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Trump: «La guerra danneggia Israele, ma deve finire l'opera» iniziata

La stampa israeliana: il festival Nova poteva e doveva essere annullato, evitando il massacro del 7 ottobre, errore di valutazione del colonnello Haim Cohen – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Trump: «La guerra danneggia Israele, ma deve finire l'opera» iniziata
Red. Online
02.09.2025 06:34
22:06
22:06
Cinque barche Flotilla per Gaza rientrate a Barcellona

Le condizioni avverse del mare hanno di nuovo ostacolato la Global Sumud Flotilla, che punta a rompere il blocco israeliano sulla Striscia di Gaza. Cinque della circa trenta imbarcazioni, salpate domenica dal porto di Barcellona, sono state forzate a rientrare oggi nel porto catalano per la seconda volta in due giorni. Lo riferiscono fonti dell'organizzazione riportate dai media iberici, fra i quali El Pais. Il vento sul nordest iberico era calato rispetto a domenica, quando la Flotilla era tornata in porto, ma il mare grosso, ha danneggiato le imbarcazioni più piccole, soprattutto a vela, costringendole al rientro.

Il maltempo ha solo in parte alterato i piani, dato che una ventina di imbarcazioni, salpate lunedì da Barcellona, proseguono in viaggio in direzione di Tunisi, anche se hanno previsto una sosta tecnica alle Baleari, per aspettare quelle costrette a rientrare per la seconda volta nel porto catalano.

21:23
21:23
Netanyahu valuta una commissione d'inchiesta sul 7 ottobre

Quasi due anni dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu sta esaminando la possibilità di istituire una commissione d'inchiesta governativa con poteri simili a quelli di una commissione d'inchiesta statale sugli errori di intelligence che hanno consentito il massacro. Lo riferisce la stampa israeliana.

La commissione dovrebbe avere cinque membri, e il premier ha già preso in considerazione alcuni nomi, tra cui un giudice distrettuale in pensione e un generale riservista vicino alla destra. Secondo fonti governative, la scelta di questa formula nasce dal timore che, in caso di sconfitta elettorale, venga istituita una commissione d'inchiesta statale che sfuggirebbe al controllo dell'attuale esecutivo.

Nella coalizione prevale la diffidenza verso il presidente della Corte suprema, Isaac Amit, che avrebbe l'autorità di nominare i membri di un'eventuale commissione statale. Il rischio per il governo è che la Corte suprema annulli la decisione, sostenendo che un fallimento di tale portata impone necessariamente una commissione d'inchiesta statale. Un precedente è quello del 2006, quando l'allora premier Ehud Olmert istituì la commissione Winograd dopo la seconda guerra del Libano.

L'opposizione ha reagito duramente. Yair Lapid ha affermato che «non c'è alternativa a una commissione d'inchiesta statale, il più grave fallimento della sicurezza nella storia del Paese richiede responsabilità». Anche Benny Gantz ha ribadito che «gli indagati non possono nominare i loro investigatori». Gadi Eisenkot ha parlato di «tentativo di insabbiamento», mentre Avigdor Lieberman ha accusato Netanyahu di voler creare una commissione politica per evitare la verità. Le famiglie del forum «Consiglio Ottobre» hanno definito la proposta «pericolosa», sostenendo che solo una commissione indipendente e statale potrà garantire la trasparenza e impedire tragedie future.

20:20
20:20
Dermer: «Israele non ha escluso un accordo parziale per gli ostaggi»

Secondo una fonte qualificata di Channel 13, il ministro e capo negoziatore Ron Dermer (oltre che principale consigliere di Benjamin Netanyahu) ha detto ai Paesi mediatori che Israele non ha escluso un accordo di liberazione parziale degli ostaggi con Hamas.

Aggiungendo di non dare troppo peso alle dichiarazioni pubbliche provenienti da Israele sull'intesa per i rapiti o all'insistenza dichiarata da Gerusalemme di essere interessata solo a un accordo globale alle proprie condizioni.

Il rapporto di Channel 13 non ha chiarito a quale dei tre principali mediatori - Stati Uniti, Egitto e Qatar - Dermer abbia comunicato questo messaggio.

