Trovare acqua (e cadaveri) col pendolino

Certe persone sarebbero in grado di percepire la presenza di acqua, di minerali, di reperti archeologici, di persone o animali scomparsi, ma anche di disturbi e malattie del corpo utilizzando particolari oggetti. Se l?oggetto è la bacchetta si parla di rabdomanzia, se è il pendolo, si parla di radiestesia. Nella terza puntata del nostro viaggio nel paranormale del nostro Cantone parliamo dei protagonisti di questo mondo. Lo facciamo proponendo anzitutto un salto indietro nel tempo di quasi settant?anni, quando, avvolto dal più stretto riserbo, un gruppetto di studiosi e professionisti si riuniva tutti i primi giovedì del mese in una saletta appartata di un bar luganese per dedicarsi all?arte del pendolo e mettere a frutto le proprie conoscenze andando a stanare fonti d?acqua sulfurea, tombe pre-romane, greggi smarrite e persino i cadaveri degli annegati. Malgrado la parvenza esoterica, il gruppo si imponeva di studiare e praticare il fenomeno dal punto di vista scientifico. Una pagina di storia fino ad oggi completamente ignorata dagli studi. Proponiamo, poi, la testimonianza di Augusto, un rabdomante dei nostri giorni, attivo nel cantone. E infine diamo la parola a Luigi Garlaschelli, un esperto scettico del CICAP, che ci spiega in che modo si può verificare scientificamente il valore e la fondatezza delle teorie e delle pratiche rabdomantiche. Ma partiamo dal passato.