Il punto

Torna l'ora legale (estiva): lancette in avanti di un'ora nella notte

In settimana, lo studio del LPMR ha dimostrato che il cambiamento favorisce il risparmio energetico – Il dibattito sul cambio dell'ora, a livello europeo, non si placa
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Red. Online
25.03.2023 15:01

Ci risiamo. «Un'ora di sonno in meno e un'ora di luce in più». Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo si torna all'ora (legale) estiva. Alle due del mattino occorrerà «spostare in avanti di un'ora le lancette degli orologi». Un rito ormai quasi simbolico, considerato che la maggior parte dei dispositivi si aggiornano automaticamente. Il 29 ottobre si tornerà all’ora solare (l'ora legale invernale).

L'ovvia conseguenza del cambio di ora è che sarà possibile sfruttare un'ora di luce in più di sera con il sole che tramonterà più tardi (stando ai nostri orologi) e e le giornate, a parità di ore di luce, ci sembreranno «un po' più lunghe».

Risparmiare elettricità

Grazie al passaggio all'ora legale si risparmia corrente. A rilevarlo è uno studio condotto dal Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca (LPMR). Il fattore decisivo è rappresentato non dalle lampadine, bensì dai climatizzatori. L'orario estivo fa sì che gli impiegati lascino i loro uffici un'ora prima del solito e, dato che i condizionatori devono funzionare con maggiore intensità nel tardo pomeriggio, è possibile risparmiare energia elettrica disattivandoli o, perlomeno, impostandoli in modo che la loro azione raffreddatrice sia di intensità minore.

Lo studio dell'LPMR, pubblicato martedì, ha scrutinato il funzionamento dei climatizzatori di diversi edifici adibiti a uffici in 15 città statunitensi localizzate in diverse regioni climatiche: grazie all'ora legale (estiva), si è constatata una riduzione di quasi il 6% dell'energia per il raffreddamento. Questo valore fa da contraltare all'aumento del 4,4% dovuto invece al riscaldamento nei periodi in cui vige l'ora solare (l'ora legale invernale) e, valutando l'intero bilancio, risulta che l'ora legale (estiva) favorisce effettivamente il risparmio energetico.

Discussioni (e litigi)

Sono diversi anni che nell'Unione Europea si discute (e si litiga) sull'eventualità di mantenere l’ora legale (estiva) per tutto l’anno. Se il Parlamento europeo si è espresso a favore di un sistema che si basi sull’ora solare (l'ora legale invernate) tutto l’anno, la Commissione ha lasciato la parola agli Stati membri, mentre manca ancora il via libera del Consiglio europeo. La Commissione europea ha presentato una proposta per abolire il cambio dell'ora a settembre del 2018, a seguito di una consultazione pubblica in cui la netta maggioranza dei 4,6 milioni di partecipanti ha chiesto la fine della pratica. La proposta è stata poi approvata dal Parlamento europeo nella prima metà del 2019. Da allora, però, nulla è cambiato. Tranne l'ora, che continua a variare due volte l'anno, in primavera e in autunno.

Ma un cambiamento non è facile e richiede decisioni politiche. Attualmente in Europa ci sono tre fusi orari: la stragrande maggioranza dei paesi utilizzano l'ora dell'Europa centrale (CET) come standard. Altri dieci Stati hanno quella dell'Europa orientale (EET) e quattro quella dell'Europa occidentale (Greenwich Mean Time GMT). Le fasce orarie dovrebbero coincidere grossomodo con i meridiani, eppure il Regno Unito è un'ora indietro rispetto a Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, e perfino rispetto alla Spagna.

Ora la questione è tornata di attualità e i paesi dell'Unione dovrebbero risolverla tra loro. «Spetta agli Stati membri determinare l'ora che desiderano applicare, poiché è probabile che gli effetti di questa scelta dipendano dalla loro situazione geografica del Paese», ha detto a Euronews un funzionario della Commissione. Il Parlamento europeo, invece, voleva che la Commissione formulasse una proposta per accelerare e facilitare i negoziati.

In Svizzera, un comitato guidato dalla consigliera nazionale Yvette Estermann e Armin Capaul nel 2019 ha lanciato un'iniziativa per abolire il cambio di orario, ma non è riuscito a raccogliere le 100.000 firme necessarie.

«La Svizzera segue gli sviluppi nei Paesi limitrofi ed esaminerà attentamente se un eventuale adeguamento del regolamento sull'ora è opportuno e nell'interesse della Svizzera – si legge sul sito della Confederazione –. Con l'introduzione dell'ora dell'Europa centrale alla fine del XIX secolo come pure con l'adozione del passaggio all'ora legale nel 1980 il Consiglio federale e il Parlamento hanno optato soprattutto per motivi economici per un sistema orario coerente con quello degli Stati confinanti. In caso di adozione di un sistema orario differente la Svizzera diventerebbe un'"isola temporale" con le conseguenze che ne derivano in particolare nei rapporti commerciali, nel settore dei trasporti, nel turismo e nelle comunicazioni».

Fontaine Continue Suisse

In Svizzera l'Istituto federale di metrologia (METAS) è responsabile della realizzazione e diffusione dell'ora ufficiale svizzera. A tale scopo nei suoi laboratori gestisce diversi orologi atomici partecipando in tal modo alla realizzazione del tempo mondiale coordinato. Dai dati di circa 350 orologi atomici di oltre 60 laboratori di riferimento per la misurazione del tempo sparsi in tutto il mondo, l'Ufficio internazionale dei pesi e delle misure (BIPM) a Parigi ha calcolato il tempo universale coordinato (Universal Time Coordinated, UTC). Questo è il tempo di riferimento mondiale, che dà il ritmo per tutti i fusi orari.

Gli orologi atomici particolarmente precisi, i cosiddetti campioni di frequenza primaria, svolgono un ruolo particolare nella regolazione fine del tempo mondiale. Circa una dozzina di tali campioni di frequenza primaria sparsi in tutto il mondo contribuiscono regolarmente all'accuratezza del tempo mondiale. Uno di questi orologi atomici speciali si trova presso il METAS: la Fontaine Continue Suisse (FoCS). Esso è così preciso che ci vorrebbero 30 milioni di anni prima che due orologi simili indicassero una differenza di un secondo.

La diffusione di scale temporali ad alta precisione svolge un ruolo sempre più importante in molti settori, ad esempio nelle contrattazioni di borsa, per l'implementazione di molte nuove tecnologie come l'Internet delle cose o nella sincronizzazione di sistemi distribuiti. Per poter soddisfare queste esigenze, il METAS sta attualmente lavorando allo sviluppo di nuovi sistemi di diffusione del tempo attraverso le fibre ottiche che raggiungono prestazioni molto elevate e contribuiscono in modo ottimale allo sviluppo delle tecnologie future.