19:34
19:34
Netanyahu ai soldat: «Siamo alla fase decisiva, vinceremo»

Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha pubblicato un messaggio video per i soldati dell'Idf in servizio attivo e di riserva esprimendo profonda gratitudine.

«So che avete pagato un prezzo alto, nel lavoro, negli studi, a casa. Stiamo combattendo una guerra ostinata e giustissima, senza paragoni. Non dimentichiamo nemmeno per un attimo ciò che ci è stato fatto il 7 ottobre: le decapitazioni, le donne stuprate, i neonati bruciati, gli ostaggi portati nei tunnel di Gaza. Stiamo agendo per riportarli a casa», ha detto.

«Ciò che è cominciato a Gaza, deve concludersi a Gaza. Durante tutta la guerra abbiamo preso decisioni molto difficili. Decisioni che nessuno credeva davvero che avremmo potuto attuare. Ora siamo di fronte alla fase decisiva. Credo in voi, mi fido di voi, e tutto il popolo vi abbraccia. Con l'aiuto di Dio, vinceremo insieme», ha concluso.

intanto, l'ufficio stampa del governo di Gaza, guidato da Hamas, afferma che un altro giornalista, Rasmi Salem, è stato ucciso a Gaza, portando il numero totale di operatori dei media uccisi nella Striscia dal 7 ottobre 2023 a 248. Lo riporta Al Jazeera. Salem lavorava come fotoreporter per Al-Manara e, come riporta Anadolu, ha perso la vita in un attacco israeliano con un drone a Gaza City.

17:21
17:21
Lazzarini condanna l'indifferenza della comunità internazionale verso Gaza

Il Commissario generale dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi (Unrwa), lo svizzero Philippe Lazzarini, si è detto senza parole per l'inferno di Gaza, dove non esiste più alcun luogo sicuro.

Lazzarini, intervenuto oggi al Forum strategico di Bled in un panel dedicato alla ricerca di una soluzione al conflitto di Gaza, ha condannato non solo la carestia in corso, e secondo lui evitabile, ma anche l'indifferenza della comunità internazionale. Il direttore dell'Unrwa ha poi aggiunto che i diritti umani, uniti al diritto internazionale, hanno perso la loro universalità e che gli Stati ora li rispettano in base a interessi specifici.

«C'è il rischio reale che Gaza diventi un cimitero del diritto internazionale umanitario», ha detto il 61enne di La Chaux-de-Fonds (NE) che lascerà la sua carica il prossimo marzo al termine del suo mandato.

Da parte sua, la rappresentante speciale dell'Unione europea per il processo di pace in Medio Oriente Christophe Bigot ha difeso il ruolo dell'Ue e, tra le altre cose, ha elencato le misure adottate per sostenere finanziariamente i palestinesi, sia attraverso il finanziamento dell'Unrwa che attraverso il funzionamento dell'Autorità Nazionale Palestinese e di altre strutture.

16:48
16:48
Hagai Levi: «Quello che accade a Gaza va fermato»

«Ci sono anche alcuni miei amici cineasti e sceneggiatori che hanno firmato l'appello su Gaza. È importante parlarne in questo luogo perché quello che sta succedendo è orribile, e deve essere fermato». Lo dice il regista, sceneggiatore e produttore israeliano Hagai Levi alla Mostra del Cinema di Venezia, dove presenta fuori concorso la sua serie in sei episodi «Etty», con Julia Windischbauer, Sebastian Koch e Leopold Witte, tratta dai diari di Etty Hillesum, scrittrice olandese ebrea morta ad Auschwitz nel 1943.

«Per me è molto importante la protesta e credo che la serie parli di argomenti che sono collegati a quanto sta accadendo, con i discorsi di Etty contro l'odio, ma racconti anche la disumanizzazione delle persone, della vita umana, per vederle solo come nemico dice Levi, creatore di serie di grandi successi internazionali come Betipul (diventata in vari adattamenti In Treatment) o The Affair -. È quello che succede anche con questo regime che non uccide e imprigiona solo i palestinesi ma attacca anche il proprio popolo. Ci sono però centinaia di migliaia di cittadini israeliani che combattono contro questo regime. Il fatto che siamo israeliani non vuol dire che lo appoggiamo, noi combattiamo nelle strade e per quanto sia flebile, abbiamo la speranza che le cose possano cambiare».

