Territorio

Val Mara è molto sovradimensionata: in arrivo restrizioni alle costruzioni

È stato certificato un sovradimensionamento delle riserve edificabili di oltre il 230% e bisognerà procedere con misure di riduzione e riclassificazione - Verranno emanate zone di pianificazione (e due ampi terreni che ne hanno appena sconfitta una in tribunale ci ritorneranno)
Il prato al centro è, a oggi, edificabile. ©Chiara Zocchetti
Federico Storni
28.10.2025 17:30

L’istituzione di una zona di pianificazione è la misura più incisiva che un Comune può prendere in materia edilizia, in quanto è quella potenzialmente più limitante della possibilità di costruire. Val Mara intende applicarla al suo intero territorio edificabile. E questo perché, stando ai calcoli del Cantone, le riserve edificabili del Comune si fissano al 232%, una cifra che si situa sopra al 120% oltre il quale gli Enti locali sono chiamati a intervenire con misure di riduzione, riclassificazione o concentrazione con riduzione degli indici. E in attesa di approntarle, il Comune opterà a breve per questa misura di salvaguardia, dato che la non conformità dei Piani regolatori riguarda tutti e tre i quartieri del giovane ente locale: Maroggia, Melano e Rovio.

Non è una sorpresa

La notizia, va detto, non ha preso di sorpresa il Comune. Tanto che già ieri il Consiglio comunale ha stanziato i soldi necessari per stilare un Programma d’azione comunale per lo sviluppo insediativo di qualità (PAC), che è poi lo strumento che traccerà la strada per rientrare nei parametri. Esso definirà le linee guida per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio comunale, con obiettivi chiari e realistici su un orizzonte ventennale. L’intenzione del Municipio è quella di svolgere questa fondamentale operazione non rivolgendosi a un singolo pianificatore, bensì tramite un processo quanto più partecipato possibile, creando quindi un gruppo di lavoro multidisciplinare che affronti le seguenti tematiche: turismo, nuclei, aree pubbliche e verdi, vivibilità nei quartieri, viabilità e sviluppo sostenibile ed energia. Il tutto con l’obiettivo di arrivare a un elaborato da discutere poi entro l’inizio del 2027: «L’idea di fondo di questo progetto strategico - si legge in una nota diffusa ieri - è che ognuno dei tre quartieri ha caratteristiche, storie e vissuti differenti e il modello di PAC dovrà essere in grado di far emergere e valutare tutte queste peculiarità, tracciando così la visione futura di Val Mara».

Ma non è uno stop assoluto

Nel mentre, tutto il Comune sarà sottoposto a una zona di pianificazione (una misura simile l’ha adottata anche Castel San Pietro). Essa ha carattere conservativo, ma non significa uno stop categorico alle costruzioni. Rassicura infatti il Municipio: «In presenza di adeguate domande di costruzione e di consistenti ponderazioni, potranno essere autorizzati tanti nuovi alloggi quanti ne sono stati concessi in media negli anni scorsi». PAC e zone di pianificazione saranno presentati alla popolazione il 13 novembre alle 20 alla palestra delle Elementari di Melano.

C'è chi ne era appena uscito

Fra i tanti terreni che finiranno in zona di pianificazione a Melano ce ne saranno anche due... che erano riusciti a uscirne il maggio scorso. L’ex Comune di Melano, infatti l’aveva intimata per tre grossi terreni - uno in località Suvaieta (vedi foto) e altre due nei pressi che al momento ospitano vigne - tutti in zona residenziale, con eventuali nuove costruzioni vincolate alla presentazione di un Piano di quartiere. Se la facoltà di costruire era stata sancita dal Piano regolatore del 2017, l’ex Comune ci aveva, per così dire, ripensato solo quattro anni dopo. L’istituzione della zona di pianificazione era stata infatti giustificata dopo che un documento aveva evidenziato riserve eccessive di unità insediative per la zona edificabile di Melano. Inoltre un Piano di quartiere presentato per il terreno in zona Suvaieta (ventimila metri quadrati) avrebbe fatto emergere il fatto che le disposizioni vigenti non tutelassero a sufficienza l’area. A fronte di ciò i proprietari di due terreni avevano però inoltrato ricorso e il Tribunale amministrativo cantonale ha dato loro ragione la scorsa primavera, riconoscendo in sostanza che il Piano regolatore era troppo recente da giustificare un cambio di direzione solo quattro anni dopo. Cambio che «cozza in modo piuttosto lampante con il principio della stabilità». Ora, però, con la nuova zona di pianificazione si riparte da zero, anche perché c’è il nuovo calcolo ufficiale del Cantone che dimostra un sovradimensionamento.