Tre stragi e un'improbabile stretta sulle armi

California Dreamin’ cantavano i Mamas & Papas, descrivendo quella terra che faceva sognare. Oggi di sogni in California ne sono rimasti pochi, sono stati dilaniati dalle tragedie che hanno profondamente sconvolto lo Stato americano nelle ultime ore. Tragedie che colpiscono innanzitutto per i numeri: in nemmeno tre giorni, e in altrettante sparatorie, diciannove persone sono state uccise. Solo un mese prima – lo ricordiamo – un altro fatto di sangue aveva scioccato la California: sei persone, tra cui un neonato, erano state assassinate in quello che probabilmente è stato uno scontro tra gang rivali. E questo in uno degli Stati americani con la percentuale più bassa di mass-shooting e con una delle leggi più severe in materia di armi da fuoco. Nonostante lo shock di tutto il Paese, una stretta legislativa a livello nazionale su fucili e pistole appare ancora molto distante. Vediamo di fare insieme il punto della situazione.
Tre stragi in meno di tre giorni
Prima la sala da ballo a Monterey Park. Dieci vittime, oltre al killer morto suicida. Sette morti, di nuovo, solo poche ore dopo a Half Bay Moon. Da ultima la sparatoria al benzinaio nella città di Oakland. Le tragedie californiane si sono susseguite con una rapidità impressionante. Quasi da perderne, tragicamente, il conto. Come stava succedendo a Gavin Newsom, governatore della California, che martedì si trovava in ospedale a visitare le vittime di Monterey Park quando ha saputo della sparatoria di Half Moon Bay. Newsom stava per leggere quanto scritto sul suo foglietto, ma ha dovuto aggiungere il nome della nuova strage: «Ho iniziato scrivendo “Monterey Park”. Ora invece devo aggiungere “Half Moon Bay”. Che diavolo sta succedendo qui?» ha detto esasperato. «Si dice, e si dice sempre: “Solo in America”» ha aggiunto con amarezza.
Uno dei tassi di mortalità più bassi
Amarezza, sconcerto ed esasperazione che toccano diversi californiani, come spiega il New York Times, soprattutto perché la California è uno degli Stati che può contare su un tasso di mortalità da armi da fuoco tra i più bassi del Paese. “Solo” 8,5 decessi ogni 100.000 persone secondo i dati del 2020. Inoltre, stando a una recente analisi del Public Policy Institute of California, gli abitanti di questo Stato hanno circa il 25% di probabilità in meno di morire in sparatorie di massa, rispetto ai residenti degli altri Stati. Le persone sono sconvolte, racconta il NYT, abitano in zone relativamente tranquille e non si aspettavano queste stragi: «Non usciamo di casa dopo lo shock della sparatoria» raccontano, «è così surreale, di solito lo si vede succedere nei telegiornali».
Intanto a Capitol Hill si discute
Nel frattempo, nelle aule dei palazzi di Washington si è tornati a parlare di una eventuale nuova stretta sulle armi, soprattutto alla luce degli ultimi fatti. Anche il presidente Joe Biden si è espresso in merito, spiegando di essere al lavoro per elaborare «una serie di cose che possiamo e vogliamo fare per affrontare il problema della violenza da armi da fuoco insieme ai leader californiani». «Chiedo a tutti voi di inviarle alla mia scrivania il più rapidamente possibile», ha proseguito il presidente Biden. Anche se, di fatto, le possibilità che una legge su un maggiore controllo delle armi passi effettivamente al Congresso sono molto scarse o praticamente nulle. Raccogliere un consenso bipartisan su questo tema è veramente difficile, nonostante il sangue versato nelle sparatorie di massa californiane abbia scosso tutto il Paese.
McCarthy, però, frena
Lo speaker della Camera, il californiano Kevin McCarthy, ha precisato che proprio il suo Stato d’origine possiede già alcune delle leggi sulle armi più severe di tutti gli Stati Uniti. Il repubblicano ha aggiunto che non intende impegnarsi per l’approvazione di nuove leggi restrittive sulle armi da fuoco finché non gli verranno fornite maggiori informazioni sulle stragi avvenute a Half Moon Bay e Monterey Park. La ragione? Secondo McCarthy queste sparatorie sarebbero «atipiche» a causa dell'età avanzata degli autori che le hanno commesse. La questione resterà, evidentemente, ancora al centro di molti dibattiti.
