Vallese

Tragedia della Tête-Blanche: emesso un decreto di abbandono

«Le varie indagini condotte non hanno permesso di dimostrare e di stabilire il coinvolgimento di eventuali altre persone che faccia sorgere nei loro confronti il sospetto di aver commesso un reato», precisa la procuratrice generale del canton del Vallese, Beatrice Pilloud, in un comunicato
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Ats
02.06.2025 16:44

La procuratrice generale del canton del Vallese, Beatrice Pilloud, ha emesso un decreto di abbandono relativo alla tragedia avvenuta il 9 marzo 2024 nella regione della Tête-Blanche, cima di 3710 metri in Vallese al confine con l'Italia, quando sei escursionisti persero la vita mentre si allenavano per la Patrouille des Glaciers.

«Le varie indagini condotte non hanno permesso di dimostrare e di stabilire il coinvolgimento di eventuali altre persone che faccia sorgere nei loro confronti il sospetto di aver commesso un reato», precisa la procuratrice in un comunicato odierno.

Le indagini non hanno potuto stabilire le circostanze esatte di questa tragedia: «Il rapido peggioramento delle condizioni meteorologiche può aver contribuito a rendere più complicata la ricerca del percorso ideale», ha aggiunto la procuratrice.

La tragedia risale, come detto, al 9 marzo del 2024. I sei scialpinisti, partiti da Zermatt e diretti ad Arolla, erano stati sorpresi a circa 3500 metri da una bufera di neve, che non aveva lasciato loro scampo: per oltre 24 ore la tormenta aveva infatti rallentato le ricerche. Cinque di loro, tutti appartenenti alla stessa famiglia, erano stati ritrovati morti il giorno dopo: tre fratelli di 21, 27 e 30 anni, un loro cugino di 44 anni e uno zio di 58 anni, tutti residenti a Vex, all'entrata della Val d'Hérens, nel Vallese centrale. Cinque mesi più tardi, il 10 agosto, era stato ritrovato il corpo della sesta escursionista, una 28enne fidanzata di uno dei fratelli e che viveva nel cantone di Friburgo, la quale si era allontanata dal gruppo per chiedere aiuto alla Rega.