In appello

Uno, due o nessun abuso sessuale?

Di nuovo in aula un giovane accusato di tentata violenza carnale e coazione ai danni di due donne - Per la difesa è da prosciogliere
(Foto Archivio CdT)
Federico Storni
15.05.2019 06:00

LOCARNO - Quel giovane ha commesso uno, due o nessun abuso sessuale? È la domanda a cui dovrà rispondere la Corte d’appello e revisione penale (presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will, giudici a latere Francesca Lepori Colombo e Rosa Item) nelle prossime settimane.

Per la procuratrice pubblica Valentina Tuoni e per l’avvocato Maria Galliani, patrocinatrice delle vittime, sono stati due: una tentata violenza carnale ai danni della ex ragazza nel 2016 e una coazione sessuale ai danni di una turista nel 2017, entrambe nel Luganese.

Per l’avvocato Vanna Cereghetti, che difende il 21.enne ticinese di origine straniera, nessuno: il suo assistito è da prosciogliere perché non vi sono elementi sufficienti per determinare oltre ogni ragionevole dubbio che i fatti imputatigli siano accaduti come descritto dall’accusa.

Per la Corte di prime cure – le Assise criminali che nel 2018 l’avevano condannato a 18 mesi di carcere parzialmente sospesi – ce n’è stato uno, ai danni della ex. La turista non è invece stata ritenuta sufficientemente credibile nella sua testimonianza.

Una decisione che la procuratrice Tuoni ha definito «scioccante»: «Le è stato rimproverato di non aver reagito, suggerendo che poteva mordergli il membro per liberarsi». L’imputato, stando all’accusa, l’avrebbe infatti costretta a praticargli un rapporto orale in uno sottopassaggio del Luganese. «È desolante leggere nella sentenza che avrebbe potuto difendersi, voltare il viso, chiudere la bocca, colpirlo o morsicarlo», ha rincarato Galliani. Il presidente delle Assise criminali Amos Pagnamenta aveva sentenziato che «quella notte qualcosa è successo, ma non abbiamo abbastanza elementi per fugare ogni ragionevole dubbio».

Di diverso avviso l’accusa, che ieri ha ribadito che la turista ha fornito una versione lineare sui fatti salienti, pur se dei dettagli del suo racconto sono mutati: «Ma pretendere che una vittima di un assalto sessuale si ricordi ogni dettaglio è impossibile», ha detto Tuoni. Per la difesa, invece, non si tratta di dettagli. Cereghetti ha sottolineato come la donna avrebbe cambiato versione ad esempio sui modi in cui sarebbe stata costretta a praticare sesso orale all’imputato e come i due sarebbero stati in quel sottopassaggio «per circa 40 minuti», contro i cinque ricordati dalla vittima: «E perché non ha chiesto aiuto a quei cinque uomini che si sono fermati accanto a loro per diversi secondi?», ha concluso la legale, che parimenti ha ritenuto contraddittorie le affermazioni fatte dalla ex ragazza nel caso della tentata violenza carnale.

Le discrepanze, secondo Cereghetti, sarebbero testimoniate in diversi filmati delle telecamere di videosorveglianza, le cui immagini non mostrerebbero atti costrittivi da parte del giovane e non collimerebbero in alcuni punti ritenuti centrali con quanto affermato in seguito dalla presunta vittima. La legale ha quindi chiesto che il suo assistito venga prosciolto dalle due accuse di abusi sessuali.

Il giovane è anche imputato per un’aggressione con un amico nel 2017 ai danni di una terza persona a Lugano. Per la difesa si è però trattato di una rissa, in quanto la presunta vittima sarebbe andata ben oltre la legittima difesa. Quanto alla pena, l’accusa ne ha chiesta una pari a 30 mesi di carcere, di cui nove da scontare (e di fatto già scontati), mentre la difesa un massimo di otto (o di 15 nel caso vengano riconosciuti uno o due abusi sessuali).

Il giovane, da parte sua, ha nuovamente affermato di non ricordare nulla di alcun episodio, in quanto in quel periodo era fortemente dipendente dall’alcol. Le amnesie e la dipendenza sono state confermate anche da una perizia psichiatrica che ha evidenziato una forte scemata imputabilità. Il 21.enne oggi afferma che la permanenza in carcere per nove mesi l’ha fatto riflettere sulla direzione da dare alla sua vita. Dice inoltre di non aver più toccato alcol e di stare seguendo un percorso terapeutico.