Mendrisio

Valera: pretese milionarie respinte

Il Tribunale di espropriazione non ha accolto richieste di privati per oltre 42 milioni. La vicenda si protrae dal 2012 ma non è conclusa: già annunciato un ricorso al TRAM
(Foto Putzu)
Lidia Travaini
22.03.2019 06:00

MENDRISIO - Poche righe, ma che potrebbero essere di fondamentale importanza. Anche perché le cifre discusse superano i 42 milioni di franchi. Con una nota stringata il Municipio di Mendrisio ha reso note ieri le conclusioni di tre sentenze emesse dal Tribunale di espropriazione di Lugano. E si tratta di decisioni che potrebbero avere un ruolo fondamentale per il futuro del comparto Valera e per il ruolo di polmone verde voluto per l’area dal Cantone che di recente ha promosso un Piano di utilizzazione cantonale (PUC) per la zona che si estende per circa 18 ettari tra Mendrisio, Rancate, Ligornetto e Genestrerio. «Il Municipio annuncia che il Tribunale di espropriazione di Lugano ha reso pubblico il proprio giudizio in merito alle procedure di esproprio materiale pendenti sul comparto di Valera - si legge nel testo -. Datate 8 marzo 2019, le tre sentenze respingono integralmente le pretese formulate dai proprietari».

Per capire la comunicazione occorre fare un passo indietro. La vicenda risale al 2012, ma ha origini persino più lontane, quando nel 2002 il Consiglio di Stato, nell’ambito della revisione del Piano regolatore (PR) dell’allora Comune di Rancate, non approvò una zona per deposito idrocarburi a Valera: oltre 110 mila metri quadrati di superficie restarono senza una destinazione precisa. Nel 2012 i proprietari di alcuni terreni nel comparto presentarono quindi indennità espropriative per oltre 42,3 milioni di franchi. Delle richieste che il Municipio di Mendrisio ha da sempre ritenuto ingiustificate (vedi CdT del 9 ottobre 2013).

Per i proprietari dei terreni però la vicenda non è affatto conclusa. «Stando alle sentenze quando il vecchio Piano regolatore di Rancate è stato revocato i fondi per cui sono state chieste delle indennità espropriative erano già da considerare in zona non edificabile perché la pianificazione non sarebbe stata conforme al diritto federale», spiegano i diretti interessati.

Questa visione delle cose non trova però l’accordo dei proprietari, che annunciano già l’intenzione di proseguire la battaglia legale con il Municipio di Mendrisio trasmettendo un ricorso al Tribunale cantonale amministrativo: «Contestiamo questa visione delle cose, per noi la mancata conformità non sussiste e inoltre, anche in caso contrario, la giurisprudenza prevede che se un fondo è già urbanizzato l’indennizzo sarebbe comunque dovuto. E questi terreni sono urbanizzati: erano già completamente edificati e nell’area sono stati fatti investimenti importanti, c’è acqua, canalizzazioni, elettricità e addirittura un binario privato».

La vicenda di Valera e dei costi espropriativi era tornata alla ribalta nelle scorse settimane. Con l’annuncio dei contenuti del PUC da parte del Dipartimento del territorio (vedi CdT del 18 gennaio) era infatti emerso che il Cantone prevede di farsi carico anche degli eventuali costi di esproprio ma stima di investire poco meno di 10 milioni in totale. Una valutazione che era stata definita «ottimistica» dallo stesso Cantone. Per ora non c’è però modo di sapere se la stima del Territorio sia realistica. Nelle sentenze degli scorsi giorni non si fa infatti accenno al possibile valore dei fondi, il tribunale non è infatti entrato nel merito visto che per i giudici i terreni sono da considerare in zona non edificabile.