Basket

Trésor Quidome e un’attesa Mondiale: «Sarà una grande festa»

Anche l'ex stella della pallacanestro ticinese sarà in campo con la Svizzera Over 45 al torneo FIMBA - Dal 27 giugno al 6 luglio Bellinzona, Locarno e Lugano ospiteranno 400 squadre da tutto il globo: «Vogliamo ben figurare»
© Trésor Quidome
Mattia Meier
09.06.2025 21:50

Tra meno di tre settimane il Ticino diventerà una piccola Caput Mundi del basket. Il 27 giugno, sparso tra Locarno, Bellinzona e Lugano, prenderà il via il Mondiale Maxibasketball organizzato dalla FIMBA. La manifestazione è dedicata alle categorie «over» femminili e maschili, dai 30 anni in su (nel maschile si arriva fino alla categoria over 80). E i numeri sono già impressionanti. Circa 400 le squadre iscritte, in arrivo da tutto il globo, per un totale di oltre 5.000 persone attese sul nostro territorio, tra atleti, staff, accompagnatori e tifosi. In campo ci sarà l’occasione di rivedere volti noti della pallacanestro che fu. Alcuni internazionali, altri invece più locali. Come Trésor Quidome, classe 1980 e arruolato dalla Nazionale Svizzera Over 45, pronto a tornare a infuocare le retine come ai tempi di Vacallo, Lugano, Friburgo e Neuchâtel: «La spinta me l’ha data il presidente dei Goaldcoast Wallabies, squadra che alleno. Lui giocherà per la nazionale Over 50, ogni tanto andavo con lui agli allenamenti e mi son detto, ‘‘perché no?’’. E poi l’evento sarà in Ticino, a casa insomma, difficile non cogliere l’occasione».

A metà maggio la nazionale in cui gioca Quidome (assente per l’occasione) ha sfidato una selezione ticinese. © Ti-Press/Francesca Agosta
A metà maggio la nazionale in cui gioca Quidome (assente per l’occasione) ha sfidato una selezione ticinese. © Ti-Press/Francesca Agosta

Si fa sul serio

Intorno alla manifestazione comincia a crescere l’attesa: «È la prima volta che partecipo a un Mondiale FIMBA, devo dire che sto percependo molto entusiasmo, in campo e fuori. Sarà una vera festa del basket, un evento enorme mi sento di dire, il nostro cantone sarà inondato di persone. Non vedo l’ora di iniziare». Anche perché in campo il livello non sarà esattamente amatoriale: «Direi di no. Parlando con chi ha già partecipato, mi è stato detto che diverse squadre avranno tra le loro file ex giocatori di alto profilo, passati dai migliori campionati fino all’Eurolega. Ci saranno squadre, soprattutto dall’est Europa, che avranno un livello non indifferente». Negli ultimi anni, Quidome non ha perso il feeling con il parquet: «Come detto alleno i Goaldcoast Wallabies, squadra di Zurigo che milita in B. Inoltre sono istruttore di fitness. Diciamo che il basket rimane sempre il mio lavoro, continuo ad andare in campo e mi tengo abbastanza in forma. Certo, a livello fisico i tempi del professionismo sono lontani, ma la mano funziona ancora (ride ndr)». La Nazionale Over 45, allenata da Alessandro Tamburini, punta a non sfigurare, grazie anche all’apporto di Trésor, che troverà qualche vecchio avversario: «In squadra c’è Nicholas Porchet, ex Monthey, più diversi altri affrontati in carriera. Ovviamente l’idea è di fare bella figura, cercare di vivere il tutto con divertimento, certo, ma con un occhio al risultato».

Una mano ai giovani

Dopo una carriera di successo (5 titoli, 6 Coppe svizzere, 4 Coppe della Lega) divisa tra Vacallo, Lugano, Friburgo e Neuchâtel, di certo non le periferie del basket svizzero, il ticinese di origini angolane ha dunque varcato la linea laterale del campo e si è accomodato in panchina: «Sono 10 anni che alleno in B, con i Wallabies abbiamo vinto il campionato nel 2021, e anche quest’anno, con la squadra più giovane della categoria, siamo arrivati ai playoff». Il lavoro con i giovani è il fulcro della sua attività: «Con mio fratello Christian, grazie a Derrick Lang che ne ha i diritti, proponiamo da un paio d’anni dei camp con la NBA Basketball School, un’iniziativa interessante che permette di partecipare anche a tornei internazionali, a Dubai ad esempio». E il ricambio generazionale è quanto sembra mancare alla massima serie maschile in Svizzera: «È un discorso ampio. Nella Svizzera tedesca, una realtà che vivo quotidianamente, i numeri ci sono, e anche il talento. Purtroppo manca una squadra “vera” in LNA, che faccia da traino e dia uno sbocco concreto. Ma tolte un paio di società, tutta la Svizzera è così, e chiaramente ad un certo punto un ragazzo ha delle scelte di vita da fare. Poi c’è un altro discorso: se guardo il lavoro tecnico e di sviluppo di un giovane, mi sembra che nulla sia cambiato rispetto a quando ero ragazzino io. Si fa poco individualmente, a livello giovanile si sfruttano i talenti per portare acqua al proprio mulino, mettere trofei in bacheca, invece di avere una visione comune e che “sacrifichi” gli interessi personali o campanilistici per favorire la crescita dei giocatori. Crescita di cui beneficerebbe tutto il movimento in vari modi, dalla Nazionale al livello del campionato». Livello che oggi Trésor, come molti, giudica al ribasso: «Che sia calato è fuori di dubbio. Ma per creare qualcosa di solido devi partire dal basso, e lavorare insieme, per creare basi solide. Chi investirebbe in un campionato e quindi in una squadra senza giocatori validi? E infatti lo vediamo. Abbiamo giovani talenti che vanno all’estero, ma in serie A non se ne vedono. Faccio un esempio: conosco Dusan Mladjan da una vita, il suo talento non è da discutere, ma se alla sua età ancora domina e fa la differenza, beh, è indicativo. Sono contento per lui, intendiamoci, ma per il campionato e il livello generale non è necessariamente una buona notizia».

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