Sul fronte repubblicano

Trump: «Kamala Harris sarà più facile da sconfiggere»

Trump coglie al volo l’abbandono del candidato dei dem e lancia una serie di messaggi per consolidare il successo degli ultimi giorni: «Ha lasciato la corsa in completa disgrazia, tutti coloro che lo circondavano sapevano che non era in grado di essere presidente»
© AP Photo/Evan Vucci
Red. Mondo
21.07.2024 23:51

Prima la pallottola che gli striscia l’orecchio destro (e lui subito si rialza, vivo per miracolo), poi Biden che lascia la corsa alla Casa Bianca 2024: adesso Trump è davvero, a torto o a ragione, galvanizzato. Forse addirittura – da «tigre» elettorale qual è, pur 78.enne – non vedeva l’ora che lo sfidante cedesse il posto a qualcuno di più agguerrito, capace di stimolargli la competitività. Tant’è che le prime reazioni del tycoon all’abbandono di Biden sono state farcite di soddisfazione. Venata, tuttavia, di una certa percettibile e imponderabile ansia.

In una telefonata in diretta alla CNN, Trump ha iniziato col dire che «Biden è di gran lunga il peggior presidente nella storia del nostro Paese». Dichiarazione, tuttavia, un po’ in contraddizione con quella immediatamente successiva: anche se non è ancora chiaro chi sarà lo sfidante dem, Trump ha detto di ritenere che «la vicepresidente Kamala Harris sarà più facile da sconfiggere di quanto lo sarebbe stato Biden».

Stessa musica nella mail di Trump alla sua campagna elettorale: «Biden ha lasciato la corsa in completa disgrazia». Poi, subito dopo queste due righe, via alla richiesta di ulteriori sostegni e donazioni: «Oggi, infatti, facciamo la Storia. L’establishment di Washington, i media che odiano l’America e il corrotto ‘deep State’ hanno fatto tutto il possibile per proteggere Biden, ma il vostro sostegno lo ha semplicemente messo fuori gara! Adesso avanti a tutta velocità!».

Idem, con toni più aspri, sul social Truth, dove Trump ha dichiarato: «Il disonesto Joe Biden non era idoneo a candidarsi alla presidenza e certamente non è idoneo a servire - e non lo è mai stato! Ha raggiunto la posizione di presidente solo grazie a bugie, notizie false e senza lasciare il suo seminterrato. Tutti coloro che lo circondavano, compreso il suo medico e i media, sapevano che non era in grado di essere presidente, e non lo era». Poi, l’affondo politico, con un occhio alla propria campagna elettorale: «E ora, guardate cosa ha fatto al nostro Paese, con milioni di clandestini che attraversano il nostro confine, totalmente incontrollati, molti provenienti da carceri, istituti psichiatrici e tra loro un numero record di terroristi. Soffriremo molto a causa della sua presidenza, ma rimedieremo molto rapidamente ai danni che ha causato. Facciamo l’America di nuovo grande!». Negli stessi momenti, la campagna elettorale di The Donald rilanciava la corsa alla vittoria, scrivendo:«Kamala Harris sarà ancora peggio di Joe Biden».

Toni reboanti, che forse nascondono, appunto, un po’ di ansia. Non è detto che la sfidante ufficiale sia la Harris – l’endorsement di Biden non è vincolante e mezzo partito dem non è esattamente convinto – e non è detto che, comunque, Kamala non si riveli agguerrita quanto basta. Per non parlare del possibile arrivo di un candidato trasversale, dal nome conosciutissimo dalla East alla West Coast, in grado di sparigliare del tutto le carte.

Intanto, i dem dovranno un po’ rimettersi in sella, pure economicamente. In giugno, la campagna elettorale di Biden ha speso quasi sei volte di più di quella di Trump, lasciando l’ex presidente seduto su una montagna di risorse e quindi più forte, a soli quattro mesi dall’election day.

A fine giugno, infatti, avendo speso molto per tentare di recuperare gli Stati a rischio, Biden aveva in cassa 96 milioni mentre Trump 128 milioni. Dati parziali, per giunta, relativi a un mese che ancora non aveva risentito della disastrosa performance di Biden al primo «duello» in tivù (il 27 giugno). Le aspettative della campagna di Biden per luglio sono molto peggiori e saranno tutte «da colmare» con un candidato in grado di raccogliere donazioni senza se e senza ma.

Poi ci sono i sondaggi. Oggi, prima dell’abbandono di Biden, il 61% degli americani avrebbe voluto che prendesse la decisione poi adottata, mentre Trump – secondo Abc-Ipsos –volava al 40% del gradimento, dopo il tentato assassinio in Pennsylvania. La percentuale più alta degli ultimi quattro anni. Ora ci saranno altri sondaggi e tutto dipenderà dal candidato dem. Trump ride, ma un filo preoccupato.

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