L'analisi

Traslocare, sì ma dove? Tutti i numeri di chi si sposta

Uno studio dell’Ufficio di statistica sottolinea alcune tendenze del fenomeno, che nel 2022 ha interessato oltre 28.000 persone in Ticino - La maggior parte di chi ha cambiato casa lo ha fatto all’interno del proprio distretto
Giona Carcano
16.04.2024 23:30

Dimmi dove traslochi e ti dirò chi sei. Potremmo riassumere così l’interessante radiografia pubblicata ieri dall’Ufficio di statistica (USTAT). Un documento nel quale, in maniera approfondita e lineare, si analizzano per la prima volta i movimenti generati dai traslochi fin nel dettaglio del livello comunale, mettendo altresì in evidenza sia le caratteristiche di chi si è spostato, sia i luoghi di partenza e di destinazione.

Come viene calcolato

Partiamo innanzitutto dal numero di persone che hanno cambiato abitazione: nel corso del 2022, anno preso in considerazione dallo studio, sono state 28.617. Da questa cifra è dunque possibile risalire al cosiddetto tasso di trasloco – un indicatore che misura l’intensità del fenomeno – ottenuto dal rapporto tra le partenze registrate in un determinato anno e la popolazione residente permanente all’inizio di quello stesso anno. Ebbene, il tasso di trasloco è stato dell’8,4%, circa l’1% inferiore al tasso nazionale. In un confronto pluriennale, si tratta di una percentuale sensibilmente più bassa rispetto a quella registrata a partire dal 2013 (stabile attorno al 9%). «Ciò è dovuto a un rallentamento dei movimenti numericamente più importanti, quelli interni al Paese», spiega l’UST. In effetti, nel 2022, solamente il 14,7% ha traslocato all’estero. Il resto si è spostato all’interno dello stesso Comune (37,2%), in un altro Comune ticinese (40,7%) oppure oltralpe (7,4%). In Ticino viene evidenziata una diminuzione di quasi 2.900 traslochi interni al cantone, mentre verso l’estero si è verificato un piccolo aumento rispetto al passato.

Chi decide di partire

Già. Ma al di là dei semplici numeri, chi sono le persone che decidono di partire? «La propensione a traslocare varia fortemente dall’età», avverte l’UST. Ad ogni modo, «i tassi di trasloco più elevati si ritrovano tra le persone molto giovani, in particolare al di sotto dei 5 anni (famiglie con figli piccoli), e nella fascia dei 20-39.enni». Il picco degli spostamenti lo si raggiunge in corrispondenza dei 28 anni (23,4% del totale), scendendo in seguito in modo costante. A partire dall’età della pensione, il tasso è sempre inferiore al 5%. Come visto, i traslochi avvengono soprattutto all’interno del proprio comune di domicilio, subito seguiti da quelli diretti verso altri comuni dello stesso distretto. «Questi due tipi di spostamenti concernono particolarmente le classi d’età più giovani: si potrebbe ipotizzare che le famiglie con bambini piccoli si spostino nelle vicinanze dall’abitazione precedente, magari per non stravolgere le abitudini acquisite dal bambino», rileva l’UST. I traslochi verso altri cantoni sono invece i meno gettonati, e toccano soprattutto la fascia dei 20-34.enni. I motivi? Studi oltre San Gottardo e opportunità professionali.

Gli stranieri sono molto mobili

Un dato interessante riguarda poi la distinzione di genere. Il tasso di trasloco è simile tra uomini e donne (rispettivamente 8,8% e 8%). «Per gli uomini è leggermente più alto nelle fasce tra 30 e 50 anni, mentre le donne prevalgono in particolare nella fascia 20-25 anni». Ancora più rilevante è il capitolo legato agli stranieri: questa fascia di popolazione ha un tasso di trasloco sensibilmente superiore a quella svizzera. «Questa differenza –chiarisce lo studio – è dovuta alla maggior propensione degli stranieri all’emigrazione verso l’estero». Tuttavia, viene sottolineato, gli stranieri sono maggiormente «mobili» rispetto agli svizzeri anche nei movimenti interni ai Comuni.

Comportamenti simili

Per quanto riguarda la destinazione dei partenti, l’analisi evidenzia che i comportamenti sono rimasti pressoché gli stessi del passato. Infatti, « poco più di un terzo delle persone si sono trasferite all’interno del proprio comune di residenza, mentre un altro terzo si è trasferito in un altro comune dello stesso distretto: dunque, circa due terzi dei partenti sono rimasti nello stesso distretto». Insomma, quando ci si sposta si sceglie di non allontanarsi troppo. Questo dato si riflette quindi sulla distanza media in chilometri di chi ha traslocato (esclusi quelli all’estero). «Quasi la metà (44,8%) si è spostata meno di 2 km, mentre un altro 40,9% ha traslocato in una distanza poco maggiore, compresa tra 2 e 20 km», sostiene l’UST.

Il dettaglio dei flussi

Più nel dettaglio, a livello distrettuale, nel 2022 i tassi di trasloco più elevati si ritrovano nel Luganese (8,8%) e nel Bellinzonese (8,4%), mentre quelli più bassi nei distretti di Vallemaggia (6,2%) e Blenio (6%). «Nei distretti “urbani”, vale a dire Bellinzona, Locarno, Lugano e Mendrisio, più del 50% delle persone è rimasta all’interno del proprio distretto di partenza. Tra questi, il valore più alto si ritrova a Lugano (66,8%)». Analizzando in profondità i flussi, inoltre, spiccano alcuni dati interessanti. Il distretto di Bellinzona «è attrattivo soprattutto nei confronti di Locarno, Leventina, Lugano e Riviera; si nota un numero importante di movimenti tra Lugano e Mendrisio (nei due sensi); per Blenio e Leventina vi è un flusso significativo in direzione di Riviera; mentre Locarno è attrattivo nei confronti di Bellinzona, Lugano e Vallemaggia», rileva lo studio. Rimane elevato, infine, l’alto numero di traslochi avvenuti tra le principali città del cantone e i rispettivi comuni della corona. Si distinguono particolarmente quelli tra Lugano e Massagno e tra Bellinzona e Arbedo-Castione.