Valascia: le questioni ancora aperte

Sotto l’albero di Natale i tifosi avevano trovato la prima, simbolica, badilata andata in scena il 22 dicembre scorso. Nell’uovo di Pasqua, invece, vi sarà l’avvio vero e proprio dei lavori. Il cantiere della nuova Valascia è ai nastri di partenza. Entro la fine del mese si procederà con la demolizione dell’hangar 6 all’ex aerodromo di Ambrì e con lo scavo. Tutto come da programma, insomma, anche se, sistemati i tasselli più importanti del mosaico, ne mancano ancora alcuni. Che a dire il vero sono quelli che suscitano la curiosità dei fedelissimi. Il primo riguarda il nome della Valascia 2.0 progettata dall’architetto Mario Botta. La dirigenza dell’Hockey club Ambrì Piotta negli scorsi mesi era in trattativa con tre gruppi. «Per il branding i tifosi devono avere ancora un po’ di pazienza», taglia corto il presidente della Valascia Immobiliare SA Carlo Croci. Secondariamente bisognerà capire se l’impianto da oltre 50 milioni di franchi verrà impreziosito dal dodecaedro stellato posto in alto a destra. A Mario Botta farebbe piacere, ma rimarranno soldi per finanziarlo? In terzo luogo non si conosce ancora la destinazione dei circa 2.500 metri quadrati edificabili, liberi, a fianco dell’avanguardistica pista. Un ristorante? Negozi? Quarta questione: come far fronte ai costi di gestione? Il sodalizio altoleventinese non si farà cogliere impreparato; sta già elaborando dei progetti in grado di creare delle entrate. Infine, l’ultimo punto interrogativo concerne la collaborazione con l’accademia per giovani sportivi d’élite da 40 milioni di franchi che degli imprenditori kazaki vogliono edificare all’ex Sanatorio di Piotta: i talenti si alleneranno nell’arena biancoblù? A queste domande verrà data risposta, si spera, nella conferenza stampa preannunciata entro la fine del mese.