Ticino

Zanzare tutto l’anno? Non proprio

Alcuni studi sottolineano come i cambiamenti climatici potrebbero favorire la proliferazione di questi insetti: ne parliamo con la dottoressa Eleonora Flacio
© CdT/Archivio
Marcello Pelizzari
16.07.2021 06:00

Le zanzare ci pungeranno anche nei mesi invernali. Ahia. E ancora: se le emissioni nocive al pianeta continueranno a questi ritmi, nel 2080 otto miliardi di persone potrebbero entrare in contatto con la malaria o la dengue. I cambiamenti climatici, insomma, potrebbero modificare (e di molto) il nostro rapporto con questo insetto. Lo sostengono due studi. Uno dell’Università della Florida, l’altro della London School of Hygiene & Tropical Medicine.

Le cose stanno davvero così? O meglio: anche in Ticino dovremo abituarci a una presenza continua delle zanzare? Abbiamo girato queste e molte altre domande alla dottoressa Eleonora Flacio, responsabile del settore vettori del Laboratorio di microbiologia applicata della SUPSI, da anni attiva nella lotta alla zanzara tigre nel nostro cantone. Le zanzare – precisa subito – sono ovunque. Ovunque ci sia acqua liquida tra il polo nord e il polo sud. «Ovviamente, la maggior diversità di specie è concentrata nelle zone tropicali e subtropicali». Il che, appunto, non significa essere al riparo in Paesi come la Svezia, dove le specie sono minori ma la presenza è comunque massiccia. «È vero che i cambiamenti climatici sono importanti, anche un aumento della temperatura media di un grado favorisce l’insediamento delle zanzare. È anche vero che le zanzare, in particolare la tigre, hanno un tasso di riproduzione molto elevato. E poi vale la legge di Darwin, nella misura in cui le zanzare producono un tot di figli e tra questi qualcuno resisterà a temperature più basse: c’è una certa adattabilità. I cambiamenti climatici, ad ogni modo, sono solo una parte dell’equazione: «Di mezzo c’è anche il commercio globale» prosegue la nostra interlocutrice. «Le zanzare non è che siano arrivate in Europa volando dal sudest asiatico, ma con lo scambio di merci».

Malaria e dengue: un problema reale

Lo sguardo, più che verso il 2080 citato dallo studio della London School, è rivolto al presente. La malaria e la dengue continuano a proliferare nel mondo. «Metà della popolazione mondiale, oggi, rischia di contrarre una malattia legata alle zanzare. Tant’è che un magnate come Bill Gates è fra i maggiori finanziatori della lotta alla malaria. Le zanzare sono la principale causa di morte dell’uomo: 200 milioni di persone ogni anno rischiano di contrarre la malaria, 50-200 milioni rischiano invece di prendere la dengue. Circa un milione di persone ogni anno muore a causa di queste malattie. E spesso parliamo di bambini sotto i cinque anni. Il problema è reale».

A tal proposito, e tenendo sempre presenti i cambiamenti climatici unitamente allo spostamento di merci e persone, la domanda sorge spontanea: l’Europa, capace a suo tempo di debellare la malaria, fino a quando potrà dirsi ancora al sicuro? «C’è il rischio che tornino alcune specie e che l’uomo possa importare alcune malattie con i suoi spostamenti. È chiaro che il rischio è più alto se le temperature assomigliano a quelle tropicali. Il vantaggio, in Europa, è che le stagioni resistono. Le zanzare vanno in letargo con il freddo ed eventuali malattie si fermano, a differenza delle regioni subtropicali e tropicali. È vero che, se abbiamo estati più lunghe e mesi caldi più lunghi, il rischio che anche da noi si trasmettano malattie del genere è più elevato. Finora, comunque, non c’è mai stata una trasmissione locale. Parliamo solo di casi importati, trattati puntualmente con l’Ufficio del medico cantonale».

Il rischio zero non esiste, ma il periodo più sensibile è quello tra agosto e settembre: i dati suggeriscono che le zanzare tigre ticinesi hanno una capacità inferiore, rispetto a quelle tropicali, di trasmettere malattie

Il coronavirus? Ha aiutato

La buona notizia, insiste la dottoressa, è che la lotta alla zanzara tigre, finanziata da Cantone e Comuni, in Ticino sta dando i suoi frutti. Le concentrazioni di questo insetto, alle nostre latitudini, non sono elevate. «Riusciamo a gestire bene la cosa» chiarisce Flacio. «E comunque, all’arrivare dell’inverno si blocca tutto. Abbiamo fatto degli studi. Il rischio zero non esiste, ma il periodo più sensibile è quello tra agosto e settembre: i dati suggeriscono che le zanzare tigre ticinesi hanno una capacità inferiore, rispetto a quelle tropicali, di trasmettere malattie. Nulla toglie che il rischio c’è, tant’è che noi abbiamo un sistema d’allerta con l’Ufficio del medico cantonale e con l’OMS».

