L'intervista

«Villaggio in zona residenziale? È un binomio che funziona»

A tu per tu con Roland Ludwig, direttore del villaggio Reka di Albonago
©Chiara Zocchetti
Nico Nonella
16.11.2024 06:00

Dopo oltre un anno di chiusura, nel luglio 2022 il villaggio Reka di Albonago, alle pendici del Brè, ha riaperto i battenti in una veste rinnovata. Tutto questo per un investimento di 33 milioni di franchi. Il bilancio del direttore Roland Ludwig.

Direttore, nel luglio di due anni fa la struttura è stata riaperta nella sua veste rinnovata. Qual è il bilancio di questi 28 mesi di attività?
«Siamo totalmente soddisfatti dello sviluppo del villaggio turistico Reka di Lugano-Albonago. Quest’anno abbiamo accolto 5.785 ospiti, di cui quasi la metà erano bambini e giovani. Il tasso di occupazione durante gli orari di apertura da marzo a ottobre è stato dell’85%, un valore sopra la media. Siamo particolarmente contenti che si sia sviluppata bene la nostra offerta di appartamenti privi di barriere architettoniche. Anche i nostri servizi aggiuntivi, come il noleggio di biciclette elettriche, la piccola area wellness per adulti e l’offerta di ristorazione sono molto apprezzati. E come prevedibile, la piscina “infinity” (piscina a sfioro) è il pezzo forte più apprezzato da tutti i nostri ospiti».

Qual è il «cliente tipo» del villaggio? Come è cambiato il trend in questi anni nel Luganese, sia a livello di clienti che di posizionamento della destinazione?
«Nel villaggio turistico Reka di Lugano Albonago, la clientela tipica è costituita da famiglie svizzere. Il 92% degli ospiti proviene dalla Svizzera, il 6% dalla Germania e solo il 2% da altri Paesi. Questo quadro si presenta in modo simile a quello degli altri villaggi turistici Reka e riflette il posizionamento di Reka come operatore di vacanze per famiglie con accudimento ai bambini, parchi giochi, area piscina e spazi in comune. Questo ci permette di fornire un contributo significativo allo sviluppo delle vacanze per famiglie nella regione di Lugano».

Parliamo di un villaggio immerso in zona residenziale: non c’è un contrasto con la realtà che lo circonda?
«Per noi come Reka è importante collaborare con i partner locali e regionali. Questo significa anche che ci impegniamo per una buona convivenza tra gli abitanti del luogo e i nostri ospiti nel quartiere di Albonago. Anche questo funziona molto bene: negli ultimi due anni non abbiamo ricevuto alcun feedback negativo né notato alcun attrito».

Vista la zona in cui è situato, il vostro target è una clientela di alto standing?
«Fortunatamente, il nostro mix di ospiti è molto equilibrato. Da un lato, siamo in grado di attirare famiglie di diversa estrazione sociale, provenienti da tutta la Svizzera e dai Paesi limitrofi. Grazie al nostro impegno sociale, siamo anche in grado di accogliere regolarmente famiglie che beneficiano una settimana di vacanza grazie alla nostra Fondazione Reka Aiuto per le vacanze. Allo stesso tempo, abbiamo anche gruppi e scuole, nonché coppie che apprezzano particolarmente l’unicità e la posizione della struttura. Vogliamo sviluppare ulteriormente il potenziale di altri gruppi di clienti, soprattutto in bassa stagione e ora anche in inverno».

Nel settore del turismo si parla sempre di più di destagionalizzazione: che cosa vi aspettate da un’apertura invernale?
«Notiamo una tendenza a trascorrere le vacanze nelle regioni più meridionali durante i mesi invernali. Il buon livello di prenotazioni dimostra che è stata una decisione giusta sviluppare il villaggio turistico di Lugano-Albonago in una struttura attiva su quattro stagioni. Disponiamo inoltre di un’ulteriore offerta nel Parkhotel Brenscino di Brissago, che intendiamo ristrutturare completamente e posizionare come attività per tutto l’anno. In generale, siamo convinti che l’intera regione turistica ticinese beneficerà di questa tendenza e che Reka possa svolgere un ruolo importante nel contribuire a questo sviluppo».