La serie utilizza un'ambientazione contemporanea non precisata (in abiti, mezzi di trasporto, oggetti, stile di arredamento, ma senza cellulari, tecnologia o web), pur ripercorrendo appieno quello che è accaduto ad Etty (interpretata in modo magistrale da Windischbauer) nell'Olanda occupata dai nazisti a inizio degli anni '40. Ventisettenne, talentuosa, Etty studentessa all'università cerca la sua strada nel mondo nonostante una famiglia asfissiante e le idee poco chiare sul suo futuro.

Entrata in terapia con lo psico-chirologo Julius Spier (Koch), che diventa anche suo amante, vive un profondo cambiamento interiore e spirituale che la porta, quando perde tutto, a decidere di non fuggire ma restare ed essere d'aiuto a chi condivide la sua sorte. La decisione di un'ambientazione più contemporanea aiuta «a sentire questa storia più vicina», quello che è accaduto allora «può riaccadere, in modo diverso».

Basta guardare all'oggi per sapere «che succedono cose molto gravi e grandi. Io il 7 ottobre ho rivisto immagini che appartenevano all'olocausto, con famiglie nascoste negli armadi o altre sterminate. E anche nelle immagini di Gaza non si poteva non rivedere l'olocausto. Abbiamo la sensazione che quanto succede non appartenga solo al passato ma al presente e non va dimenticato che ora nei Paesi Bassi c'è una persona di estrema destra al potere».

Rispetto alla richiesta, da parte di alcuni gruppi, di boicottaggio di artisti israeliani Levi commenta che «c'è un motivo per questo risentimento verso Israele, ed è in parte giustificato, non lo possiamo negare, ma bisogna essere accurati. Molti israeliani, soprattutto tra i creativi e gli artisti, sono contrari a questo regime e alla guerra e a quello che viene fatto anche in nostro nome. Non ha nessun senso protestare contro gli artisti, perché molti fra loro in Israele vogliono il cambiamento nel Paese, rappresentano voci contrarie contro questo regime orribile».

Rispetto infine alla decisione di adattare i diari di Etty Hillesum, pubblicati per la prima volta nel 1981, Levi spiega: «è un libro che mi ha cambiato la vita. Mi ha fatto capire come, anche affrontando un momento di difficoltà, si possa guadagnare un'autonomia e una forza interiore che rende le circostanze esterne meno importanti. Quando succede, come scriveva Etty, non ti possono togliere nulla anche se tutto ti viene tolto».

15:40
15:40
«Nove civili tra cui sette bambini uccisi nella Striscia»

«Diversi civili palestinesi, la maggior parte dei quali bambini, sono stati uccisi martedì sera dopo che un drone israeliano ha colpito la zona di al Mawasi a Khan Yunis». Lo riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa.

Una fonte medica del Nasser Medical Complex ha riferito che nove civili, tra cui sette bambini, sono stati uccisi e molti altri sono rimasti feriti quando un drone israeliano ha bombardato la zona di Al-Attar, nella zona di Mawasi, a sud della Striscia.

Altre fonti mediche hanno annunciato che 73 palestinesi sono stati uccisi dagli spari dell'esercito israeliano dall'alba di oggi, di cui 42 nella città di Gaza.

I media di Gaza riferiscono che un drone delle Forze di difesa israelieano (Idf) ha colpito un punto di distribuzione dell'acqua ad al-Mawasi, nella parte occidentale di Khan Younis, uccidendo almeno 11 persone, tra cui sette bambini. Al momento l'Idf non ha rilasciato commenti.

Nel frattempo, è stata rinviata la discussione sull'applicazione della sovranità di Israele in Cisgiordania che il primo ministro Benyamin Netanyahu avrebbe dovuto tenere oggi. Lo riferiscono i media israeliani.

Stando al Jerusalem Post, Netanyahu convocherà per giovedì una riunione sulla possibilità di applicare la sovranità in Cisgiordania e adottare misure nei confronti dell'Autorità Palestinese in risposta al riconoscimento di uno Stato palestinese.

