Trump solleva dubbi sullo stato mentale di Harris e la accusa di voler legalizzare il fentanyl

È stato un fiume in piena Donald Trump durante il comizio tenuto la notte scorsa a Erie, in Pennsylvania. Nel suo intervento, il tycoon ha infatti rilanciato false accuse contro la sua avversaria nella corsa alla Casa Bianca Kamala Harris di cui ha messo anche in dubbio la salute mentale. Ma cosa ha detto di preciso l'ex presidente USA? Ripercorriamo i punti salienti del comizio.
Partiamo dal fentanyl. Quando la vicepresidente Kamala Harris ha visitato il confine meridionale, venerdì, ha definito questa droga una «piaga» per il Paese e ha affermato che, come presidente, avrebbe «dato priorità assoluta all'interruzione del flusso di fentanyl in arrivo negli Stati Uniti». In particolare, Harris si è impegnata a dare più risorse alle forze dell'ordine in prima linea e ha detto che intende prendere di mira la «catena di fornitura globale del fentanyl». Harris ha inoltre promesso di «raddoppiare le risorse del Dipartimento di Giustizia per estradare e perseguire le organizzazioni criminali transnazionali e i cartelli».
Tutto bene insomma? Non secondo Trump che durante il comizio ad Erie ha accusato la sua avversaria nella corsa alla Casa Bianca di voler «persino legalizzare il fentanyl». Un'accusa non nuova quella mossa dal tycoon che si era già espresso in modo analogo sabato nel Wisconsin. L'ex presidente statunitense non ha presentato prove a sostegno delle proprie affermazioni, ma la sua campagna ha rimandato a un questionario dell'American Civil Liberties Union che la Harris aveva compilato nel 2019. Sul documento sembrerebbe che la donna abbia risposto «sì» alla domanda se fosse favorevole alla depenalizzazione a livello federale del possesso di droga per uso personale. Da notare, però, come né il questionario, né Kamala Harris abbiano mai fatto esplicito riferimento al fentanyl.
Contattata dal New York Times per una presa di posizione in materia, la campagna di Harris ha preferito non commentare. Il foglio newyorkese sottolinea comunque come, quando la questione è stata sollevata in passato, i funzionari della campagna di Harris avessero fatto notare che il questionario non riflette ciò che la candidata alla Casa Bianca si propone di fare.
Durante il comizio, Trump ha anche affrontato il problema dei furti nei negozi delle grandi città. Secondo il tycoon, essi sarebbero da imputare alle pene poco severe per i furti e altri reati e alle limitazioni che, a suo dire, vengono troppo spesso imposte alla polizia. Egli ha quindi ventilato la possibilità che gli agenti possano servirsi della violenza per mettere fine a situazioni di disordine.
Trump ha quindi falsamente suggerito che gli elettori neri disapprovino Kamala Harris. «La odiano», ha detto.
Il Tycoon ha infine attaccato Kamala Harris sul piano personale mettendone in discussione la stabilità mentale. «Joe Biden ha subito un declino a livello mentale, la bugiarda Kamala Harris, invece, anche se è triste da dire, è nata così», ha affermato l'ex presidente. Anche questa accusa non è nuova ed era già stata mossa la sera prima in Wisconsin dove Trump aveva detto: «Kamala è mentalmente compromessa». Facendo poi riferimento alla questione dell'immigrazione illegale, aveva affermato: «Se ci pensate, solo una persona con disabilità mentale avrebbe potuto permettere che ciò accadesse al nostro Paese». Queste accuse, fa notare la CNN, non sono piaciute a diversi membri e sostenitori del partito Repubblicano i quali hanno esortato il tycoon ad evitare simili attacchi.