Ville storiche più protette

Approvata dal Municipio di Bellinzona la variante di PR con la lista dei monumenti da tutelare
La demolizione del villino Salvioni sollevò molte proteste e diede il là al processo volto ad ampliare la protezione delle ville storiche cittadine.
Red. Online
24.03.2017 06:00

BELLINZONA - La demolizione del villino Salvioni nella primavera del 2013 fu la proverbiale ultima goccia che fece traboccare l'altrettanto proverbiale vaso. Una lettera aperta sottoscritta da diversi cittadini e una della STAN, prima, una mozione del consigliere comunale PPD Nicola Pasteris ed una iniziativa popolare dei Verdi, poi, chiesero al Municipio di bloccare la distruzione del patrimonio storico e culturale di Bellinzona. Ora, a quattro anni di distanza, l'Esecutivo della Turrita si è dotato degli strumenti con i quali soddisfare tali richieste: la variante del Piano regolatore che completa la lista dei beni culturali da proteggere e l'aggiornamento del Piano particolareggiato del centro storico con l'inclusione di nuovi edifici soggetti a interventi conservativi.

In totale i beni d'interesse comunale al di fuori del centro storico per i quali viene proposta la tutela sono 157, dei quali 51 sono ville storiche: tra i tanti citiamo l'istituto Santa Maria, i magazzini comunali, il Grottino ticinese o ancora il cimitero. Vanno ad aggiungersi ai 40 già protetti a livello locale e ai 61 già contemplati dal Piano particolareggiato del centro storico, a sua volta completato con 4 edifici supplementari da conservare. I beni per i quali si propone una tutela a livello cantonale, in aggiunta ai 53 per i quali la protezione è già in vigore, sono invece 14. Tra questi vi è l'intero quartiere San Giovanni, che inizialmente il Municipio prevedere di tutelare a livello comunale. Ma anche l'edificio principale delle Officine FFS (la «Cattedrale»), la fontana della Foca in piazza Governo e l'Oratorio della Madonna delle neve, per non citarne che alcuni.

Il messaggio con le modifiche pianificatorie è stato approvato dal Municipio nella seduta di mercoledì. Ora la palla passa al Consiglio comunale che sarà eletto domenica prossima e, in ultima analisi, al Consiglio di Stato cui compete l'approvazione definitiva.