una squadra di oltre 50 persone dobbiamo stare attenti a razionalizzare ogni attività».
Non preoccupa invece l’ondata di ipercostruzione in Ticino dettata dai tassi negativi, che sta già accendendo diversi allarmi, come lo sfitto che aumenta? «In effetti i cantieri danno ancora tanto lavoro, ma sono molto stagionali. Piuttosto in Ticino c’è un parco immobiliare nato negli anni ‘60 che ha un forte bisogno di essere ristrutturato. Per noi è questa la sfida più interessante da cogliere, sia perché è un business più stabile durante l’anno, sia perché ci lascia più liberi di offrire servizi personalizzati e creativi, che è un po’ il nostro DNA», concludono con un sorriso.