Ticino

Viscom: il settore della stampa dialoga con il mondo digitale

Dopo un anno difficile a causa della pandemia si aprono nuove possibilità di sinergie e collaborazioni - Stefano Soldati: «Il settore è forte e pronto a sfruttare potenzialità»
Da sinistra Stefano Soldati, Sem Andreetta, Maëlle Kohler e Stefano Gazzaniga. ©cdt/chiara zocchetti
Gian Luigi Trucco
08.09.2021 22:19

Il mondo della carta e della stampa si confronta col digitale e persegue inevitabili sinergie con esso, «ma il settore è vivo e forte e, dopo il periodo della pandemia, che ha colpito profondamente il settore, è pronto a sfruttare nuove potenzialità». È il pensiero espresso da Stefano Soldati, presidente di Viscom Ticino e direttore del Centro Stampa del Gruppo Corriere del Ticino, in occasione ieri a Bellinzona della 80.ma assemblea ordinaria dell’Associazione, unitamente alla collegata P+C (Swiss print & communication association). Viscom è l’associazione padronale svizzera dell’industria grafica e la sezione ticinese conta 50 imprese con 1.000 addetti, mentre a livello federale annovera 700 aziende.

Una panoramica dell’attività svolta in quello che Stefano Gazzaniga, direttore di Viscom Ticino, ha definito un anno di transizione, mostra un forte impegno sul fronte tradizionale della formazione, anche se le difficoltà economiche non hanno consentito alle imprese di assorbire apprendisti durante l’ultimo periodo. È proseguita l’attività di consulenza giuridica, resa ancor più rilevante dal programma degli aiuti di rigore.

Un punto importante che ha impegnato l’attività di Viscom negli scorsi mesi è stato rappresentato dal rapporto con le istituzioni e soprattutto dalla sensibilizzazione degli enti pubblici sul tema del prezzo che condiziona le scelte di produzione dei materiali cartacei. Il criterio, ha affermato Gazzaniga, non dovrebbe essere quello del prezzo più basso, ma del «miglior prezzo», che tenga conto della qualità e delle caratteristiche di quanto viene realizzato. A ciò si aggiunge la campagna «stampato in Ticino» di cui Viscom si fa promotrice da diversi anni.

Due altri temi hanno animato l’Assemblea: quello della sostenibilità visto che, come ha ricordato Soldati, nei confronti del materiale cartaceo esistono molti pregiudizi infondati. In realtà gran parte della carta proviene da materiale riciclato ed è essa stessa ulteriormente riciclabile per svariate volte. Viscom assegna poi certificazioni FSC alle aziende che utilizzano prodotti derivati da legno gestito sulla base di rigidi standard ambientali.

Ai partecipanti, inclusi gli apprendisti che sono stati premiati alla fine dell’evento (Sem Andreetta, formazione poligrafo, e Maëlle Kohler, formazione interactive media designer), è stato proposto il tema del materiale cartaceo quale generatore di emozioni. Un tema ampio e dalle molte sfaccettature, perché la carta, sia stampata che quale packaging, decorazione, od usata in altri ambiti, ha valenze emotive ed estetiche, storiche ed artistiche uniche, oltre all’autorevolezza ed alla durata nel tempo di quanto viene stampato, tutte caratteristiche che i contenuti dei media digitali spesso non possono vantare. Non solo perché i contenuti di certi media digitali sono effimeri, quando non si possono definire in modo peggiore, ma perché leggere un libro non è come leggere un tablet, così come un packaging affascinante ed accattivante valorizza il contenuto spesso al di là del suo valore intrinseco.

Il cloud computing

Proprio nel quadro del dialogo «inter-media» si è svolto l’intervento di Andrea Cariglia, senior solution consultant di Swisscom, che ha presentato il «cloud computing» come strumento per le piccole e medie aziende. Digitalizzare, ha indicato Cariglia, non vuol dire eliminare la carta, ma permettere all’impresa di sfruttare nuove opportunità, con tecnologie che consentono di sviluppare idee innovative, aprirsi a nuovi segmenti di mercato, fidelizzare la clientela. La «nuvola» è un enorme contenitore di dati memorizzati od un portentoso strumento di calcolo, esterno all’azienda e gestito da un’entità specializzata. Si paga solo quando si usa, senza il bisogno di investimenti. In effetti, ha indicato Cariglia, spesso si pone l’alternativa fra informatica aziendale e «cloud». La scelta esternalizzata evita acquisti importanti, spese di manutenzione e di aggiornamento e va a vantaggio della sicurezza, a fronte del sempre crescente numero di attacchi che colpisce imprese di ogni genere e dimensione. Per l’azienda ciò significa liberarsi di una parte di responsabilità, evitare impegni finanziari e costi periodici più o meno nascosti.

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