La recensione

Tra soul, spiriti maligni e paludi, l’avventura nel sud degli States di South of Midnight

In mezzo a un oceano di «mondi aperti» da esplorare in lungo e in largo, South of Midnight è un salutare viaggio a senso unico in cui potremo gustarci una delle storie più toccanti e interessanti dei videogame degli ultimi anni
Paolo Paglianti
01.05.2025 06:00

South of Midnight è un po’ un Alice nel Paese delle Meraviglie ambientato nel profondo sud degli Stati Uniti. Quando la casa e la madre vengono letteralmente «rapite» da una piena, la protagonista Hazel viene proiettata in un viaggio magico e pericoloso tra paludi e folklore locale. Hazel scoprirà presto di essere una Tessitrice, una specie di maga in grado di «ricucire» gli strappi nel tessuto delle cose e nel passato delle persone. 

In mezzo a un oceano di «mondi aperti» da esplorare in lungo e in largo, South of Midnight è un salutare viaggio a senso unico in cui potremo gustarci una delle storie più toccanti e interessanti dei videogame degli ultimi anni. Hazel non deve solo ritrovare la madre dispersa, ma anche scoprire le vicende dei suoi «vicini» di casa, sbrogliando - metaforicamente e non solo - le loro storie tragiche. Non scendiamo volutamente nei particolari per non rovinarvi la sorpresa, ma si tratta di situazioni drammatiche e complesse, che giustificano ampiamente il PEGI 18+. Giusto per fare un paio di esempi, ci siamo trovati a visitare un granaio pieno di maiali morti, oppure abbiamo scoperto come uno dei «protagonisti» sia stato ucciso in modo particolarmente disperato e crudele da un suo familiare. Situazioni e storie adatte a un pubblico adulto, di sicuro.

Hazel dovrà esplorare una versione alternativa del sud degli Stati Uniti, in cui le case devastate da uragani e inondazioni sono affiancate da spiriti senza pace e gli spettri degli oggetti distrutti dalla furia degli elementi. South of Midnight compie anche una scelta originale, tenendo separate rigidamente le sequenze di esplorazione da quelle di combattimento.

Nelle prime, Hazel dovrà muoversi in terza persona (alla Tomb Raider per capirci) per seguire il cammino verso il prossimo obiettivo, un sentiero a senso unico e con pochissime diramazioni. Ad aiutarvi, sarà sempre presente un «filo» attivabile con la pressione di un tasto del joypad che mostrerà dove dovrete andare. I pochi bivi portano a piccole ricompense e collezionabili, che potrete raccogliere aguzzando un po’ l’ingegno per capire come arrivare in quel punto o su quell’isolotto, ma sono obiettivi secondari e potrete ignorarli tranquillamente. 

Nei primi tre-quattro capitoli del gioco (su 14), Hazel imparerà l’arte del parkour magico del profondo Sud degli USA: potrà doppio-saltare, agganciarsi a punti speciali per dondolarsi magicamente con una frusta invisibile alla Indiana Jones, e addirittura far apparire dal nulla gli oggetti spariti, come carri o piattaforme travolte dalla piena. Tutti questi elementi creano una quantità enorme di piccoli enigmi e puzzle che dovrete risolvere per proseguire – niente di particolarmente complesso ma con una varietà sufficiente a renderli sempre stuzzicanti e interessanti. Troverete la loro versione più complicata, che richiede magari maggiore dimestichezza con i controlli via joypad, proprio nei sentieri secondari che portano a bonus di esperienza, necessaria per migliorare le abilità di Hazel.

Un plauso particolare lo merita l’aspetto visivo: le varie ambientazioni di South of Midnight sono riprodotte in modo molto convincente, e sebbene non fotorealistico, ci siamo trovati spesso a ammirare il riflesso del sole tra le paludi. Ma il vero asso nella manica del gioco è la colonna sonora, che alterna canzoni e brani dal sapore «soul» del sud degli USA.

Dopo una sezione di esplorazione e viaggio, generalmente troverete un’area in cui combatterete. Come dicevamo, i nemici non sono ovunque, ma relegati in queste piccole aree circolari in cui si radunano per darvi – è il caso di dirlo – filo da torcere. Gli spettri delle zone paludose vanno combattuti con una danza di schivate e affondi, e utilizzando la versione offensiva dei poteri di Hazel: potrete attivare attacchi potenziati, oppure attirare a voi i nemici o allontanarli. Oltre ai nemici classici, come da tradizione dei giochi action, quasi a ogni fine di capitolo troverete uno scontro epico contro un boss particolarmente ostico, e che richiede una tattica ad hoc. Se i combattimenti risultano troppo coriacei, potete aggiustare il livello di difficoltà su cinque gradi diversi, l’ultimo dei quali li rende praticamente delle formalità. South of Midnight in ogni caso non è un gioco particolarmente ostico, e può essere completato in meno di 10 ore. Saranno però dieci ore particolarmente dense e piene di soddisfazioni, con una storia tra le migliori e più coinvolgenti degli ultimi anni, parlando di videogiochi, e con duelli con boss giganteschi tipo – piccolo spoiler – un alligatore formato XXXL, di cui non potrete scordarvi tanto facilmente. South of Midnight è disponibile per PC e Xbox, in entrambi i casi anche via Game Pass, l’abbonamento «all you can play» di Microsoft. Il gioco è tradotto in italiano nei sottotitoli, mentre il parlato rimane in inglese (e pure con uno slang particolarmente marcato da sud degli USA). Il PEGI età consigliata è appropriatamente 18+.

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