Verso il sì ai conti del passato, antipasto indolore dei tagli

A grandi passi ci avviciniamo alla manovra di rientro delle finanze cantonali che sarà presentata dal Consiglio di Stato a settembre, in occasione del Preventivo 2024. Senza sorprese, quindi, anche buona parte del dibattito sul Consuntivo 2022 si è concentrata sulle strategie da adottare nei prossimi mesi e anni. Già, perché sebbene i conti dello scorso anno si siano chiusi con un avanzo d’esercizio di 3 milioni di franchi (a fronte di una perdita preventivata di 134,9 milioni), tutti in aula si sono mostrati coscienti del delicato momento. Il primo preconsuntivo 2023 illustrato settimana scorsa dal Governo stima infatti una perdita per l’anno in corso di 224,4 milioni. L’obiettivo per il 2023 dovrebbe però essere quello di contenere il disavanzo a 80 milioni, che dovrebbe poi scendere a 40 milioni nel 2024 e a zero nel 2025. La già citata manovra di rientro, per raggiungere tali obiettivi, dovrà dunque presentare importanti tagli alla spesa pubblica. Un lavoro, per usare le parole del direttore del DFE Christian Vitta, che «sarà impegnativo e richiederà inevitabilmente dei sacrifici».
Motivo per cui, anche il relatore di maggioranza del rapporto sul Consuntivo 2022, il leghista Michele Guerra, ha invitato i colleghi ad approvare i conti del passato e concentrare le energie sul futuro: «Se da una parte questo consuntivo lo possiamo archiviare perché si tratta di soldi già spesi, dall’altra, guardandolo con ottica futura e vedendo la salita che ci si para di fronte, la preoccupazione torna a bussare alla nostra porta. E anche per non ingolfare queste prime fasi dedicate al risanamento, vi invito ad accogliere il consuntivo, concentrando le energie sul percorso futuro».
«Sgravi insostenibili»
Una prospettiva ben diversa è stata fornita dal relatore di minoranza, il capogruppo socialista Ivo Durisch, il cui partito boccerà i conti del 2022. Non tanto per il risultato raggiunto, bensì per le politiche economiche del Governo. E, più nel dettaglio, per «gli sgravi fiscali insostenibili, irresponsabili, ingiusti e inefficaci portati avanti negli ultimi anni». Tra «riduzione dell’aliquota sulla sostanza, abbassamento del coefficiente cantonale, deduzioni aggiuntive per i premi di cassa malati dei figli, riduzione dell’imposta di circolazione» e così via, si possono contare «minori entrate per 240 milioni». Non stupisce, ha quindi sottolineato Durisch, «che ci sia un disavanzo strutturale attorno ai 220 milioni». Tutto ciò, con all’orizzonte «altre proposte di sgravi» e la già citata manovra di rientro: «Mentre ci troveremo a decidere dei tagli alla spesa, sui nostri tavoli ci saranno anche proposte per diminuire le imposte ai ricchi». Insomma, per Durisch si tratta di «una politica poco lungimirante che si è messa in un angolo da sola».
«Appeso a un filo»
A sostegno del consuntivo è intervenuta la capogruppo del PLR, Alessandra Gianella, la quale ha in primis evidenziato che il dato del primo preconsuntivo 2023 mostra che la «situazione non è per niente rosea». Motivo per cui per il PLR era importante non rimandare il Consuntivo 2022 a settembre, per mettersi al lavoro il prima possibile sulla manovra di rientro. «Ora ci aspettiamo dal Consiglio di Stato gli obiettivi verso cui tendere, stabilendo delle priorità nel dire che cosa va realizzato subito e cosa invece può attendere». L’auspicio della capogruppo è quindi che «da parte di tutti i partiti ci sia la volontà di confrontarsi per darsi delle priorità».
Dal canto suo, il capogruppo del Centro Maurizio Agustoni, guardando ai prossimi mesi ha invitato alla calma: «Sul Preventivo 2024 girano già leggende su quanto saranno brutali le misure... Ma mi sembra pacifico che qualsiasi misura oltre la soglia della decenza sarebbe portata dinanzi al giudizio definitivo del popolo». Ecco perché «non mi pare che ci sia spazio per proporre tagli alle prestazioni sociali oppure aumenti di imposte generalizzati, o diminuzioni d’imposta solo per una minoranza di persone». Secondo Agustoni, dunque, «ci si deve attenere a quanto votato dal popolo: non aumentare le imposte e non pregiudicare le prestazioni per le persone bisognose».
Per Boris Bignasca, capogruppo della Lega, l'approvazione del consuntivo «è appesa a un filo». E questo perché la «popolazione è stufa» e sta venendo meno la fiducia tra cittadini, Governo e amministrazione. Per riannodare questa fiducia, per Bignasca, occorrono da una parte meno privilegi e più disciplina nell’amministrazione e, dall’altra, delle misure a favore del ceto medio.
A bocciare i conti del 2022, invece, ci sarà sicuramente l’UDC. Come spiegato dal deputato Paolo Pamini, il «no» democentrista è dettato soprattutto dal fatto che «il Governo non sta prendendo le necessarie misure» per contenere la spesa. Per l’UDC, in sintesi, occorreva agire prima. Pamini ha pure portato qualche esempio su dove si potrebbe tagliare per contenere la spesa di circa 150 milioni senza misure «lacrime e sangue: bloccare le sostituzioni nella misura del 50%, bloccare per qualche anno gli scatti salariali nell’amministrazione, riportare il livello della spesa per beni e servizi ai livelli pre-pandemia, intervenire sulle spese per gli enti terzi.
A bocciare i conti 2022, per motivi ben diversi, ci saranno anche i Verdi. La co-coordinatrice Samantha Bourgoin ha infatti puntato il dito contro i «messaggi ingannevoli della maggioranza», che «ha sposato la chimera del pareggio di bilancio», «legando così le mani al Governo che, al posto di investire, dovrà cimentarsi in assurdi tagli alla spesa».
Sostegno al consuntivo (con una critica puntuale sulla tendenza sistematica a sottovalutare i costi delle misure adottate, chiedendo in questo senso la creazione di una Corte dei conti) è poi giunto da Avanti con Ticino&Lavoro. Contrari, invece, il Partito comunista, l’MPS e Più Donne (che boccerà i conti finché la lotta alle disparità di genere non sarà una priorità), mentre i Verdi liberali sosterranno i conti 2022.
Al termine della prima parte del dibattito, il Gran Consiglio ha poi votato i conti della Cancelleria (39 sì, 16 no e 14 astenuti) e quelli del DSS (38 sì, 6 no e 24 astenuti). Il dibattito proseguirà domani con gli altri dipartimenti (DECS, DFE, DT e DI), per poi giungere al voto finale sui conti del 2022. Come detto a favore voteranno PLR, Centro, Avanti con T&L e PVL (42 voti in totale), mentre contrari ci saranno PS, Verdi, UDC, MPS e PC (32 voti in totale). Da ago della bilancia, dunque, ci sarà la Lega, che però dovrebbe astenersi. E i conti 2022 dovrebbero quindi incassare il sì del plenum. Ma lo sguardo di tutti, lo avrete capito, in ogni caso è già puntato a settembre e alla manovra di rientro.