«riflessi di luce»

Xhixha saluta Lugano, ma una statua resta qua

La mostra terminerà domenica, ma l’artista albanese ha deciso di donare un’opera alla città, «sentito il forte affetto da parte del pubblico locale»
«Big Data», l’opera che Xhixha ha voluto donare alla città di Lugano. © CdT/Putzu
Red. Lugano
19.09.2019 22:18

Addio, Lugano bella. Domenica la città saluterà la mostra «Lugano: riflessi di luce» dell’artista albanese Helidon Xhixha, che con le sue venti sculture monumentali in acciaio ha trasformato per cinque mesi la città in un museo a cielo aperto. Ma delle venti statue, solo diciannove lasceranno le rive del Ceresio. Xhixha, «sentito il forte affetto da parte del pubblico locale», ha deciso di donare alla Città l’opera «Big Data» (2018) attualmente posizionata e visibile in Piazza Dante. Il Municipio ha deciso di accogliere l’importante concessione e posizionerà l’opera all’interno del Parco Ciani, «luogo ideale in cui la scultura potrà giocare con i riflessi del verde delle piante e dell’azzurro del cielo».

Inoltre, l’artista ha deciso di prolungare l’esposizione di una seconda opera, «Drifting Icebergs» (2019), «che nuoterà ancora tra le acque del Ceresio fino al mese di dicembre, continuando ad essere il soggetto di tanti scatti fotografici.

È stato un successo

La mostra è stata un successo: «Un evento che ha richiamato centinaia di migliaia di persone tra cittadini e turisti contribuendo a rendere ancora più attrattiva la nostra Lugano - ha detto il capodicastero Cultura Roberto Badaracco. - Un successo sottolineato anche dalle tante condivisioni sui social che hanno contribuito a catturare l’attenzione di turisti e visitatori».

Il progetto è stato promosso dalla Fondazione Braglia ed è stato curato da Eike Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze. Anche da parte degli organizzatori è stata espressa soddisfazione per l’accoglienza ricevuta: «Le sculture hanno catturato l’interesse di luganesi e turisti, e ancora oggi destano attenzione curiosità».

Le opere di Xhixha ora partiranno per un tour europeo, se così si può dire. Ad esempio la tanto discussa scultura «Luce Divina» (la croce posta in piazza Luini) verrà installata a Venezia, dove resterà fino a giugno 2020.