Vacallo: tra abusi e licenze annullate

Si sommano i casi di progetti approvati dal Municipio ma poi bocciati dietro ricorso - Il capodicastero: "Pratiche complesse"
Red. Mendrisio
09.11.2016 07:30

VACALLO - Torna d'attualità, a Vacallo, una questione spinosa. Dopo la discussione politica dell'anno scorso – quando la consigliera comunale PPD Serenella Inches, soffermandosi «sul continuo sviluppo urbanistico del nostro paese, che necessita di un approfondimento», in un'interpellanza aveva chiesto i motivi dei «frequenti abusi edilizi» – adesso è un nutrito numero di cittadini a segnalare una serie di vicende riguardanti irregolarità in procedure edilizie e vertenze di diritto pubblico sfociate nell'annullamento di permessi di costruzione. Casi, documentati da recenti sentenze, in cui ad essere censurato dalle autorità superiori è l'operato di Municipio e Ufficio tecnico comunale. Ciò che non ha mancato di creare sconcerto in paese, dove più di un residente lamenta di doversi sostituire all'ente pubblico locale per salvaguardare gli interessi e i diritti della collettività.

La multa di 92 mila franchiGli esempi non mancano: emblematico, al riguardo, quello di un progetto sfociato, 3-4 anni fa, nella realizzazione di una palazzina con tre unità abitative in via Roggiana e tuttora oggetto di un braccio di ferro legale. Al centro del contendere, il superamento dell'altezza massima consentita per le edificazioni nell'area dal Piano regolatore. Un innalzamento di circa mezzo metro in eccesso denunciato da un abitante della zona. Dopo che l'Ufficio tecnico avrebbe negato l'esistenza di irregolarità, la segnalazione è giunta in Municipio. L'Esecutivo è dovuto quindi intervenire per sanare la situazione, intimando tra l'altro una multa salata ai proprietari dello stabile. Una contravvenzione di quasi 92 mila franchi impugnata dai destinatari, i quali, peraltro, avrebbero acquistato le abitazioni ignari del superamento delle altezze. Sulla vicenda non vuole rilasciare alcuna dichiarazione la società promotrice dell'operazione immobiliare, un'impresa con sede a Chiasso.

Il palazzo col piano in piùAltro fronte aperto tra Comune e privati cittadini è quello concernente un intervento milionario previsto in via Bellinzona. Là, una società immobiliare intende ampliare il palazzo esistente realizzando un nuovo corpo dotato di circa una dozzina di appartamenti. Operazione che l'Esecutivo, la cui composizione era identica a quella attuale, aveva approvato nella scorsa legislatura, ma che il Consiglio di Stato ha bocciato accogliendo il ricorso presentato dai confinanti. Anche in questo caso, il Governo ha constatato un ampliamento eccessivo in altezza, che avrebbe consentito l'aggiunta di un intero piano. I promotori dell'insediamento hanno quindi rivisto il progetto, facendo pubblicare una nuova domanda di costruzione lo scorso giugno. Pure in questo caso, sono state inoltrate opposizioni. In attesa che l'iter faccia il suo corso, tra i residenti è palpabile il malcontento. «Ancora non mi spiego – afferma un'abitante della zona – come il Municipio abbia potuto rilasciare la licenza edilizia».

La deroga senza base legaleUn altro permesso di costruzione viziato da irregolarità è stato cassato nei giorni scorsi dal Servizio ricorsi del Consiglio di Stato. Nel mirino era finita la prospettata realizzazione di un nuovo edificio residenziale nella zona dell'ex clinica San Felice, sul prato declinante a fianco dei campi da tennis. Accogliendo le tesi di chi è insorto, il Governo ha rilevato che dall'incarto della domanda di costruzione era arduo stabilire l'altezza dello stabile, che, nella migliore delle ipotesi, avrebbe raggiunto gli 8 metri. Tuttavia, il Piano regolatore permette l'edificazione di immobili che si ergono fino al massimo a 7,5 metri. Il Municipio guidato da Marco Rizza ha deciso di riconoscere all'istante una deroga, rilasciando la licenza edilizia. Eppure, non avrebbe potuto farlo, perché tale facoltà non è prevista dalla legge. Da notare che il superamento dell'altezza massima ammessa avrebbe dato modo ai promotori di sfruttare in maniera più intensa il fondo, inserendo sei locali mansardati nella costruzione. Essendo lesiva del diritto, la decisione di approvazione della domanda di costruzione è stata invalidata.

Da noi contattato, il capodicastero Opere pubbliche e private e Piano regolatore di Vacallo Marcello Livio ricorda come ci si trovi di fronte a pratiche complesse preferendo per ora, visto che alcune procedure sono ancora in corso, non esprimere un giudizio sui casi contestati.