Non è chiaro dove e quando una misura del genere verrebbe applicata con precisione, se solo negli insediamenti israeliani o in alcuni di essi, oppure in aree specifiche della Cisgiordania come la Valle del Giordano, e se alle discussioni seguiranno passi concreti, il che probabilmente comporterebbe un lungo processo legislativo.

15:00
15:00
Qatar: Israele non ha ancora risposto alla proposta di cessate il fuoco

Il portavoce del ministero degli esteri del Qatar Majed al-Ansari ha sottolineato in una conferenza stampa che Israele non ha ancora risposto alla proposta di cessate il fuoco, «nell'ambito di un accordo che Hamas ha già accettato oltre due settimane fa».

«Ci sono contatti per riprendere i negoziati, ma finora non ci sono risultati», ha detto, «non vediamo nulla da parte di Israele se non un'escalation, che si manifesta con il pericoloso passo verso l'occupazione della città di Gaza».

Al-Ansari ha affermato che «il piano di Israele per occupare Gaza City rappresenta una minaccia per tutti, compresi gli ostaggi. Non si può collegare la questione umanitaria all'accordo. I valichi devono essere aperti e l'ingresso degli aiuti umanitari a Gaza deve essere consentito. Non ha senso aspettare un processo di pace se da parte israeliana non c'è alcuna volontà in questo senso».

Egli ha aggiunto che «le azioni di Israele stanno incontrando ora un'opposizione regionale e internazionale chiara. Sottolineiamo l'importanza di un'adeguata rappresentanza palestinese in tutti i consessi internazionali».

14:22
14:22
L'IDF avverte: spostatevi da Gaza City, andate ad al-Mawasi

Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno diffuso un messaggio urgente alla popolazione in vista dell'estensione dei combattimenti all'interno della città di Gaza, in cui avverte che ad al-Mawasi saranno forniti servizi potenziati, con particolare attenzione all'accesso alle cure mediche, all'acqua e al cibo.

«Per la vostra sicurezza, vi avvertiamo: avvicinarsi o tornare nelle zone di combattimento e nelle aree di attività dell'IDF mette in pericolo la vostra incolumità», si legge nel messaggio dell'esercito.

L'area di al Mawasi, sulla costa dell'enclave, è lunga 14 chilometri e larga un chilometro e costituisce circa il 3% della Striscia.

11:36
11:36
IDF: eliminate decine di comandanti di Hamas

Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno riferito che nell'ultimo mese, in un'operazione congiunta con i servizi di sicurezza interni, sono state eliminate decine di membri armati che pianificavano attività contro le truppe israeliane nel nord e nel centro della Striscia di Gaza.

Tra gli uccisi figura Ahmad Abu Deif, che dal 2024 ricopriva il ruolo di vice comandante di compagnia nel battaglione Zeitoun e che, secondo l'IDF, aveva orchestrato numerosi agguati e arruolato nuovi combattenti nelle file di Hamas.

In un'altra operazione è stato eliminato Taleb Sidqi Taleb Abu Atiwi, comandante di una squadra Nukhba che aveva preso parte all'infiltrazione in Israele il 7 ottobre.

L'aviazione israeliana, con il supporto delle forze di terra, ha inoltre colpito e distrutto strutture militari nei quartieri di Shuja'iyya e Zeitoun, utilizzate da Hamas e dalla Jihad islamica come punti di incontro per pianificare attacchi contro le truppe.

L'IDF ha sottolineato che le operazioni nella Striscia di Gaza proseguiranno con l'obiettivo di proteggere i civili israeliani.

40 morti dall'alba

Secondo al-Jazeera, che cita il proprio corrispondente dalla città di Deir el-Balah, sono almeno 40 i palestinesi rimasti uccisi da stamattina all'alba nel corso degli attacchi israeliani lanciati sulla Striscia. Tra le vittime ci sono diverse persone che cercavano di accedere agli aiuti.

Mentre il ministero della sanità di Hamas riporta che nelle ultime 24 ore sono stati registrati 13 decessi dovuti a fame e malnutrizione, e tra le vittime ci sono tre bambini. La nota pubblicata su Telegram afferma che con questi ultimi casi, il bilancio complessivo delle vittime per malnutrizione sale a 361, di cui 130 bambini.

