Sentenza

Venti mesi sospesi per la truffa ai crediti COVID

Condannato un consulente assicurativo del Luganese che aveva gonfiato le cifre d'affari dei suoi clienti in modo da incassare una provvigione maggiore – Ora righerà dritto
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
04.05.2023 16:28

Venti mesi sospesi per due anni e l’auspicio del presidente della Corte delle assise correzionali, il giudice Marco Villa, di non vederlo più in un’aula di tribunale. Si è concluso così il processo per rito abbreviato a carico di un 49.enne consulente assicurativo del Luganese alla sbarra per truffa aggravata falsità in documenti, cattiva gestione ed esercizio abusivo della professione di fiduciario.

Stando all’atto d’accusa firmato dal procuratore pubblico Daniele Galliano (sostituito in aula dalla collega Veronica Lipari) l’uomo, difeso dall’avvocato Jean-Maurice Jordi, aveva messo in piedi un raggiro per ottenere crediti CIOVID maggiorati per i clienti della sua fiduciaria. In pratica, nel corso del 2020 il 49.enne aveva gonfiato la cifra d’affari di diverse ditte sue clienti in modo da ottenere il massimo profitto possibile. Il suo guadagno? Una commissione tra l’1 e il 10%. Il danno patrimoniale, parzialmente restituito, ammonta a circa 317 mila franchi. Oltre a ciò, l’imputato aveva anche prodotto tabella inventate in cui figurava un orario di lavoro fittizio dei dipendenti della sua fiduciarie, in modo da ottenere abusivamente le indennità di lavoro ridotto.

Oltre a ciò, il 49.enne ha inoltre ammesso l’addebito di esercizio abusivo della professione di fiduciario. Questo perché nel 2014 aveva spostato la sede della sua impresa dal Luganese ai Grigioni al fine di aggirare la legge cantonale, dato che la maggioranza dei suoi clienti aveva sede in Ticino. La sede grigionese era poi divenuta una semplice «bucalettere». Dal canto suo l’uomo si è detto pentito di quanto commesso e ha promesso di rigare dritto.

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