Non solo, le differenze di concentrazione della zanzara tigre fra Italia e Ticino sono notevoli. E questo perché dall’altra parte del confine manca una politica coordinata per contrastare il fenomeno. «E poi l’anno scorso, complice il coronavirus, i livelli di presenza della zanzara tigre si sono ulteriormente abbassati. Al lavoro dei comuni si è aggiunto quello dei singoli cittadini: costretti in casa dalla pandemia, hanno effettuato i trattamenti suggeriti da noi in modo corretto e regolare. Lo abbiamo notato anche nella vendita dei prodotti, avvenuta a maggio-giugno e poi a settembre. Significa che la gente ha agito preventivamente. Il beneficio è per tutti, anche in termini di rischio della trasmissione di malattie». Le indicazioni, va da sé, non cambiano: non tenere all’aperto contenitori che possono riempirsi d’acqua; eliminare l’acqua ferma in sottovasi, piscine per bambini e abbeveratoi almeno una volta a settimana; chiudere ermeticamente i bidoni per l’irrigazione quando non piove; colmare con la sabbia i buchi nei muri ove ristagna l’acqua; eseguire i trattamenti consigliati quando è impossibile rimuove l’acqua, come in tombini privati, sempre una volta alla settimana da maggio a fine settembre o finché si riesce a stare in maglietta a maniche corte».

Zanzare e CO2

Gli studi citati in apertura, fra le altre cose, descrivono il rapporto fra CO2 e zanzare. Questo insetto, infatti, è attratto dalle emissioni di diossido di carbonio poiché le associa alla presenza di animali. E, quindi al pasto di sangue che serve alla femmina per poter produrre le uova. «Le zanzare non pungono solo animali a sangue caldo, ma anche rettili e anfibi. Alcune preferiscono solo l’uomo, altre gli uccelli, altre ancora le rane. Tutti gli animali, in ogni caso, respirano ossigeno ed emettono CO2. Le zanzare, grazie a dei sensori sulle antenne, riescono a captare questo gas anche da mezzo chilometro di distanza. Poi, diciamo a seconda dei gusti, decidono se pungere o meno. È una questione di odori, anche. Le stesse persone emettono odori che possono più o meno piacere alle zanzare». Significa che questi insetti sono intelligenti? «Non saprei se possiamo definirli intelligenti, di sicuro il sistema che hanno è efficace. D’altronde, le zanzare esistono da circa 200 milioni di anni».

È vero che, in presenza di autunni molto caldi, il periodo di attività può prolungarsi. Ma io spero che gli inverni siano sempre freddi

In letargo come gli orsi

Riassumendo, è difficile ipotizzare che le zanzare in Ticino saranno attive dodici mesi all’anno. «È vero che, in presenza di autunni molto caldi, il periodo di attività può prolungarsi. Ma io spero che gli inverni siano sempre freddi». Anche se, come visto, nemmeno le temperature rigide sembrano più spaventare alcune specie. «Ci sono zanzare che, piano piano, si abituano alle varie temperature. Anni fa, uno studio negli Stati Uniti mostrava la progressione della zanzara tigre. Le uova di questa specie resistono pure a temperature più basse, ma comunque non possono essere attive alle nostre temperature invernali esterne». Ad oggi, comunque, le zanzare nel nostro cantone vanno ancora in letargo o, se preferite, in diapausa. Citiamo il dizionario: «Periodo di stasi dello sviluppo embrionale che subiscono le uova o le larve di alcuni insetti». Di nuovo Flacio: «La zanzara tigre è riuscita a colonizzare le zone temperate perché le sue uova resistono anche a -14 gradi. Rimangono quiescenti fino a primavera, quando le temperature si rialzano. Le uova entrano a contatto con l’acqua e si schiudono».

Qualcosa, rispetto ai primi anni di presenza in Ticino, è comunque cambiato. Ci sono anche esemplari adulti di zanzara tigre che, in inverno, vanno in letargo. «Non è infrequente trovarne alcune sui muri di casa. Sembrano rintronate, non pungono, magari si svegliano un po’ perché in casa non fa freddo. Fanno un po’ come gli orsi. Ma, ripeto, non sono attive perché la zanzara sa che ci vuole dell’acqua in giro e temperature adatte allo sviluppo della sua progenie. In generale, reagisce a stimoli di fotoperiodo: il rapporto fra luce e buio. Se fossero attivi, beh, rischierebbero di morire». Un’evoluzione, quindi, c’è stata: se prima la zanzara tigre colonizzava solo acque pulite, ora sceglie anche acque sporche; se prima non entrava nelle case, adesso è facile trovarla all’interno delle nostre quattro mura. E ha imparato anche a volare meglio. Fra gli animali invasivi è, senza dubbio, uno dei più pericolosi. «Ma si può gestire» rassicura Flacio.

La dottoressa Eleonora Flacio. © CdT/Gabriele Putzu
La dottoressa Eleonora Flacio. © CdT/Gabriele Putzu