Le informazioni fornite da Hamas non sono verificabili autonomamente poiché il governo di Gerusalemme impedisce l'ingresso a Gaza dei giornalisti stranieri e israeliani.

11:02
11:02
Ben-Gvir ha condannato la decisione del Belgio di riconoscere uno Stato palestinese

Il ministro israeliano di estrema destra Itamar Ben-Gvir ha condannato la decisione del Belgio di riconoscere uno Stato palestinese alle Nazioni Unite.

«I paesi europei che si abbandonano all'ingenuità e si arrendono alle manipolazioni di Hamas - ha affermato il ministro Ben Gvir - finiranno per sperimentare il terrore in prima persona. Qui in Israele, c'era chi un tempo credeva a tali illusioni, e il risultato sono stati stupri, omicidi e massacri. Invece di premiare il terrore, il mondo libero deve unirsi contro di esso».

08:34
08:34
Trump: «La guerra danneggia Israele, ma deve finire l'opera»

Per Donald Trump continuare la guerra di Gaza danneggia Israele. «Potranno anche vincere la guerra, ma non stanno conquistando il mondo delle pubbliche relazioni e questo li sta danneggiando», ha detto il presidente americano in un'intervista al Daily Caller.

«Quindici o venti anni fa Israele aveva la lobby più forte al Congresso, ma ora non è più così», ha ancora evidenziato Trump nell'intervista. «C'è stato un tempo in cui (...) se volevi fare il politico, non potevi parlare male di Israele», ha detto il presidente americano. «Israele aveva la lobby più forte che abbia mai visto (...) Avevano il controllo totale sul Congresso.»

Trump ha comunque espresso il suo sostegno al piano israeliano per conquistare Gaza City, affermando che deve «finire l'opera» contro Hamas e sostenendo che il gruppo terroristico rilascerà gli ostaggi rimasti solo dopo la sua distruzione.

06:34
06:34
Il punto alle 06.00

Il portavoce della Protezione civile gazawi Mahmoud Bassal afferma che 13 persone sono morte stanotte in due attacchi aerei israeliani su Gaza City, di cui 10 in un raid su un edificio residenziale.

Il Belgio riconoscerà lo Stato di Palestina all'Assemblea generale delle Nazioni Unite di settembre, ha annunciato oggi il ministro degli Esteri belga Maxime Prevot. «La Palestina sarà riconosciuta dal Belgio alla sessione Onu! E sanzioni severe verranno imposte al governo israeliano», ha scritto Prevot su X. A fine luglio il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che Parigi riconoscerà lo Stato di Palestina all'assemblea Onu che si terrà dal 9 al 23 settembre a New York. In seguito a ciò più di una decina di paesi occidentali hanno invitato altre nazioni in tutto il mondo a fare lo stesso. 

Un membro dell'Associazione internazionale degli studiosi sul genocidio (Iags) afferma che il gruppo ha fatto approvare una risoluzione che accusa Israele senza tenere un dibattito, come sarebbe invece sua prassi standard. Lo riportano i media dello Stato ebraico. La studiosa Sara Brown afferma di essere membro dell'associazione da oltre 10 anni e di aver fatto parte del comitato consultivo dell'associazione per due mandati quadriennali. Brown è anche direttrice regionale dell'American Jewish Committee (Ajc) a San Diego, in California. Secondo la Brown, l'Iags in genere discute le risoluzioni controverse in un'assemblea pubblica virtuale che consente ai membri di dibattere le misure, ma per la risoluzione su Israele la dirigenza dell'associazione ha rifiutato di tenere un confronto. «Il contenuto della risoluzione e il modo in cui ne è stata forzata l'approvazione dimostrano un'imbarazzante mancanza di professionalità», dice la studiosa. Tra le sue perplessità sulla risoluzione c'è il fatto che citi organizzazioni «che hanno reinterpretato» la definizione di genocidio in modo che si applichi a Israele, come Amnesty International. La Brown sottolinea inoltre che solo 129 membri dell'associazione hanno votato la risoluzione, su un numero stimato di circa 500 membri. L'Iags ha recentemente ampliato il numero dei suoi membri e se un tempo era composta principalmente da studiosi ora include figure come attivisti e artisti, mette in evidenza infine la Brown.