Trump non convince gli alleati, Londra e Bruxelles contro Putin

Unione europea e Regno Unito non credono a Vladimir Putin. E non condividono l’ottimismo di Donald Trump su un avvio rapido dei negoziati di pace. Così, anche per lanciare un segnale chiaro al Cremlino, hanno annunciato nuove, pesantissime sanzioni economiche contro la Russia.
Sin dalla mattinata, Londra ha fatto sapere che i provvedimenti decisi ai danni di Mosca prenderanno di mira dozzine di strutture «che sostengono la macchina militare russa, le esportazioni di energia e la guerra dell’informazione, nonché le istituzioni finanziarie che aiutano a sovvenzionare l’invasione dell’Ucraina».
Finora, Putin «non ha messo in atto il cessate il fuoco completo e incondizionato che il presidente Trump ha chiesto e che il presidente Volodymyr Zelensky ha approvato più di due mesi fa», ha detto in una nota il Foreign Office. Stessa musica da Bruxelles. L’alta rappresentante per la politica estera dell’UE, Kaja Kallas, ha confermato il via libera al 17. pacchetto di sanzioni, rivolto in particolare alla cosiddetta flotta ombra russa, circa 200 navi con cui Mosca tenta continuamente di aggirare i divieti già in atto. «Altre sanzioni contro la Russia sono in lavorazione - ha scritto Kallas in un post su X - Più a lungo la Russia fa la guerra, più dura sarà la nostra risposta».
Al contrario dell’amministrazione di Washington, l’Europa mantiene quindi forte la pressione sul Cremlino. Il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, ha accusato Putin di non essere realmente interessato alla pace in Ucraina e di stare «giocando per guadagnare tempo» nei colloqui con gli Stati Uniti.
«Abbiamo assistito di nuovo a massicci attacchi russi negli ultimi giorni. Attacchi che parlano più forte dell’adesione formale al processo di pace di cui si parla da così tanto tempo - ha aggiunto Pistorius a margine della riunione dei ministri della Difesa e degli Affari esteri dell’UE a Bruxelles - L’Europa deve aumentare la pressione sulla Russia imponendo ulteriori sanzioni, in particolare sulle vendite di energia della Russia. Putin non è ancora pronto per le concessioni, parla solo di un cessate il fuoco alle sue condizioni».
Molto dure anche le considerazioni del ministro polacco degli Esteri, Radosław Sikorski, secondo il quale presto «il presidente Trump riconoscerà che Vladimir Putin sta giocando al gatto e al topo e sta temporeggiando invece di imporre un vero cessate il fuoco».
E a proposito della telefonata di lunedì tra i presidenti di Russia e USA, il capo della diplomazia polacca ha chiarito: «Come dice la Scrittura, “dai loro frutti li riconoscerete”. Il frutto doveva essere un cessate il fuoco, ma non c’è stato».
Mediazione fallita
Secondo alcuni analisti, l’annuncio delle nuove sanzioni di Gran Bretagna e Unione europea sancisce il fallimento del tentativo di mediazione di Trump, il quale non sembra essere in grado di imporre a Putin un cessate il fuoco immediato. Al contrario, il presidente americano ha incredibilmente sottolineato «l’eccellente telefonata» con il leader russo, suscitando le perplessità degli alleati e lo sconcerto (al momento, tuttavia, dissimulato) dell’Ucraina.
Nel momento in cui ha detto che «i colloqui tra le due parti sarebbero iniziati immediatamente», Trump è parso accondiscendere del tutto alle richieste di Putin. Quasi una resa, ha scritto il Guardian.
Uno dei portali USA d’informazione più autorevoli e indipendenti, Axios.com, ha anche ricostruito la telefonata che il presidente americano ha avuto lunedì sera con i leader di alcuni Paesi europei subito dopo il suo colloquio con Putin. I capi di Stato e di Governo di Ucraina, Francia, Germania, Finlandia, Italia e la presidente della Commissione europea sono rimasti «sorpresi» dalle parole di Trump, il quale «sembrava relativamente soddisfatto di ciò che aveva sentito da Putin e lo presentava come un nuovo sviluppo, anche se il leader russo non pareva aver cambiato in nulla la sua posizione».
Il gelo degli alleati
Un «silenzio perplesso», ha scritto Axios, è poi calato quando Trump «ha detto che Putin aveva accettato di avviare immediatamente negoziati diretti su un cessate il fuoco».
Quando Zelensky ha sottolineato come «Putin avesse precedentemente accettato di negoziare, e come il primo round di colloqui per il cessate il fuoco si fosse già svolto venerdì a Istanbul, Trump non ha risposto direttamente».
Altri hanno ricordato al presidente americano come «fosse stata sua l’idea di iniziare i colloqui di pace con un cessate il fuoco immediato di 30 giorni». Anche in questo caso, nessuna replica.
Soltanto dopo la pubblicazione della telefonata, un funzionario della Casa Bianca ha contattato Axios per ribadire come Trump «non avesse mai accettato che un cessate il fuoco dovesse essere un prerequisito per i negoziati e non avesse mai detto che Zelensky potesse decidere le condizioni per i negoziati».
Nella stessa conversazione, ha aggiunto Axios, «Trump ha detto al gruppo che Putin avrebbe presentato un memorandum di pace con le sue condizioni per un cessate il fuoco e per porre fine alla guerra. Una fonte presente alla telefonata ha rivelato che Trump ha spiegato a Zelensky e ai leader europei di aver chiesto a Putin di presentare qualcosa su cui le persone possono essere d’accordo e non una proposta che sarà respinta immediatamente».
Sui tempi di questo memorandum, i russi non hanno tuttavia garantito alcuna certezza. «Non sono state fissate scadenze per la preparazione del memorandum tra Russia e Ucraina, le parti si scambieranno le bozze ed elaboreranno un testo unico - ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov - Non ci sono scadenze e non possono essercene. È chiaro che tutti vogliono farlo il più velocemente possibile, ma, ovviamente, il diavolo si nasconde nei dettagli». Secondo Peskov, «i progetti saranno formulati sia da parte russa che da parte ucraina. Le bozze saranno scambiate e poi ci saranno contatti complessi per elaborare un testo unico».