Venditori ambulanti al bando: «Ma abbiamo i permessi»

«C’è un grosso malinteso e non capiamo perché si stiano comportando in questo modo». Così il responsabile dalla ditta Pr1me SA, Filippo Rambelli, risponde al volantino appeso da una società immobiliare locarnese ai portoni dei palazzi di cui si occupa. Un volantino che ieri è rimbalzato sui social media, creando un gran marasma con tanto di minacce di morte ai danni di un consulente. «Vi comunichiamo che questa ditta non ha nessun diritto e nessuna autorizzazione da parte nostra di entrare nei vostri appartamenti», si legge nel documento dell’immobiliare, che abbiamo contattato senza però riuscire a parlare con il titolare. Ma non è tutto. Il volantino, che riporta una copia del tesserino di un consulente della Pr1me SA (iscritta nel registro di commercio), continua: «Pertanto vi consigliamo di chiamare immediatamente la polizia per i necessari accertamenti».
«Siamo sereni»
«Da parte nostra siamo sereni, perché lavoriamo nella piena legalità. E lo facciamo in moltissimi Paesi», risponde Rambelli. «Il nostro consulente dispone di un regolare permesso valido 5 anni, rilasciato dal Cantone». A sostengo di quanto spiega, v’è il fatto che prima della visita nelle case, viene affisso un flyer, in cui si illustra l’attività dell’azienda e quanto viene offerto. In particolare «l’informatore scientifico di zona» sarà a disposizione «per effettuare all’interno dei singoli appartamenti un test (10 minuti al massimo) col ‘Detector magnetic’, utile a determinare quali siano i punti critici ambientali atti a mettere a serio pericolo la salute umana». Il servizio, viene infine aggiunto, è gratuito e rispetta le normative sulla privacy.
Un grosso malinteso
L’immobiliare, nel suo volantino, asserisce però che l’impiegato abbia comunicato agli inquilini di essere stato incaricato dalla stessa agenzia e di collaborare con il Cantone e la Polizia di Locarno. «Neghiamo per intero quanto da loro asserito. Si tratta di una manipolazione dei fatti», spiega ancora Rambelli. «Per legge non saremmo obbligati ad affiggere il nostro documento, ma lo facciamo per una forma di cortesia verso gli anziani, affinché non si allarmino facendo perdere tempo alle forze dell’ordine. Proprio per evitare problemi, noi stessi avvisiamo la Polizia prima di recarci in un determinato Comune». Quindi si tratterebbe, come detto, di un grosso malinteso. «Appena la questione è emersa, abbiamo subito chiamato gli uffici cantonali per avere ulteriori delucidazioni sui nostri diritti», continua ancora Rambelli. «E siamo stati rassicurati sulla correttezza nel nostro operato. Inoltre Bellinzona ci ha chiesto di domandare all’amministrazione su quali basi legali si fondi il loro diniego. Ma non abbiamo ancora ricevuto risposta».
Il servizio offerto è gratuito. Ma di cosa si tratta? «Noi vogliamo rendere consapevoli le persone sui pericoli legati a determinati tipi di inquinamento presenti nelle abitazioni», conclude Rambelli. Nello specifico dei pericoli legati alle onde elettromagnetiche. «E dopo averlo fatto, li rendiamo attenti sugli elementi a disposizione per tutelarsi. Proponiamo un prodotto, ma non obblighiamo nessuno ad acquistarlo».