"Trump è pericoloso, è un agente di Putin"

NEW YORK - Donald Trump? Un pericolo per il Paese, una minaccia per la sicurezza nazionale. E, come se non bastasse, anche "un agente inconsapevole" di Vladimir Putin. A fare scalpore non è tanto il contenuto delle accuse, ordinaria amministrazione durante una campagna elettorale infuocata come quella in corso in America, quanto il fatto che a pronunciarle è l'ex capo della Cia, Michael Morell.
Intanto il tycoon si appresta a una retromarcia clamorosa, appoggiando la rielezione in Congresso dello speaker della Camera Paul Ryan a cui in settimana aveva negato l'endorsement, alimentando il caos nel partito repubblicano. Un ripensamento che fa il paio con il tweet in cui Trump ammette come il video sull'aereo Usa che porta i soldi all'Iran non esiste. Si chiude così la "settimana orribile" del candidato repubblicano.
Con Hillary Clinton che, forte dei nuovi sondaggi che confermano il suo ampio vantaggio sul rivale, non perde occasione per sferrare fendenti: "L'America è meglio di Donald Trump. Lui non rappresenta quello che siamo e quello in cui crediamo". Ma sono le parole di Morell a tenere banco. Intervenendo sul New York Times per dare il suo endorsement a Hillary Clinton, l'ex 007 suona un vero e proprio campanello d'allarme, lui che è stato consigliere per l'intelligence di George W. Bush e per due volte a capo della Cia nell'era Obama. Dipinge un quadro a tinte fosche nell'ipotesi si avveri una presidenza Trump. E lo fa dall'alto della sua esperienza e delle sue conoscenze, alimentando così le preoccupazioni. Proprio nel momento in cui impazza il dibattito sull'opportunità o meno di organizzare dei briefing sulla sicurezza nazionale e sulle questioni legate all'arsenale nucleare anche per il tycoon, come di solito si fa per ogni candidato presidenziale.
Non solo Trump non è qualificato per fare il presidente - è il ragionamento di Morell - ma costituisce una vera e propria minaccia per la sicurezza nazionale. Non solo per il suo temperamento e le posizioni espresse in campagna elettorale, ma anche perchè non ha alcuna esperienza per quel che riguarda la protezione del Paese: e il suo carattere - assicura l'ex 007 - lo farebbe essere un presidente "pericoloso". Morell spiega come da funzionario dello stato non ha mai espresso pubblicamente le sue preferenze politiche.
Ma ora la posta in gioco è troppo alta. Anche perchè - rincara la dose l'ex numero uno della Cia - "nel gergo usato nell'intelligence diremmo che Putin ha reclutato Donald Trump come agente inconsapevole della Russia". Parole che suonano come macigni alla luce delle accuse dei democratici a Mosca per l'hackeraggio delle proprie email, e il giorno dopo l'affondo di Barack Obama che - parlando nello specifico di Siria - ha detto di non fidarsi fino in fondo del leader del Cremlino.
"Putin era un funzionario dell'intelligence, addestrato per individuare le vulnerabilità di un individuo e sfruttarle - spiega Morell - e questo è esattamente quello che ha fatto all'inizio delle primarie, ha giocato sulla vulnerabilità di Trump complimentandosi con lui. E Trump ha risposto proprio come Putin aveva calcolato, affermando che il presidente russo è un grande leader e ignorando che Putin ha ucciso e incarcerato giornalisti e oppositori politici, ha invaso due Paesi vicini ed ha portato l'economia russa alla rovina".
Senza contare che Trump ha dato una mano al leader russo "approvando lo spionaggio di Mosca contro gli Usa, sostenendo l'annessione della Crimea alla Russia e dando di fatto il via libera ad una possibile invasione russa degli stati baltici".